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Il rapper Salmo libera in mare l'aragosta ordinata al ristorante: «Mi ha guardato negli occhi e non sono riuscito a mangiarla»
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Cultura venerdì 24 novembre 2017 ore 14:23
La riscoperta degli zerri fritti
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Una iniziativa dell'Accademia Italiana della Cucina per recuperare le antiche tradizioni elbane.
CAPOLIVERI — "Una iniziativa per far capire come la cucina autentica non sia solo quella legata a grandi ristoranti, alle atmosfere chic create da sapienti camerieri e chef o con appuntamenti di cooking show. Esiste ed ha grande dignità e valore, la cucina popolare, quella tradizionale, tipica della nostra isola che noi, come Accademia italiana della cucina, vogliamo riscoprire per valorizzarla. È il caso dello Zerro, pesce povero che domenica riscopriremo e consumeremo a Capoliveri, unitamente a verdure di campo”. A parlare è Rossana Galletti, la delegata dell'associazione nazionale fondata da Orio Vergani negli anni Cinquanta, il sodalizio che ha nello statuto proprio la tutela delle tradizioni della cucina italiana. “ Domenica ci ritroveremo al paese collinare, realizzando un menu particolare, grazie ad un evento che abbiamo programmato- prosegue la responsabile isolana del gruppo – sarà a base di Zerri fritti, arrosto o sott'aceto, accompagnati da erbe spontanee che raccoglieremo sabato nelle nostre campagne. Sarà una giornata significativa quindi all'insegna dei sapori e dei cibi genuini e dell'amicizia”. Un modo allora di dar spazio a pesci meno considerati dal mercato, ma dai buoni valori nutrizionali e dalle carni discrete, meno costosi come del resto Boghe, Sugarelli e altri. Lo Zerro è una specie diffusa nel Mediterraneo, un piccolo pesce, la cui lunghezza non supera i venti centimetri e che vive in branchi sui fondali ricchi di posidonia. “Oltre al pesce fresco - conclude Galletti- pescato appositamente nella notte da amici, avremo le verdure a km 0: alimenti insomma non certo elaborati a livello industriale, capaci di offrire nutrizione di qualità certa. E' questa la strada da seguire per valorizzare la nostra cucina tradizionale, che anche i ristoranti isolani potrebbero proporre ai loro ospiti”.
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