Attualità lunedì 16 dicembre 2024 ore 18:30
Carcere,"persone malate da aiutare altrove"

Licia Baldi, presidente dell'associazione Dialogo, interviene sulla situazione del carcere di Porto Azzurro non adeguato per alcuni detenuti
PORTO AZZURRO — "Leggo sui giornali del 14 dicembre della notte di tensione nel Carcere di Porto Azzurro, dove un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella ( e non è la prima volta in questi ultimi mesi). Si era nascosto sotto il letto per non farsi trovare e così farla finita. Lo hanno salvato gli agenti della Polizia penitenziaria, ai quali esprimo,e credo di poterlo fare a nome di tutti i volontari che operano nel carcere di Porto Azzurro, sincera solidarietà e stima".
Lo scrive in una nota Licia Baldi, presidente di Dialogo, associazione di volontariato carcerario, che opera nella casa di reclusione di Porto Azzurro.
"Leggo anche l'ottimo e dettagliato intervento di Raimonda Lobina, garante territoriale dei diritti delle persone private della libertà, - prosegue Baldi - una lettera indirizzata alle autorità preposte alla politica penitenziaria e all'applicazione del dettato costituzionale. Giustamente Lobina evidenzia, nella esplosiva situazione della Casa di reclusione di Porto Azzurro, le possibili conseguenze irreversibili A portare scompiglio e pericolo sono individui così descritti; "individui con grossi problemi sia psichici che comportamentali, sovente stranieri e con vissuti problematici, non curanti delle regole, che non hanno niente da perdere e che nella maggior parte dei casi mettono a serio rischio la gestione dell'istituto con comportamenti aggressivi e violenti"".
"Certamente sono persone assolutamente inadatte a scontare la loro pena in una casa di Reclusione quale l'Istituto di PortoAzzurro,organizzato per detenuti ergastolani o comunque con lunghe pene e che non ha risorse nè disponibilità per provvedere a malati psichiatrici o a tossicodipendenti, magari in carcere per scontare brevi periodi di pena. Ma io vorrei proprio a loro volgere il mio sguardo e il mio pensiero, a questi "colpevoli" di tanto trambusto. E penso, anzi sono certa, che siano anche loro vittime, sofferenti e disperate. Ne ho conosciuto qualcuno e non parlo a vanvera. Sono persone che vanno curate e sicuramente ospitate in un contesto che non può essere la casa di Reclusione di Porto Azzurro. Ne soffre tutto l'ambiente carcerario,dagli operatori ai detenuti lungodegenti e ne soffre fino a voler morire il detenuto con gravi disturbi psichiatrici. O forse crediamo che abbia appiccato fuoco fin quasi a morire per divertimento o per far dispetto a qualcuno? A questa persona , ai suoi familiari, che magari sperano di poterlo riavere migliorato e riabilitato chi risponde? Chi è il vero colpevole, l'irresponsabile? E qual è il rimedio? Come leggo nell articolo scritto dal sindacato UilPa, questa grave situazione sarà gestita facendo ricorso a un vero e proprio sballottamento da carcere a carcere di questa particolare tipologia di detenuti? Sono persone, ricordiamocelo tutti, e persone malate e sofferenti, che vanno aiutate e curate, certo in un struttura protetta, perchè non danneggino se stessi e gli altri.Sarà forse pure l'ora di diventare un paese umano, responsabile e civile", conclude Licia Baldi.
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