L'amore
di Marco Celati - sabato 29 giugno 2019 ore 07:00
Siamo esseri soli, tormentati dall’amore. Ma l’amore, dirai, è tutto, con lui al mondo non occorre altro. L’amore è quello che ci conduce dove viviamo, nelle case che abitiamo, sono i figli e i figli dei figli. La nostra discendenza. Dall’amore siamo venuti e all’amore torniamo ogni volta che abbiamo bisogno di lui e della vita.
Eppure la sera è trascorsa serena, ma questa notte pesa e se ne sente il tormento. È indecifrabile il tempo e lo è anche l’amore. Nessuno sa cosa sia. Di preciso, voglio dire. Ce ne accorgiamo quando arriva e ci assale e anche quando ci lascia e si perde e si dimentica di noi. Perché noi lo abbiamo dimenticato. Amore c’è chi lo costruisce e lo difende dagli assalti del tempo e le sue tentazioni, che sono anch’esse tentazioni d’amore. C’è chi lo improvvisa e lo avvicina con gioia. Perfino esiste chi lo prende per stanchezza. Ho conosciuto chi, alla fine, ad esso si è arreso. Chi è stato facile o difficile all’amore. Si dice amore di una rosa, che sia colta o non colta. Il sentimento vale in entrambi i casi. Si spreca, quando siamo giovani. Poi diventa una cosa che non si sa più fare.
E alla fine ognuno è solo di fronte al proprio sentire e ogni sentimento è un valore e una pena. Una pena interiore. Possiamo condividere questo sentimento, questa pena? Non sempre è possibile. Perché l’amore è un viaggio, un’america, un’isola nell’oceano della nostra speranza, dei nostri ricordi, della nostra deriva. E per viaggiare in questo abbandono bisogna avere linguaggi e bussole certe o non averne nessuna e solo vento e forza di marinaio. Per questo siamo soli e tormentati dall’amore, come naufraghi assetati e mai sazi per il sale che non disseta, ma divora la bocca e le viscere. Sotto il sole che brucia e nella bufera che viene, atterrisce, percuote le vele e piega il timone.
Eppure per quante stelle possa contare il cielo, per quante volte sarà sorto e sorgerà il sole e la luna girerà intorno alla terra, per quanti satelliti solcheranno lo spazio in cerca di mondi, per quante parole possiamo conoscere, scrivere e dire, una buonanotte che giunge da lontano e attende risposta e miglior fortuna, è la sola parola che riempie il vuoto dove le stelle, il sole, la luna e i satelliti esploratori, vagano indifferenti.
E forse in un’altra vita... Che non c’è, né ci sarà, ma è bello dirlo e sentirlo dire, scriverlo o anche solo pensarlo. Il pensiero è la sola cosa di noi che può rimanere sempre e totalmente libera. E fa male a nessuno, semmai solo a noi stessi. Così viviamo e moriamo e l’amore del viaggio e del ritorno, del fuoco e del camino, ci soccorre, ci manca e ci soccorre di nuovo. Ma io sono solo uno che scrive. E c’è chi muore e chi vive.
Pontedera, Marzo 2019
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L’immagine è una rielaborazione grafico/pittorica di un fotogramma del film “La casa dei libri” di Isabel Coixet, 2017.
Marco Celati