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Spettacoli mercoledì 19 dicembre 2018 ore 07:00
L'album dedicato all'Elba del Collettivo Decanter

Pubblicato l'album "Emilia d’Hercole", ispirato al mare e all’isola d’Elba, nato da una residenza artistica nel 2017 del progetto "L'Elba del vicino"
TORINO — Il nuovo album "Emilia D'Hercole" del Collettivo Decanter, composto da Marta Caldara, Alessia Galeotti, Marco Perona, Vincent Boniface, è ispirato al mare.
Ne avevamo scritto a Novembre perché il gruppo aveva anche attivato una raccolta fondi per la produzione e diffusione dell'album musicale e oggi è arrivata la notizia che l'album è stato pubblicato.
Il progetto è stato ideato nel Settembre 2017 quando il gruppo ha vinto un soggiorno per una residenza artistica di una settimana a Rio Marina, sull'isola d’Elba, nell’ambito del progetto L’Elba del Vicino.
"Sono stati giorni artisticamente molto fertili, - sottolineano i componenti del Collettivo Decanter -grazie al mare e alle miniere di Rio, ma soprattutto per il contatto con le tradizioni e le leggende dell'isola che hanno ispirato alcuni dei brani contenuti nell'album e che ne costituiscono il nucleo centrale".
Apre l’album la leggenda di Malopescio, un pescatore locale, odora di zolfo, di streghe e fattucchiere. E’ ambientata a Capoliveri che un tempo veniva chiamato il paese delle streghe. E contiene una magnifica interpretazione del diavolo, da parte del cantante Riccardo Ruggeri.
Il Mago
Chiò è il nome che si
era scelto Francesco Grassi, un artista analfabeta che visse a
Portoferraio nel XIX secolo. Divenne una figura leggendaria anche al
di fuori dell’isola d’Elba per la sua smania arrampicarsi sugli
edifici per scrivere il proprio nome a caratteri cubitali in
ogni dove. Infine morì per amore.
Emerge su tutte la storia di
Emilia d’Hercole,
meglio nota come la storia di Barbarossa e il bambino, che affonda le
radici nel 1500. Per la suggestione indotta nei musicisti del
collettivo, Emilia d’Hercole è il brano che dà il titolo al nuovo
album.
Ancora di mare parla Meu
Navio, una canzone in
portoghese, nella quale il porto è un luogo in cui riposare. Silvia
Donati e Gabriella Beccari addolciscono con voci e percussioni
l’impronta di nostalgia tipica della musica lusitana.
In
qualche modo di ispirazione ecologica è il brano CO2:
si parla di atomi e molecole e della loro straordinaria influenza
sull’amore.
Segue un brano strumentale, Plancton,
intessuto di ricami alla chitarra a cui si aggiungono a metà
percorso l’organetto diatonico e il pianoforte.
Chiudo
le finestre è un brano
del cantautore toscano David Ragghianti.
Tra le suggestive onde create dall'intrecciarsi di chitarra e kalimba e le nostalgiche note del low whistle, il racconto di un mare in tempesta che genera confusione nell'animo.
Vola
più in alto è una
canzone dedicata ai bambini, nostro futuro, ma anche al nostro
bambino interiore. Un augurio a liberarsi dalle catene e a seguire i
sogni, impreziosito dalla poliedrica voce di Luisa
Cottifogli.
Polenta e
biòrro è il brano che
chiude l'album e che, quasi a simboleggiare il rientro del Collettivo
Decanter dopo l'esperienza elbana, porta in Piemonte e in particolare
nelle Valli di Lanzo. E’ una cantilena tradizionale della valle di
Viù, della quale non esiste una traccia sonora o uno spartito
musicale. Il brano è arricchito, come Emilia d'Hercole, dalla
partecipazione dell'ensemble piemontese Folkestra&Folkoro.
La
poesia che precede Emilia d'Hercole è di Pedro Salinas, Mare
Lontano (1931), voce
recitante di Giorgio Perona. I disegni di copertina e retro
sono opera dell'artista ungherese Gyorfi Andras che aveva già
firmato il primo album del Collettivo Decanter, Aria
con da capo.
Il gruppo si sta anche organizzando per una presentazione elbana dell'album, con date e luoghi ancora da definire.
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