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Attualità mercoledì 19 giugno 2019 ore 12:15
Rete dell’infarto, l’Elba “isola cardioprotetta"

Il resoconto del convegno promosso dall'Asl Toscana nord ovest dove sono stati fatti esempi positivi di soccorsi tempestivi che hanno salvato persone
PORTOFERRAIO — “Per un paziente proveniente dal territorio di Livorno occorrono circa 63 minuti per avere aperto il vaso responsabile dell’infarto. Per Luca, turista napoletano salvato mentre faceva il bagno alla spiaggia di Cavo ovvero uno dei contesti più 'disagiati' di un territorio “disagiato”, ne sono serviti 78: ovvero un tempo che a volte non si riesce a garantire nemmeno sulla terraferma. Per questo possiamo affermare che l'Elba è un'isola cardioprotetta”.
Queste le parole dette da Lara Frediani, responsabile aziendale della rete per l'infarto nella Area Sud dell’Azienda Toscana nord ovest in occasione dell’incontro che si è tenuto sabato 15 Giugno a Portoferraio dal titolo “Nessun cuore è un’isola - La rete dell’infarto miocardico per l’Elba”.
“L'infarto miocardico acuto (IMA) – continua Frediani – si manifesta quando un'arteria del cuore si chiude all’improvviso. Fondamentale è riaprirla nel minor tempo possibile. L’Azienda ha organizzato così una rete di assistenza tale da garantire equità di trattamento per ogni cittadino indipendentemente dalla sede di provenienza compresi i territori più complessi come sono sicuramente le isole. La procedura messa in piedi permette di fare diagnosi in breve tempo, di cominciare sul posto il trattamento e trasportare il paziente direttamente nella sala di emodinamica di Livorno, dove l'arteria occlusa viene riaperta in pochi minuti con la tecnica dell'angioplastica”.
Il modello organizzativo si basa sull’integrazione della rete della emergenza territoriale, intesa come 118 e associazioni di volontariato, dei pronto soccorso e dei reparti cardiologici.
Questo sforzo organizzativo, come spiegano dall'Asl, basato sulla innovazione tecnologica grazie alla possibilità di inviare dati in tempo reale ai reparti, ma anche sul coordinamento delle forze in campo, permette di salvare vite umane ottimizzando i passaggi necessari.
“Per garantire tutto questo in una patologia tempo-dipendente – ha ricordato Gianni Donigaglia, presidente nazionale Anspi e direttore della zona distretto Elba per l’Azienda Usl Toscana nord ovest – è fondamentale, oltre allo sforzo del personale sanitario, anche stimolare una partecipazione attiva dei cittadini ovvero formare quante più persone possibile affinché siano consapevoli del loro ruolo a garanzia della propria salute e di quella degli altri. Da qui l’esigenza di organizzare incontri come questo per sensibilizzare all’argomento e permettere non solo imparare a riconoscere i sintomi dell’infarto, ma anche le procedure e le manovre di primo soccorso”.
L’intervento di “Adeguamento rete infarto per le isole” fa parte della attuazione del progetto nazionale di “Ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle isole minori e nelle località caratterizzate da eccezionali difficoltà di accesso” finanziato dal Ministero della Salute (Delibera CIPE n. 122/2015) di cui la Regione è capofila delle regioni del centro Italia. Il progetto è attuato dal settore Organizzazione delle cure e percorsi cronicità della Direzione Diritti della Cittadinanza e coesione sociale.
Tra gli interventi registrati all’incontro anche quelli di Francesco Bovenzi (Cardiologia Lucca),Ferdinando Cellai (Dipartimento Emergenza Urgenza), Rita Dragoni e Donatella Catarsi (Centrale Operativa 118 Area Sud), Chiara Pini (Dipartimento professioni infermieristiche ed ostetriche) e Francesco Bellomo (Governo Clinico).
Qua sotto come allegato è possibile visionare e scaricare il decalogo salva infarto con le principali informazioni.
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