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Cronaca giovedì 04 agosto 2016 ore 11:42

Bambole gonfiabili sul palco e scoppia la polemica

L'esibizione della MecoGang durante il Neverendig Festival scatena la reazione di due donne. Sul web l'episodio diventa virale e infiamma i commenti



PORTOFERRAIO — Dopo Pokemon Go è la bambola gonfiabile l'oggetto che caratterizzerà l'estate 2016. Si sono appena placate la polemiche per l'uso del feticcio sessuale da parte del leader della Lega, Matteo Salvini, nei confronti della presidente della Camera Laura Boldrini, che anche all'Elba va in scena un episodio simile in Do minore.

E' successo la sera del 31 luglio, ultima data del festival rock elbano Neverendig Festival, che ha animato Portoferraio per tre notti raccogliendo un ottimo consenso sia in termini di qualità per le band salite sul palco che di presenze.

La chiusura è stata tuttavia ben più rovente di quanto gli organizzatori si aspettassero. Durante l'esibizione della Mecogang, storica band elbana capitanata dal cantautore bassista Stefano Tanghetti (Meco), che ha presentato il suo ultimo album Basta che funzioni, uscito nel febbraio 2016 per l'etichetta Kaleido, sul palco sono state issate due bambole gonfiabili a corredo di una canzone il cui testo è abbastanza esplicito.

La donna migliore, questo il titolo della canzone, recita infatti come "la donna migliore è quella che non sa parlare ma ti fa godere". Concetto ribadito appunto dall'esibizione delle due bambole sul palco. 

Un insieme di immagini e parole che non è andata giù a Tatiana Paolini e Brit Hermann, una turista tedesca che si è precipitata sul palco per eliminare i simulacri erotici e gettarli nella piazza sottostante. Una protesta che è proseguita in maniera animata con un battibecco acceso fra il cantante e le due ragazze tra accuse di scarsa attività erotica da una parte e sessimo dall'altra.

I due gruppi sono arrivati anche a contatto poi separati da altre persone che assistevano al concerto con una coda polemica nella notte (il gruppo di ragazze è andato a smaltire la rabbia in un bar in calata ignorando che al piano superiore abita lo stesso Tanghetti).

Sul web sono impazzate le polemiche con gruppi e commenti a supporto ora di uno ora delle altre. "Mi sono accorta che la mia amica era salita sul palco - ci racconta Tatiana - e ho apprezzato subito il suo coraggio perché quelle due bambole strizzate in biancheria da sexy shop mentre lui cantava quei versi avevano già turbato anche me e qualcun altro. 

Invece di scusarsi ha rivolto a me e alla mia amica frasi volgari ingiuriose e sessiste sottolineando ulteriormente la sua idea di donna. Sono intervenuta urlando da sotto il palco ritenendo che fosse necessaria una voce che bilanciasse la sua. Ha dimostrato la sua natura violenta e maschilista. 

In questi giorni sul giornale c'erano ancora una volta notizie di donne uccise da uomini che molto probabilmente pensavano che avrebbero dovuto parlare meno e farli godere di più. Penso che idee come quelle che lui mette in circolazione con le sue canzonette possano fare da humus alla generale incultura della violenza sulle donne che in troppi casi conduce perfino al femminicidio". 

"Voglio puntalizzare - conclude la Paolini - che la persona che è salita sul palco non è abituata alle esternazioni del machismo italiano a cui pare invece che molte giovani elbane siano del tutto assuefatte".

Brit Hermann, la ragazza che è salita sul palco rende la sua versione: "Doveva essere una serata per dimenticare il quotidiano e rilassarsi. Questa era l'intenzione. La musica rock per ballare e scuotersi di dosso la pesantezza. Infatti la serata era cominciata molto bene con i Party Crucher e i Bristol che ci hanno fatto divertire e ballare. Alla fine l'apparizione sul palco di due bambole gonfiabili con tanto di lingerie. La canzone era stata preannunciata come una canzone sull'amore e infatti parlava più che altro della incapacità di amare le donne. A parte quelle che stanno zitte e ti fanno godere. 

Questo il grande rilievo artistico del bambolo ferajese. Il sessismo e la volgarità erano probabilmente l'unica speranza di farsi
notare. Un offesa a tutto il pubblico. Per me è stato insopportabile. E vero sono tedesca e certe espressioni di bieco maschilismo in un luogo alternativo per me sono inaccettabili. 

Quindi dovevo andare via, non ci deve essere un posto dove mi posso divertire? Sono salita sul palco, non mi è sembrato di avere scelta, e ho tolto le bambole. A chi è sembrato un gesto esagerato vorrei far capire che come donne dobbiamo far fronte ogni giorno ad ogni tipo di violenza da parte del sesso maschile. In genere proprio chi ci è più vicino abusa di noi fino ad ucciderci. Il compagno, il marito, il padre, il fratello ci vorrebbero senza cervello e sempre a disposizione. 

Certo non tutti gli uomini sono così, ma infatti voi che non volete essere maschilisti vi dovreste sentire offesi e umiliati per primi da questo spettacolo di riduzione del femminile. Che bello sarebbe stato se finalmente un uomo si fosse indignato in prima persona. Bisogna prendere posizione, non c'è più tempo per fare i vaghi e le vaghe.

Ora so che alla mia amica che più mi ha difeso contro la violenza fisica quella notte è stato fatta una violenza mediatica pazzesca. Non sono su facebook e non so i particolari ma sono molto amareggiata. Sono solidale al 100% con lei come lei lo è stata con me. Chiedo anche a chi la pensa uguale di intervenire. E' vero, la violenza sessuale è onnipresente ma lo sarà solo finchè noi lo permettiamo. Sarebbe anche il caso che l’organizzazione del Neverending prendesse una posizione pubblica".

Neanche Tanghetti fa marcia indietro e interrogato sull'accaduto ci commenta: "Sono state loro ad aggredirmi salendo sul palco mentre stavo cantando, un'azione molto grave perchè non avevo idea delle loro intenzioni. Se non erano d'accordo con quello che stavo cantando o non apprezzavano la mia musica potevano benissimo andarsene.

Sulle bambole gonfiabili non ci vedo nulla di male: la mia canzone è ironica e se l'avessero ascoltata veramente se ne sarebbero accorte. 

Descrive un momento particolare nella vita di ogni coppia, quando due litigano e uno pensa chi me l'ha fatto fare. Non istiga al femminicidio o alla violenza in nessuna maniera e mi spiace che sia collegata ai fatti gravi di questi giorni ma io l'ho scritta un anno e mezzo fa".

"La mia era certo una provocazione ma chi non vuole sentire provocazioni non dovrebbe venire a certi concerti. L'ironia l'hanno colta tutti tranne loro due".

A conclusione: la provocazione è certo parte integrante della grammatica rock di tutti i tempi ma i tempi possono essere anche sbagliati. In questo momento storico, con donne che pagano con la vita certe idee portate dentro da persone malate, la vera provocazione potrebbe essere invece un messaggio di rispetto universale. Del resto: it's a hard way to the top if you wanna rock'n'roll.

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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