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Attualità domenica 13 luglio 2025 ore 12:00

Spiagge, Legambiente replica a Corsini

Spiaggia del Portello (foto di archivio)

Legambiente chiede una discussione pubblica e partecipata sulla gestione della costa riese



RIO — "Vediamo che il Sindaco di Rio Marco Corsini si è molto arrabbiato per quanto abbiamo scritto sulla possibile privatizzazione delle spiagge del Portello e di Ripa Bianca, ma almeno questa volta risponde, dopo aver pervicacemente ignorato per anni le molte passate segnalazioni di Legambiente sullo stato delle coste, delle spiagge e degli accessi, d’altronde in buona compagnia con diverse delle amministrazioni che lo hanno preceduto".

La spiaggia del Portello segnalata sul sito web del Comune di Rio

Legambiente Arcipelago Toscano replica alle dichiarazioni del sindaco di Rio Marco Corsini.

"Lo stesso Sindaco ammette che “ad oggi non c’è nessun progetto, ma una semplice idea da inserire in una pianificazione generale di tutto il litorale, idea che ho anticipato dovendo rispondere ad un’interrogazione in Consiglio Comunale”, - prosegue il Cigno Verde - noi gli abbiamo chiesto se quella idea è conforme al Piano del Parco, visto che è quello lo strumento sovraordinato per pianificare il litorale che rientra nell’Area Protetta. Corsini non ha risposto".

"Poi, - aggiunge Legambiente - dopo essersi aggrappato alla definizione di “spiaggia” per far pensare che non conosciamo il Portello, il Sindaco ammette che quella costa ha grossi problemi (a cominciare dalla galleria mineraria, aggiungiamo noi) e che per riqualificarla occorrono risorse cospicue che il Comune di Rio non ha. Il Sindaco pensa di farlo affidando parte di quella che definisce “una pietraia degradante” in concessione, “chiedendo al concessionario – da individuare con gara pubblica – di addossarsi le spese per la riqualificazione dell’intera spiaggia e delle aree circostanti, ivi compresa la parte (avete capito bene? PARTE) da lasciare al libero accesso. In cambio il privato avrebbe il diritto di gestire la sua parte (avete capito bene? PARTE), creando ed offrendo servizi in regime di economicità per elevare la qualità dell’offerta turistica”".


"Ora seguendo il ragionamento del Sindaco, - aggiunge Legambiente - ci chiediamo quale sarebbe l’investitore disposto a investire “alcune centinaia di migliaia di euro” per gestire PARTE di una pietraia degradante. A meno che l'offerta di concessione al Portello non sottintenda qualcos'altro di più consistente, tale da giustificare un investimento di quel genere. Il concessionario dovrebbe anche realizzare il collegamento pedonale con l’adiacente spiaggia della Ripa Bianca, ci chiediamo se dovrà anche ovviare all’evidente e pericolosissimo dissesto idrogeologico della scarpata sovrastante la spiaggia e che permane in alcune aree nonostante i lavori fatti dall’amministrazione Bosi".

"Il sindaco fa anche il furbo sui parametri europei e vuole “ricreare” spiagge da dare in concessione in un Parco Nazionale e in una Zona di Protezione speciale dell’Unione Europea. L’Ente Parco ne è stato informato?", continua Legambiente.


"Sappiamo benissimo che si intende privatizzare una “parte”, ma una privatizzazione resta una privatizzazione e una concessione in Italia è una privatizzazione temporanea che diventa eterna, come sa bene Corsini che è fedele a un partito che l’eternità delle privatizzazioni ha cercato di mantenerla nonostante la Direttiva europea dica tutt’altro. Va dato atto al sindaco di Rio – e glielo abbiamo dato pubblicamente – di aver messo a bando i rinnovi delle concessioni prima degli altri sindaci elbani. Però vuol far credere che questa delle concessioni ovunque sia la normalità, mentre in Europa la situazione italiana è un’eccezionalità (basta farsi un giro nella vicina Corsica) e, come ha ben raccontato l’ultima puntata di Report - le concessioni balneari sono una rarità non la norma e sono quasi ovunque sotto stretto controllo pubblico e con canoni molto elevati. E’ il pubblico che negli altri Paesi assicura generalmente la fruizione pubblica di un bene comune, riducendo al minimo gli interventi privati sui beni pubblici. Forse è l’Italia ad avere un problema.
Invece, l'intervento di investitori esterni, dotati di mezzi e esperienze tali da trasformare nel tempo comunque una concessione pubblica in una privatizzazione intrinseca, è ormai situazione diffusissima nei litorali italiani nei quali pur rimanendo tecnicamente la proprietà pubblica nei fatti si è verificata una occupazione privata con limiti temporali solo formali", prosegue l'associazione.

"E’ chiaro che dal Sindaco di Rio ci separano due concezioni dello sviluppo turistico del tutto diverse, noi partiamo dalle specificità del territorio, altri come lui partono da modelli di sviluppo precostituiti fatti da importanti investimenti che quindi devono garantire rese economiche altrettanto importanti per gli investitori e troppo spesso occupazione precaria per gli abitanti locali
La cosa positiva di questa arrabbiatura del sindaco di Rio è che finalmente si apre uno spiraglio per discutere pubblicamente di una cosa che Legambiente chiede da anni a tutte le amministrazioni di ogni colore che si sono succedute a Rio Marina-Rio nell’Elba-Rio, al Parco Nazionale, al Demanio e a tutti gli altri enti interessati: un grande piano partecipato per la gestione delle coste riesi che metta al centro i beni comuni, riapra le spiagge chiuse, ridefinisca compiti, poteri e tutele e competenze. - conclude Legambiente -'Su questo siamo disponibili a discutere, confrontarci e dare il nostro contributo. Il resto sono pregiudizi politici del politico Corsini che non ci interessano". 


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