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Attualità mercoledì 25 novembre 2020 ore 19:28

L'aeroporto elbano e la necessità di una visione

Boccardo, amministratore unico di AlaToscana, dichiara: “I sindaci elbani devono decidere se dare un futuro all'aeroporto e agire di conseguenza”



CAMPO NELL'ELBA — Mentre continuano i voli in continuità territoriale di Silver Air fra l'Elba e la Penisola, nonostante l'emergenza Covid, si pone nuovamente la questione di quale futuro possa avere l'aeroporto elbano. Circa un anno fa, durante la relazione annuale dell'associazione Albergatori Elba, Claudio Boccardo, amministratore unico di AlaToscana, società che gestisce lo scalo aeroportuale elbano, aveva lanciato un appello ai sindaci elbani affinché decidessero se dare o meno un futuro all'aeroporto (leggi qui l'articolo).

Claudio Boccardo

AlaToscana inoltre lo scorso Dicembre aveva presentato alla Regione Toscana e agli altri soci uno studio di fattibilità per l'ampliamento della pista dell'aeroporto di Campo nell'Elba in modo tale da poter accogliere vettori da 70 passeggeri (leggi qui l'articolo).

Nel Luglio 2019 inoltre i sindaci elbani riuniti nella Gat avevano stabilito di attivare con i fondi della tassa di sbarco un fondo di garanzia per incentivare voli strategici internazionali (leggi qui l'articolo), in attesa che l'Elba potesse avere un aeroporto più grande, decisione che poi fu stoppata dal sindaco del Comune di Rio  (leggi qui l'articolo) che, in base ad un parere legale, aveva dichiarato inammissibile tale provvedimento. Tuttavia un modo alternativo poteva essere trovato, come aveva sottolineato il sindaco di Portoferraio Angelo Zini (leggi qui l'articolo).

A distanza di un anno però la situazione è ancora in stallo. “La situazione da dicembre scorso non si è evoluta – ci ha spiegato Claudio Boccardo, amministratore unico di AlaToscana – Il Covid ha sicuramente cambiato un po' il panorama generale dando ai sindaci molte incombenze che un anno fa certo non potevano neanche immaginare. Anche noi come aeroporto ci troviamo in difficoltà e da marzo a giugno abbiamo tenuto aperto per garantire un servizio ma senza ricavi. Stiamo usufruendo della cassa integrazione a rotazione per i 10 dipendenti che abbiamo in questo momento e cerchiamo di fare un'operazione impossibile di ridurre le spese e far fronte a costi”.

“Ma il problema importante che pongo – ha aggiunto Boccardo - è quello di una prospettiva strategica e di un disegno valido per lo sviluppo dell'aeroporto elbano. I sindaci devono decidere se l'Elba vuole o no un aeroporto. Molte altre isole del Mediterraneo si sono già organizzate per essere accessibili a flussi importanti del turismo internazionale”.

Il punto, come ha spiegato Boccardo sta nel comprendere che “non ci sono più compagnie pronte ad investire in collegamenti aerei da 30-50 posti, per cui l'unica alternativa per non finire fuori dal radar del turismo internazionale del traffico aereo è quella di ampliare la capacità della pista per vettori fino a 70 posti. Noi abbiamo presentato uno studio di fattibilità ma per passare ad un progetto esecutivo servono molte risorse. I primi di dicembre avrò un incontro in Regione con il nuovo assessore e con gli azionisti e ripresenterò lo studio di fattibilità per l'ampliamento dell'aeroporto. E' ovvio che la Regione poi chiederà che il progetto sia condiviso dal territorio e qui il ruolo importante è svolto dai sindaci dei vari Comuni, perché se alcuni sindaci di importanti Comuni hanno capito la strategicità dell'aeroporto altri invece o non lo hanno compreso oppure hanno un'altra visione”.

“Noi stiamo continuando a collaborare con la Gat – ha aggiunto Boccardo - e ho un buon dialogo sia con il sindaco di Capoliveri Walter Montagna che con il coordinatore della Gestione Associata Niccolò Censi, con i quali ho avuto diversi incontri. Tuttavia i sindaci elbani non si sono ancora coordinati in modo tale da arrivare ad un punto su cui poi procedere. Credo che se si vuole che l'aeroporto possa avere uno sviluppo per poter rendere l'isola più attrattiva per i flussi turistici sia importante, in attesa che il progetto possa essere realizzato e serviranno per ipotesi almeno 5 anni, che nel frattempo siano trovate forme per incentivare i voli internazionali strategici di collegamento, in particolare con Svizzera e Germania. Perché non ci sono compagnie aeree pronte ad investire con vettori così piccoli dove il servizio non risulta sostenibile economicamente. Il punto è che si richiede che i sindaci facciano una scelta sull'aeroporto e sulla destinazione degli introiti della tassa di sbarco. Poi, se c'è la volontà condivisa, attraverso esperti legali può essere trovata una forma che permetta all'aeroporto di mantenere i collegamenti internazionali in attesa che vada avanti il progetto di ampliamento della pista”.

“Credo che questo sia un momento importante e che ci siano anche molte opportunità anche per attrarre investitori internazionali che però vogliono avere certezze sulle regole. Attivare incentivi per mantenere attivi dei collegamenti internazionali è un'attività che viene fatta sia in Europa che all'estero”, ha concluso Boccardo.

Vedremo se nella prossima riunione della conferenza dei sindaci elbani, riuniti nella Gestione associata del turismo (che dovrebbe svolgersi comunque entro la fine dell'anno), ci sarà una svolta sulla questione dell'aeroporto elbano.

Valentina Caffieri
© Riproduzione riservata


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