Attualità giovedì 28 maggio 2020 ore 17:45
Elba 21/27, il punto di vista di Confesercenti

Franco De Simone, presidente di Confesercenti parla del futuro dell'Elba di una riorganizzazione all'insegna della semplificazione e dell'unità
PORTOFERRAIO — Prosegue il dibattito sulla eventuale riorganizzazione dell'isola avendo come obiettivo quello che abbiamo chiamato Elba 21/27 (leggi qui l'articolo) per capire se l'isola sarà in grado di raccogliere le sfide del futuro in modo unitario. Dopo vari interventi di amministratori ed ex amministratori, abbiamo raccolto il parere di un rappresentante delle associazioni di categoria. Qui di seguito infatti vi presentiamo un'intervista rivolta a Franco De Simone, presidente di Confesercenti Elba.
In questi giorni si è riaperto il dibattito sulla necessità di rivedere l'organizzazione amministrativa dell'Elba divisa in 7 Comuni in particolare riguardo alla semplificazione amministrativa. Come presidente di Confesercenti Elba, quindi a contatto quotidiano con i commercianti, come vede l'Elba del futuro? Il Comune unico potrebbe essere una soluzione oppure un servirebbe ente diverso come una comunità isolana, come proposto nel manifesto del vicesindaco di Capoliveri Barbetti?
“Il Comune unico è l'unica soluzione accettabile se auspichiamo davvero
ad uno sviluppo dell'isola. Se vogliamo davvero un sistema unitario
di regole e condizioni in tutto il territorio isolano, anche a
garanzia di una corretta competitività di tutte le aziende con
certezza di diritti e doveri indipendentemente da dove l'azienda è
situata.
Senza scordarci di come il Comune unico aumenterebbe la
velocità di gestione dei rapporti con le istituzioni, e senza
trascurare un evidente risparmio economico, ma questo lo metto come
ultimo punto.
Le altre formule (Comunità Montana, unione dei
Comuni, conferenza dei Sindaci, ecc.) utilizzate nel tempo hanno
sempre mostrato limiti importanti. Perché giustamente il sindaco è
alla fine il solo responsabile del proprio territorio. E solo lui può
decidere per i propri cittadini. Riporto un esempio concreto,
riferito agli avvenimenti degli ultimi giorni. La conferenza dei
sindaci qualche giorno fa si è trovata d'accordo nel non applicare
controlli particolari riferiti al Covid-19 per coloro che arrivavano
all'Elba. Ma non c'è stata unanimità perché il Comune di Porto
Azzurro ha deciso che gli ospiti che arrivavano nel proprio
territorio dovevano presentare il sierologico fatto entro le 72 ore
precedenti, oppure erano costretti alla quarantena di 14
giorni (leggi qui l'articolo).
E aveva tutto il diritto di fare ciò che ha fatto. Perché
come dicevo, il sindaco è il solo responsabile della sicurezza
sanitaria dei propri cittadini".
Secondo lei quali azioni dovrebbe fare l'Elba per raggiungere una unità di intenti soprattutto sul piano operativo?
“Qualsiasi
soluzione che sta in mezzo non risolve il problema che sta alla
radice ed è evidentemente di approccio culturale: una cosa è
prendere una decisione che riguarda l'isola pensandola come 7
territori diversi, un'altra è ragionare pensando l'isola come unico
comprensorio.
Tuttavia vista la realtà delle cose, prendere
delle decisioni in maniera unitaria, applicare le stesse regole,
formulare le stesse strategie, è una necessità sempre più
improrogabile. Sempre di più
dobbiamo abituarci a prendere decisioni unitarie sull'Elba, sempre
più dobbiamo sforzarci di pensare come Elba e non come singolo
Comune. Ben vengano tavoli come
quelli fatti nelle scorse settimane
sotto l'Ambito Elba, con l'OTD
messo in piedi virtualmente che ha permesso il confronto e la
condivisione di soluzioni in questo periodo di forte preoccupazione.
Al momento sono l'unica soluzione per occuparci dei problemi
dell'Elba e per programmarne le linee strategiche, la visione sul
futuro dell'isola”.
Ci sono poi una serie di opportunità che l'Elba potrebbe cogliere legate per esempio alla programmazione dei fondi europei FESR e FSE+ 21/27 che richiederebbero un progetto d'insieme. Secondo lei in che modo l'Elba può cogliere questa sfida?
“Su questo tema preferisco non rispondere perché avrei bisogno di analizzare in maniera dettagliata le linee programmatiche FESR e FSE+ 21/27. Usciti da questa emergenza virus, con i professionisti presenti in Associazione approfondiremo tutti gli obiettivi e cercheremo di essere propositivi. Quello di cui mi sono reso conto in questi anni è che l'Elba non ha mai brillato in capacità di produrre progetti comprensoriali. La capacità di progettare sta alla base per intercettare fondi europei. Soprattutto in questo campo dovremmo superare gli steccati ed unire le forze. Pensare tutti assieme nei termini di sostenibilità ambientale, salvaguardia della Natura, mobilità green, blue economy ecc., tutto questo per aumentare al qualità della vita di noi residenti e allo stesso tempo dei nostri ospiti”.
Valentina Caffieri
© Riproduzione riservata
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