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Attualità sabato 24 maggio 2025 ore 09:45

Studio sul volontariato all'Elba

Presentato il primo report completo sul volontariato elbano, promosso da Cesvot e Fondazione Elba, in collaborazione con UniPi e Simurg Ricerche



PORTOFERRAIO — È stata presentata ieri “Il volontariato all’Elba: identità, bisogni e prospettive”, la più ampia indagine mai condotta sul volontariato all’Isola d’Elba, un lavoro di ricerca che offre una fotografia dettagliata dell’identità, delle strutture, dei bisogni e delle prospettive delle organizzazioni attive sul territorio. 

Il progetto, promosso da Cesvot e dalla Fondazione Isola d’Elba, è stato realizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa con il supporto di Simurg Ricerche.

L’indagine ha coinvolto 179 soggetti, tra enti iscritti e non iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts), raccogliendo 118 risposte valide e statisticamente rappresentative. L’Elba si conferma un territorio ricco di solidarietà, con un’elevata densità associativa e una vivace presenza di realtà culturali, sportive, sanitarie e ambientali.

"Questo report rappresenta un passo importante per comprendere a fondo le dinamiche del volontariato in un contesto particolare come quello dell’Isola d’Elba, dove la distanza geografica può tradursi in isolamento anche per il terzo settore. Abbiamo davanti un tessuto associativo generoso, radicato e motivato, ma che ha bisogno di strumenti, formazione e reti più solide per poter affrontare le sfide attuali e future. Come Cesvot, crediamo che la conoscenza sia il primo passo per agire: ascoltare i bisogni delle organizzazioni ci permette di costruire risposte più efficaci, pensate su misura. Il nostro impegno sarà quello di rafforzare la presenza sul territorio, facilitare l’accesso a servizi di qualità e favorire l’innovazione, affinché il volontariato elbano continui ad essere una risorsa vitale per l’intera comunità”, spiega Luigi Paccosi, presidente Cesvot.

“Grazie al dialogo fra gli ETS elbani e alla condivisione di esperienze e progetti – aggiunge Patrizia Lupi, direttrice della Fondazione Isola d’Elba - è nata una rete coesa e solidale che aiuta la Comunità acrescere e a mettere in campo sempre nuove risorse economiche e professionali. Sono molti i cittadini elbani che dedicano tempo, cuore e intelligenze per una democrazia partecipata epropositiva, condividendo, oltre all’amore per la propria isola, il desiderio di uno sviluppo sostenibile che parta dalla cultura e dagli interventi nel sociale. Intendiamo allargare la nostra base coinvolgendo i giovani, partendo dalle loro proposte, aiutandoli a mettere in campo le loro idee. Ci auguriamo che la ricerca chiarisca gli obiettivi individuando i fabbisogni del terzo settore elbano oltre a sensibilizzare il mondo imprenditoriale e le Istituzioni sul ruolo determinante che l’associazionismo può svolgere nella costruzione di un progetto di futuro”.

Il volontariato elbano si presenta con caratteristiche peculiari: organizzazioni di piccole e medie dimensioni, volontari prevalentemente adulti (età media 50,8 anni), una leggera prevalenza maschile (55,3%) e un forte radicamento locale. Tuttavia, emergono criticità legate alla difficoltà di coinvolgere giovani, stranieri e volontari occasionali.

Dal punto di vista organizzativo, prevalgono modelli gestionali tradizionali, con scarso utilizzo di strumenti digitali e limitata collaborazione tra enti. La stagionalità e la mancanza di spazi condivisi per l’aggregazione civica rappresentano ulteriori fragilità. I principali bisogni espressi dalle organizzazioni si articolano su tre livelli tra loro interconnessi. A livello comunitario, emergono come prioritari il potenziamento dei servizi sanitari, il miglioramento dell’istruzione e il rafforzamento delle politiche giovanili. 

Sul piano territoriale, si avverte la necessità di costruire reti associative più stabili, promuovere un dialogo più strutturato con le istituzioni e istituire un presidio locale che possa fungere da punto di riferimento per il volontariato. 

Infine, dal punto di vista organizzativo, le criticità principali riguardano la carenza di risorse economiche e umane, una formazione spesso frammentata e una limitata propensione all’innovazione. 

Il report sottolinea come, nonostante le difficoltà, il volontariato elbano mantenga una funzione essenziale nella coesione sociale e nello sviluppo del capitale umano dell’isola. Per rafforzarne l’efficacia, si evidenzia la necessità di investire in formazione continua, collaborazione strategica tra enti e un riconoscimento istituzionale più solido.

Il documento rappresenta un punto di partenza fondamentale per costruire politiche di sostegno mirate, capaci di valorizzare l’impegno dei volontari e accompagnare le organizzazioni verso modelli più sostenibili e innovativi.


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