Il velo oscuro
di Federica Giusti - venerdì 18 febbraio 2022 ore 07:30
In questi anni di pandemia sono aumentati molto i disturbi della sfera dell’umore, in particolar modo, per quella che è la mia esperienza clinica, sono in netta crescita, ahimè, i sintomi depressivi.
Si tratta di persone, spesso anche molto giovani, che si sentono bloccate, inermi di fronte a ciò che sta loro accadendo, e, giorno dopo giorno, perdono parte del proprio splendore e si incupiscono, proprio come se un velo oscuro si posasse su di loro.
Gli interessi verso l’esterno diminuiscono, declinano più facilmente inviti anche se completamente alla loro portata, si chiudono sempre di più in sé stessi e cercano poco il contatto con gli altri.
Il tono della voce si fa più serio e più profondo, lo sguardo tende ad assumere un’aria più triste, o comunque, sempre meno felice.
Le passioni, gli interessi si affievoliscono giorno dopo giorno e gli impegni, che siano familiari o professionali, diventano difficili da gestire e da portare a termine.
Il desiderio più grande è quello di stare fermi, di cercare la passività, senza troppi guizzi, senza troppi cambiamenti. Si dorme di più, magari si mangia di meno.
Se in alcuni momenti della nostra vita è piuttosto naturale attraversare fasi del genere, diventa un sintomo al quale prestare attenzione quando questi cambiamenti interferiscono in maniera significativa con la nostra quotidianità. Per quanto, in alcuni casi, possano essere facilmente contestualizzate (magari si sono verificate perdite, lutti, cambiamenti importanti ed emotivamente devastanti), le reazioni messe in atto dal soggetto sono estremamente eccessive rispetto alla causa scatenante.
Statisticamente parlando, quella depressiva è la sintomatologia più diffusa dopo l’ansia, al livello delle problematiche psicologiche, e raggiunge circa il 30% della popolazione, anche se, fortunatamente, quella grave interessa poco meno del 10% dei soggetti.
In ogni caso si tratta di numeri significativi che non possono e non devono, a mio avviso, passare inosservati. Avere sempre un occhio attento verso i nostri familiari e i nostri amici è fondamentale per poter intercettare elementi di malessere a poter intervenire in maniera tempestiva ed efficacie. Sicuramente è importante parlarne con il medico di base e farsi consigliare la strategia migliore. L’aiuto psicologico è importante, soprattutto nella sintomatologia iniziale e lieve, perché può permettere di dare un senso al sintomo stesso e consente di trovare le risorse necessarie per sbloccare la situazione emotiva. Nei casi più importanti, nei quali c’è un rischio significativo per la salute, è necessario un approccio anche farmacologico, per permettere nel tempo più breve possibile, di tornare a stare meglio.
Ovviamente con questo piccolo articolo non ho la presunzione di descrivere a tutto tondo una delle difficoltà emotive più complesse che ci siano, ma spero di essere riuscita a sensibilizzare su un argomento importante come la depressione.
Per qualsiasi difficoltà non esitate a contattare uno specialista mi raccomando!
Federica Giusti