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Politica venerdì 05 agosto 2016 ore 16:16

Giuzio risponde alle accuse

La consigliere comunale Antonella Giuzio interviene sulla questione delle concessioni alla Biodola in cui è attiva parte in causa



PORTOFERRAIO — "Caro assessore Angelo Del Mastro,

In primis sono certa che lei sappia il motivo per cui la sottoscritta non ha firmato il documento presentato dal gruppo di minoranza PD: perché esiste una legge, volgarmente chiamata conflitto di interessi, ed è chiaro che, proprio perché i miei genitori sono titolari di concessioni demaniali, questo consigliere non può interloquire o esprimere il suo voto nell’ambito del consiglio comunale né in atti che sono collegati alla carica politica.

Ora, se io non posso risponderle per tale evidente motivo, da lei conosciuto ed evidenziato, mi chiedo: perché ha posto ai lettori una domanda così retorica? Io non credo che i lettori siano tutti degli sprovveduti.

In secondo luogo, parliamo della diffida posta in essere dai titolari di una delle spiagge libere attrezzate ubicate alla Biodola di cui uno è mia madre, che, comprenderà, essendo stata colpita da ictus circa quattro anni fa, non è in grado di risponderle: le rispondo io, dato che per legge posso farlo, essendo tra l’altro, suo procuratore generale.

La diffida fatta da un privato, come quella in oggetto nel caso di specie, ha un contenuto molto semplice: indica, a parere di chi scrive, i motivi per i quali, secondo precise norme di legge, l’attuazione di una scelta politica sarebbe contraria alla legge.

Se ha qualche dubbio in proposito e se intende essere chiaro con i lettori mi permetto di darle un consiglio: pubblichi la delibera e anche la diffida, i lettori sapranno farsi un’idea da soli.

E poi, caro assessore, sollevare dopo oltre dieci anni, un problema di legittimità sulla titolarità della concessione di un cittadino che ha fatto una diffida, dando notizia a mezzo stampa di un possibile avvio di attività di controllo in merito, non pare molto coerente con il rispetto della normativa sulla privacy e con la legge sul procedimento amministrativo e suona così improprio e fuori luogo quale risposta al quesito posto alla giunta comunale.

Infine, Caro assessore, chiariamo anche la storia, che le piace tanto, di questi famosi 70.000 euro stabiliti come risarcimento per la mancata conclusione del contratto di cessione di azienda stipulato da mia madre: è’ vero, come lei dice che il Tar Toscana ha rigettato il risarcimento, ma semplicemente perché ha tenuto conto del fatto che mia madre, avendo conservato la titolarità dell’azienda, avrebbe potuto ancora venderla, peccato che nel frattempo chi doveva acquistarla non l’abbia più voluta.

Anche in tal caso, ove lei abbia dubbi in merito, le consiglio di far pubblicare il testo del provvedimento giudiziario, così i lettori possono leggere da soli quello che c’è scritto e farsi un idea. Soprattutto saprebbero che con quel provvedimento il Tar Toscana ha: sanzionato il Comune di Portoferraio dichiarando illegittimo il diniego del sub ingresso, costretto il Comune di Portoferraio ad adottare l’atto di sub ingresso, condannato il Comune di Portoferraio, soccombente, a pagare le spese del processo.

Allo stato e in virtù di quel diniego, ma credo che lei lo sappia già, pende altresì procedimento penale a carico dell’allora dirigente del Comune di Portoferraio per omissione di atti di ufficio innanzi al Tribunale Collegiale di Livorno: la giustizia farà il suo corso.

Allora, caro assessore, facciamo chiarezza: non si vendono le concessioni, si vendono le aziende, che comprendono beni strumentali e avviamento. Nelle concessioni, alle condizioni previste dalla legge, si può tutt’al più subentrare.

Io avrei una sola domanda da fare a lei caro assessore, a cui piace tanto parlare pubblicamente del prezzo di vendita delle attività commerciali in quel del Comune di Portoferraio: quanto varrebbe una concessione di 240 mq (e non di circa 80 mq), come quella che la giunta comunale di Portoferraio voleva e forse vuole accordare ad un fortunatissimo privato, sulla stessa spiaggia?"


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