Politica lunedì 04 agosto 2025 ore 11:09
"Filiera Dop cinghiale all'Elba, proposta assurda"

A chiedere spiegazioni a Giani, Barbi e Nocentini è Sinistra Italiana-Avs Elba contraria "a soluzioni estemporanee"
ISOLA D'ELBA — "Il Comune di Portoferraio informa in una nota che il 3 agosto si è tenuto un incontro informale fra il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente della Comunità del Parco e sindaco di Marciana Simone Barbi e il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini durante il quale sarebbe stato affrontato anche il problema dell’emergenza ungulati e Giani avrebbe “espresso apprezzamento per la proposta di creare una filiera elbana di sfruttamento delle carni di cinghiali fino al riconoscimento di una DOP elbana. L’argomento verrà approfondito nei prossimi giorni”".
Lo scrive Sinistra Italiana-Avs Elba in una nota in cui aggiunge: "E’ bene approfondirlo, perché si tratta di due grosse cantonate che rischiano di prendere Comuni e Regione e che sono incompatibili sia con il progetto di eradicazione presentato dal Parco Nazionale, sia con l’area non vocata al cinghiale reintrodotta dalla regione dopo le proteste di agricoltori, ambientalisti e comitati, sia con le preoccupazioni per la sicurezza delle persone che per quelle sul benessere animale avanzate dagli animalisti".
"Infatti, - prosegue Sinistra Italiana - una filiera della carne di cinghiale per essere sostenibile presuppone un’abbondanza di cinghiali, non certo la scarsità che entro pochi anni che comporterebbe l’eradicazione".
"Inoltre, un possibile investitore che avesse l’incoscienza di creare una filiera così effimera - aggiunge Sinistra Italiana -si troverebbe a fare i conti con una carne che costa sempre meno (venduta ormai a pochi euro al chilo già macellata), con un discreto mercato clandestino, con un calo del consumo dovuto anche alla peste suina. Una filiera produttiva, con tanto di salumificio, che per sopravvivere avrà bisogno di un abbondantissimo numero di suini selvatici".
"Che facciamo, prima li eradichiamo – come hanno chiesto sia Barbi che Nocentini - e poi li ri-importiamo? - prosegue Sinistra Italiana - La proposta di istituire una Denominazione di Origine Protetta (Dop) ci sembra ancora più assurda, visto che analisi fatte qualche anno fa da una nota impresa che produce salumi considerava la carne dei cinghiali elbani fra le peggiori e piene di carboidrati d’Italia (a causa delle pasturazioni abusive), ma soprattutto perché in base al regolamento UE n. 510/2006 “relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari”, la carne di cinghiale dell’Elba, proveniente da un animale introdotto in tempi recenti, non ha nessuna delle caratteristiche necessarie a ottenere la Dop, riconoscimento che comunque richiederebbe molti anni dopo aver costituito la filiera produttiva, e quindi nuovamente in contrasto con i progetti di eradicazione e fortissimo contenimento che richiedono tempi brevi e certi.
Infatti, all’Articolo 2, paragrafo 1, lettera a) del regolamento UE si legge: “[...] Si intende per "denominazione d'origine", il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata".
"E’ il contrario della descrizione del cinghiale introdotto all’Elba a scopi venatori e l’ottenimento della Dop è quindi pura fantasia. Non si può chiedere all’Unione europea finanziamenti per eradicare i cinghiali e poi chiedergli anche la Dop per mantenere e pubblicizzare una improbabile filiera del cinghiale invasivo…
Inoltre, si tratterebbe di un’operazione economico/venatoria insostenibile, anche eticamente, e più cruenta rispetto all’utilizzo della scienza già sperimentata altrove per garantire la risoluzione la più rapida e indolore possibile di un grave problema della tutela delle biodiversità endemica insulare. Invece di trascinarlo avanti il più possibile, trasformando i cinghiali in ragù e insaccati da continuare ad uccidere in eterno e senza risolvere i problemi di sicurezza delle persone e di impatto sull’agricoltura", aggiunge Sinistra Italiana.
"Per questo chiediamo al presidente Giani di chiarire quale sia il pensiero della Regione, uscendo dall’intollerabile attendismo ostruzionistico della sua vicepresidente e assessora alla caccia Saccardi, e ai sindaci Barbi e Nocentini di dire cosa vogliono davvero Comunità del Parco e Comuni. Non è più il tempo delle soluzioni impossibili e delle ricette estemporanee", conclude Sinistra Italiana.
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