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sabato 27 aprile 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

Ma chi è questo Cassandra?

di Adolfo Santoro - sabato 20 gennaio 2024 ore 08:00

Fu nel 1972, quando iniziò la grande crisi petrolifera, che l’uomo iniziò a pensare al futuro con apprensione, dopo l’euforia degli anni precedenti in cui tutto sembrava andasse a migliorare: il “Club di Roma”, un’associazione non governativa e non-profit, di cui facevano parte scienziati, economisti, affaristi, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato di ogni parte del mondo, pubblicò il “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, in cui si affermava che la crescita economica non era illimitata. La critica al consumismo illimitato della società industriale, già teorizzata alla fine dell’Ottocento, fu analizzata quantitativamente attraverso sistemi complessi, che permettevano di formulare previsioni a lungo termine, che mettano in luce l’impronta ecologica dell’uomo sulla Terra.

Il “Club di Roma” fu fondato, insieme allo scozzese Alexander King, dall’italiano Aurelio Peccei, che nell’incipit del suo libro “Verso l’abisso”, pubblicato nel 1970, aveva scritto: "Mi spinge a scrivere questo libro la convinzione che si trae quando, attraversando il mondo da un capo all’altro, si osservi la complessità crescente dei problemi e delle aspettative dei nostri giorni: la convinzione, cioè, che l’umanità stia procedendo al galoppo verso una catastrofe certa e forse completa. Donde la necessità tassativa e urgente di mutare radicalmente rotta e di tenere il timone con molto maggior senso di responsabilità. La virata è possibile perché è stato l’uomo stesso a mettersi sulla rotta attuale; ma il colpo di barra deve essere preciso, e l’ora è già tarda". Ne “La qualità umana” del 1976 Peccei scriveva ancora: “Nella sua corsa disordinata, l’umanità è giunta a una grande svolta che nasconde pericoli senza precedenti, ma che può anche aprire orizzonti meravigliosi. Non può quindi permettersi di fare errori. Tutto dipende dall'uomo.”. Ancora, nel “Campanello d'allarme per il XXI secolo” del 1985 scriveva: “Altrettanto importante è il renderci conto che per la prima volta il nostro sarà un futuro planetario, nel senso che i due poli dell'alternativa che questo futuro ci propone - realizzazione di noi stessi o rovina - rischiano di coinvolgere l'intera umanità: non semplicemente alcune nazioni o regioni reciprocamente autonome”.

Il “Club di Roma”, in particolare, sottolineava la differenza tra crescita lineare e crescita esponenziale (quest’ultima propria dei sistemi complessi) nello sviluppo nel tempo dei cinque parametri principali presi in considerazione (popolazione, industrializzazione, sfruttamento delle risorse naturali, produzione di alimenti e inquinamento): mentre nella crescita lineare ad intervalli di tempo uguali corrispondono incrementi uguali, nella crescita esponenziale ad intervalli di tempo uguali corrispondono incrementi pari a una frazione costante del totale. Ci sono delle storielle che aiutano a comprendere questa differenza.

Si narra, ad esempio, che un giorno un mercante si recò dal Re per mostrargli un gioco da lui inventato: si trattava del gioco degli scacchi. Il Re, incuriosito, se ne fece spiegare le regole e, dopo alcune prove, volle subito sfidare il mercante per provare a vincere. Il Re e il mercante giocarono tutta la notte e, nonostante le ripetute sconfitte, il Re si divertì moltissimo. Come forma di gratitudine, il Re chiese al suo ospite cosa desiderasse in dono. Il mercante rispose umilmente che si sarebbe accontentato di ricevere un chicco di riso sulla prima casella della scacchiera, due chicchi sulla seconda, quattro chicchi sulla terza, otto sulla quarta, e così via sino alla sessantaquattresima casella che completava la scacchiera. Il Re, stupito da tanta modestia, ordinò ai suoi funzionari di accontentare immediatamente la richiesta del mercante. I funzionari cominciarono a contare quanti chicchi di riso avrebbero dovuto consegnare al mercante, ma – proseguendo nei calcoli – si accorsero che il numero dei chicchi da consegnare cresceva enormemente. Trascorsi alcuni giorni, si presentarono stupefatti e mortificati al cospetto del loro sovrano: per accontentare la richiesta dell’ospite, non solo non sarebbe bastato il raccolto dell’intero paese, ma nemmeno quello di tutto il mondo allora conosciuto. Il numero dei chicchi di riso che si sarebbero dovuti posare sull’ultima casella della scacchiera sarebbe stato pari a 2 elevato a 63, pari a poco meno di dieci milioni di trilioni di chicchi di riso. Una quantità di riso inimmaginabile, che nemmeno oggi si riuscirebbe a produrre in tutto il mondo in un anno.

