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Attualità mercoledì 27 maggio 2020 ore 17:30

Elba 21/27, il punto di vista di Italia Nostra

Cecilia Pacini, presidente di Italia Nostra Arcipelago toscano e Italia Nostra Toscana

Nel dibattito sul futuro amministrativo dell'isola d'Elba proponiamo il punto di vista di un'associazione impegnata in progetti culturali e ambientali



PORTOFERRAIO — Prosegue il dibattito sul futuro dell'isola d'Elba e sulla eventuale riorganizzazione e semplificazione dal punto di vista amministrativo. Dopo le posizioni di alcuni sindaci ed ex amministratori, dopo il manifesto diffuso dal vicesindaco di Capoliveri Barbetti in cui parla di comunità isolana e del sindaco di Portoferraio che auspica il Comune unico (vedi gli articoli correlati sotto), abbiamo chiesto il punto di vista dell'associazione Italia Nostra Arcipelago Toscano che si occupa di valorizzazione del territorio attraverso progetti culturali e ambientali. A parlare per voce di Italia Nostra è la presidente Cecilia Pacini.

Qual è il punto di vista di Italia Nostra Arcipelago Toscano rispetto all'ipotesi di una riorganizzazione che vada verso una unità amministrativa dell'Elba?

"Gli elbani guardano il problema dal punto di vista interno: del proprio paese, del proprio quartiere, della propria zona. È come se guardassero l’Elba da un cannocchiale messo alla rovescia. È come se non volessero mai farsi rappresentare o dialogare col continente. Il Comune Unico non significa rinunciare alla storia di ogni parte dell’isola, ma permetterebbe di avere un’amministrazione più efficiente, una rappresentanza più credibile, un peso contrattuale più forte, una visibilità maggiore. Non esiste il pericolo che il Comune Unico schiacci le caratteristiche e ricchezze delle varie comunità locali. Lo spiega in maniera chiarissima la Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa, sul valore dell’eredità culturale per la società. Il valore della nostra storia, delle nostre tradizioni, appartengono ai cittadini e devono essere usati saggiamente 'come risorsa per lo sviluppo sostenibile e per la qualità della vita in una società in costante evoluzione'. Il Comune Unico sarebbe facilitato nel dialogo anche con le altre isole dell’Arcipelago toscano, oltre che col continente".

E in questa fase quale strumento ritiene utile anche per intercettare importanti fondi europei per l'Isola? Riguardo ai fondi FESR e FSE+ 2021/2027 pensa che l’Elba riuscirà a partecipare unita?

"Finora la partecipazione dell’Elba a finanziamenti pubblici importanti è stata talmente modesta da far sospettare che l’attenzione sia stata catalizzata dalla tassa di sbarco. L’Elba ha perso e continua a perdere tanti 'treni', non solo perché i nostri comuni, presi singolarmente, sono troppo piccoli per essere ascoltati, ma perché talvolta si rifà a modelli sorpassati, conosce poco i propri beni, guarda con sospetto o indifferenza la nascita di reti con altri comuni che perseguono interessi simili, dedica alla stesura di progetti dei ritagli di tempo, lascia che il proprio ruolo nel contesto mediterraneo e internazionale ci arrivi passivamente di riflesso solo per il mito napoleonico. Un Comune Unico sarebbe in grado di intercettare finanziamenti regionali, nazionali, europei, partecipare a concorsi internazionali, collegarsi a reti, a enti, a progetti. Sarebbe in grado di rappresentare l’Elba come interlocutore attendibile, perché avrebbe una direzione scientifica e amministrativa del proprio patrimonio, delle sue ricchezze e bisogni, una visione completa che ora è assente. Riuscirebbe a rendersi conto di che cosa abbiamo e chi siamo, coordinando tante realtà diverse che non dialogano tra loro o che, a volte, non si conoscono neppure".

Valentina Caffieri
© Riproduzione riservata


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