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Attualità giovedì 18 marzo 2021 ore 14:00

Valorizzare le antiche piante da frutto dell'Elba

Il professor Agostino Stefani in un campo di cipolle

Questo l'obiettivo di un progetto del Parco nazionale dell'Arcipelago che ha censito 29 varietà vegetali da inserire nell'anagrafe della biodiversità



PORTOFERRAIO — E' fase di conclusione il progetto di ricerca condotto dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano nell’ambito della tutela della biodiversità agraria, volto ad ottenere il riconoscimento ufficiale di varietà locali dell’isola d’Elba per alcune piante ortive, tra cui la cipolla di Patresi, la cipolla ciatta e la cipolla della Zanca, il cavolo di Patresi e varie tipologie di fagiolo e pomodoro. 

Oggetto di studio sono state anche alcune varietà autoctone di piante da frutto quali: susino, melo, pero, agrumi, ciliegio, vite e fico. In effetti, come spiegano dal Parco nazionale in una nota, si tratta di antiche varietà locali ancora oggi conservate negli orti e nei giardini privati, che costituiscono un ampio patrimonio dell’attività agricola del passato che adesso è esposto al rischio di estinzione, a causa della tendenza dell’agricoltura moderna all’utilizzo di varietà selezionate per ottenere la massima produttività. Queste tendenze infatti portano a soppiantare le colture tradizionali, che si riducono nel numero complessivo di varietà coltivate, impoverendo così la biodiversità agricola.

Cipolla di Patresi

Il progetto è stato finanziato dalla Regione Toscana con risorse del Psr Feasr 2014 – 2020, sottomisura 10.2 per il sostegno alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura, attraverso l’attività dell’Ente Terre Regionali Toscane. 

Lo studio è stato realizzato con la collaborazione dell’agronoma dottoressa Giulia Spada e del professor Agostino Stefani della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, attraverso l’analisi delle particolari caratteristiche morfologiche distintive del fiore, del frutto e delle foglie delle varietà sopra elencate. 

Susino San giovannina bianco

Le analisi sono state svolte nei laboratori specializzati del Crea di Tavazzano (LO) e del Dipartimento Scienze della Vita dell’Università di Siena, che hanno individuato differenze genetiche tra le varietà elbane e quelle commerciali o di altre regioni d'Italia utilizzate come confronto. 

I dati così ricavati hanno consentito al Parco Nazionale di poter fare domanda di iscrizione di 29 varietà vegetali nel Repertorio Regionale delle Risorse Genetiche Locali della Toscana ed all'Anagrafe Nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare. 

In attesa che l’iter si concluda, sono state già attivate dal Parco iniziative per garantire il mantenimento e la conservazione di queste varietà sul territorio elbano, attraverso l’approvazione di un regolamento della Banca dei semi dell’Arcipelago Toscano e la conseguente creazione di un albo di coltivatori custodi dell’Arcipelago Toscano, che prevede la collaborazione attiva da parte di agricoltori locali.

E' stato inoltre avviato il coinvolgimento di alcune scuole, di vivaisti e di trasformatori, nonché una sensibilizzazione degli agricoltori, degli agriturismi, oltre ad altre strutture di ricezione turistica locale (gli ecohotel) che hanno messo a dimora le varietà di ortive e legnose da frutto oggetto dello studio.


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