Anche un indovinello francese per l’infanzia descrive lo stesso trabocchetto: “Supponete di avere un laghetto nel quale cresce una ninfea che ogni giorno raddoppia le proprie dimensioni: se potesse svilupparsi liberamente, la ninfea coprirebbe completamente il laghetto in trenta giorni, soffocando tutte le altre forme di vita presenti nell'acqua. Se si decide di tagliare la ninfea quando è arrivata a coprire metà dello specchio d'acqua, in quale giorno bisognerà farlo?”. La risposta è al 29° giorno: c’è quindi un solo giorno di tempo per salvare il laghetto.! Questo indovinello mostra la potenza dei feed-back in cibernetica e nei sistemi complessi: mentre la produzione agricola segue un andamento di crescita lineare o aritmetico, altri parametri, come la popolazione, seguono un andamento di crescita esponenziale o geometrico. Mostra anche l’urgenza delle scelte attuali dell’umanità, perché siamo all’alba del 30° giorno della storiella!

Ma l’umanità dimenticò presto gli avvertimenti del Club di Roma. Dopo un paio d’anni la crisi petrolifera del 1972 apparentemente si risolse e il “Rapporto sui limiti dello sviluppo” fu accusato di catastrofismo. Nonostante il fatto che già nel 1857 l’economista classico John Stuart Mill avesse ipotizzato uno stato stazionario dell'economia, inteso come una situazione di crescita zero dello stock di capitale fisico e della popolazione, ma caratterizzato da miglioramenti continui nella tecnologia e nell’etica, prevalse tra gli economisti l’idea neoliberista della crescita economica illimitata, secondo il modello marginalista della domanda-offerta.

Ci troviamo così, di nuovo, di fronte alla possibile catastrofe preconizzata nel secondo rapporto “Strategie per sopravvivere” al “Club di Roma” di Mihajlo Mesarovic e Eduard Pestel: “l’umanità è a una svolta nella sua storia: si tratta di proseguire lungo la via di una crescita indifferenziata cancerosa o di imboccare la via della crescita organica. Il passaggio dall’attuale crescita indifferenziata e squilibrata del mondo alla crescita organica rappresenterà un’alba, non una catastrofe, un inizio, non una fine".

Il motto neoliberista “Essere è espandersi” sembra, invece, non avere limiti, nonostante il fallimento della “teoria dello sgocciolìo”, secondo la quale la ricchezza dei super-ricchi è fonte di gocciolamento di ricchezza per i più poveri; il dramma è che a credere alla “teoria dello sgocciolìo” non siano solo i ricchi, ma anche i poveri!

Intanto i problemi si aggravano e serve a poco seguire il ragionamento di Ugo Bardi a proposito dell’”effetto Cassandra”, cioè del meccanismo psicologico che porta a denigrare a-priori le predizioni di tipo pessimistico: “La maledizione di Cassandra è la base del comportamento umano. Non riusciamo a prendere provvedimenti verso un problema finché non diventa veramente grave. Non sappiamo dove ci porterà questa incapacità di fare fronte al futuro, che pure è prevedibile entro certi limiti. Possiamo solo sperare che quelli che negano l’esistenza di qualsiasi problema vadano a rileggersi i libri di mitologia per rendersi conto che Cassandra, ai suoi tempi, aveva sempre avuto ragione”. Ma anche l’ammonimento di Ugo Bardi serve a poco, perché domina l’ignoranza! Sia i ricchi, sia i poveri, infatti, si chiedono: “Ma chi è questo Cassandra?!”.

Adolfo Santoro

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