DISSALATORE mercoledì 04 dicembre 2024 ore 10:35
Emergenza idrica, richieste di Legambiente
L'associazione ambientalista chiede ad Asa di rispettare opere e azioni previste nel contratto di Fiume
ISOLA D'ELBA-VAL DI CORNIA — "Le osservazioni di Asa, alle nostre critiche sulla necessità di un enorme dissalatore in continente anche ad uso dell’Isola d’Elba, con una nuova e costosa condotta sottomarina da aggiungere a quella esistente, non ci convincono assolutamente. C’è in primo luogo un elemento di metodo: in Val di Cornia per 3 anni si è lavorato con il progetto Rewat per definire una politica delle acque, con studi peraltro costati centinaia di migliaia di euro ai cittadini. Sono state acquisite le idee dei partecipanti, fatti approfondimenti con ricerche, redatti progetti, fatte sperimentazioni e avviati progetti pilota, analizzati i risultati di alcune opere messe in atto, ecc. Tutto questo ha portato ad avere un quadro esatto della situazione e scelto un indirizzo sul tipo di interventi che sono necessari per il territorio. Anche allora era presente il problema dell’aumento dell’ingressione salina nelle falde e dei possibili scenari futuri e nella fase finale ASA ha proposto un dissalatore".
Lo scrivono in una nota congiunta Legambiente Val di Cornia e Legambiente Arcipelago Toscano.
"Tutti gli interventi proposti e poi approvati, sono stati esaminati e convalidati da un comitato scientifico e infine, invece di accettare la proposta di Asa, - proseguono da Legambiente - è stato messo a punto un Piano di azioni da portare avanti che hanno le caratteristiche comuni di essere poco impattanti, poco costose e che si propongono di ripristinare gli equilibri naturali. Dal risparmio di acqua in agricoltura, alle opere di gestione dell’alveo del Cornia per incrementare il ravvenamento naturale delle falde, dal riuso delle acque reflue, alla captazione di acque potabili dal subalveo del fiume, dalle opere di ravvenamento artificiale alla diffusione di buone pratiche. Insomma tutto il lavoro svolto, è stato finalizzato al ripristino della falda profonda sia per il suo miglioramento qualitativo sia per affrontare i prevedibili scenari di siccità a seguito delle alterazioni climatiche in atto. È stato redatto un “Contratto di fiume” sottoscritto da Asa, Comuni, Consorzio di bonifica che ha coordinato, cinque uffici regionali della Toscana con responsabilità nella tutela dell’acqua, genio Civile, idrologico, agricoltura e autorizzazioni ambientali, Università, associazioni ambientali, associazioni di categoria, scuole, ordini professionali, aziende e Istituti di controllo ambientale".
"Quindi Asa non deve rispondere a Legambiente ma a tutti i firmatari del Contratto di fiume. - aggiungono da Legambiente - Le azioni che sono previste dal Contratto di Fiume, di competenza Asa invece non vengono realizzate. In primo luogo quel prelievo di acque di sub-alveo del Cornia in loc. Forni che darebbe una grande quantità di acqua senza cloruri e quindi in grado di risparmiare acqua e energia dei costosi impianti di trattamento. A noi sembra che l’idea di grandi investimenti da scaricare sulle bollette dei cittadini non sia una grande idea in un’area dove già i troviamo ad avere tra le bollette tra le più alte d’Italia. Asa si troverebbe così a realizzare un progetto scartando ogni altra alternativa condivisa da cittadini, associazioni e istituzioni ed essendo nello stesso tempo soggetto promotore e soggetto beneficiario. Toccherà ai cittadini pagare questa nuova e non necessaria opera".
"All’Elba, oltre al prossimo avvio del dissalatore, si devono realizzare quel tipo di opere che sono previste anche al Contratto di fiume in Val di Cornia (magari trasformando in un Contratto di Isola), - aggiungono da Legambiente - cioè risparmi, riduzione delle perdite, censimento degli emungimenti abusivi, ravvenamenti delle falde, depurazione e riutilizzo dei reflui, per una vera autonomia idrica insulare".
"Si devono invece spendere quasi 100 milioni di euro per una nuova condotta sottomarina (quanto servirebbe probabilmente a rifare l’intera rete idrica elbana e a ridurre radicalmente le perdite) solo perché Asa dice che ci potrebbero essere “guasti agli impianti”. Quali?", concludono da Legambiente.
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