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Attualità sabato 15 ottobre 2016 ore 15:15

Legambiente contro il centro commerciale

Il Cigno Verde interviene sul progetto di centro commerciale. "Avevamo lanciato l’allarme 12 anni fa. Osservazioni e proposte sempre respinte"



PORTOFERRAIO — Grazie all’intervento dell’architetto Maria Pia Cunico di Italia Nostra, torna a far discutere il progetto di realizzare un nuovo supermercato nell’area dell’ex centrale Enel di Portoferraio.

Un’ipotesi contro la quale Legambiente Arcipelago Toscano si è sempre battuta, denunciando per prima l’acquisto dell’edificio da parte dalla Spazio Industriale 2: "Una società con partecipazione Pirelli al 25% - scrive Legambiente - chiedendo un intervento pubblico per evitare una nuova speculazione e presentando precise osservazioni agli strumenti urbanistici del Comune di Portoferraio, che sono state sempre respinte da tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute".

Già nel novembre 2004 Nicoletta May, allora nel direttivo di Legambiente Arcipelago Toscano, scriveva. "Ho un sogno: vorrei vedere un giorno il capannone dell'Enel, proprio all'arrivo dei traghetti, sopra il parcheggio attualmente decorato da orrendi ed enormi pannelli pubblicitari, tornare ad essere un bell'edificio di mattoni e intonaco a calce, con i finestroni dell'architettura industriale del secolo scorso, le capriate d'acciaio, le griglie dei portoncini riabilitati a nuovi usi, consoni al nostro territorio.

Un edificio simile gli americani se lo costruirebbero in silicone, pur di averlo. A Pisa ne hanno recentemente restaurato uno adibendolo a locale per mostre, congressi, spettacoli. A Bologna locali simili, e con posizioni meno spettacolari, vengono adibiti a luoghi per giovani, sale universitarie, uffici di altissimo livello. Parigi ha rivisitato interi quartieri industriali, trasformando quei pezzi del suo territorio in nuovi quartieri colti, raffinati, pieni di giovani, musiche, mostre.

Noi della nostra storia, cosa ne facciamo? Continuiamo a buttarla semestralmente nei cassonetti, permettendo che anche gli ultimi ruderi rimasti, acquisiti a prezzi sempre più proibitivi, vengano abbattuti per essere poi sostituiti da omologate villette, cemento e tapparelle e cancello automatico stile Casalecchio?

L'Elba senza il suo passato, senza i suoi portoncini sbilenchi, i comignoli di mattoni e vecchie tegole, gli infissi di castagno, le sue povere e belle case di contadini cosa pensa di diventare?

Un agglomerato di strade, che conducono a residences, villaggi vacanze e centri commerciali? Siamo davvero convinti che sia poi questo che il turista cerca all'Elba? Se questa volta non ci diamo davvero una mossa, con la logica del profitto ad ogni co sto rischiamo di lasciar cancellare per sempre una testimonianza importantissima, unica, della storia dell'Elba.

Il capannone Enel è ciò che rimane di un passato di fatica, il simbolo della perduta Portoferraio industriale e del duro lavoro di centinaia di operai elbani, una storia di guerra, lotte e miseria che forse qualcuno vorrebbe dimenticare e cancellare. Il capannone attualmente è recintato da una rete di metallo. 

E' un edificio immenso, con locali sotterranei alti fino a quattro piani. Oggi è rifugio per gabbiani e piccioni. Ci potrebbero stare dentro moltissimi servizi per il territorio che attualmente non trovano collocazione. Potrebbe accogliere scolaresche in visita, sale congressi, locali per mostre, teatro coperto per grandi manifestazioni, un museo sul lavoro che ci ricordi l'Elba dimenticata degli altiforni, del ferro e delle miniere e delle vigne strappate alla montagne. Ci starebbe anche un ostello della gioventù.

Grazie a quello spazio Portoferraio potrebbe finalmente farsi promotrice di manifestazioni importanti e non solo estive. Ed una ristrutturazione del capannone porterebbe valore ed una vera riqualificazione per tutto il quartiere intorno.

Chi amministra deve dar prova di lungimiranza, e guardare il proprio territorio al di là del contesto attuale o appena passato. Per favore, non lasciamo scomparire nell'indifferenza una costruzione che fra venti, cinquanta, cent'anni ragazzini e genitori potranno venire a visitare e ricordare cos'era l'Elba degli inizi del secolo, prima che l'onda lunga dell'economia degli ombrelloni e sdraio spazzasse via dalla battigia gli ultimi residui della loppa.

Avanti, tutti insieme, sogniamo, per una volta. Sogniamo, per davvero e con forza, un luogo dove Portoferraio diventi una città europea, che accoglie i suoi giovani, i suoi anziani, gli sportivi, gli studiosi, gli artisti. Io, al posto del capannone dell'Enel, un altro centro commerciale insignificante, un altro mostro di cemento perché costa meno, spero proprio di vedercelo mai".


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