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Attualità venerdì 13 agosto 2021 ore 16:07

"Estate da bollino rosso per la sanità"

Foto di repertorio

La denuncia di Cisl- Fp livornese sui problemi della sanità da Livorno all'Elba : "Gravi carenze di personale nei nostri ospedali".



LIVORNO — “Estate da bollino rosso per la sanità Livornese, non solo per il caldo, ma soprattutto per le gravi carenze di personale nei nostri ospedali”.

A dichiararlo è Francesco Redini, segretario generale Cisl-Fp Livorno

"Da Livorno all’Elba gli operatori sanitari stanno soffrendo per le mancate assunzioni e i mancati rinforzi estivi previsti per un territorio che d’estate vede aumentare la popolazione di centinaia di migliaia di unità. - spiega Redini - Le assunzioni per il Covid del 2020 sono state tutte riassorbite dai pensionamenti o le cessazioni a vario titolo e le nuove assunzioni non arrivano, perché?"

"Si parla di un buco di 400 milioni da risanare e come per il 2008 con il buco della Asl 1 di Massa fu Livorno a pagare con tagli draconiani dell’allora direttore generale Calamai, - prosegue  il segretario  Cisl-Fp - ora è tutta la Asl nord ovest a soffrire per un altro buco, questa volta regionale, forse per aver dirottato altrove i fondi destinati alla sanità? Sulle migliaia di assunzioni declamate dalla regione i conti non tornano e il saldo per noi della Nord ovest è per esempio -22 infermieri, con molti servizi in più aperti in questi due anni".

"Da Livorno all’Elba tutti i giorni quelli che erano eroi per il Covid - continua Redini - ora sono eroi per i salti riposo, doppi turni, cambi repentini di reparto per tappare i buchi di malattie e per permettere ai colleghi di fare le ferie. Sì perché le ferie si fanno solo se i colleghi ti coprono e non con assunzioni mirate. Non è stato presentato il piano ferie con previsione di chiusure o riduzioni di servizi, anzi si fa quasi terrorismo psicologico sui dipendenti per convincerli a fare attività aggiuntiva, cioè lavorare di più, anche 12 ore al giorno per coprire le vaccinazioni, i tamponi ecc. E chi si rifiuta deve motivarlo come è successo in un reparto di Livorno, come se fare staordinari fosse un obbligo".

"Capiamo anche i coordinatori e i dirigenti delle professioni che non sanno che pesci prendere e ricorrono a tutto pur di coprire i turni, - aggiunge Redini -  ma non è così che si governa la sanità. Soprattutto in era di pandemia. Dopo due anni di pandemia gli operatori sanitari sono stanchi, provati psicologicamente, e come risposta al loro disagio vedono intensificare la pressione su di loro e non vedono arrivare forze nuove, con quota 100 che nei prossimi mesi si porterà via altri colleghi per la pensione. Non si può aspettare l’ok della regione per mandare infermieri nelle terapie intensive, nei reparti Covid che si stanno nuovamente riempiendo, su un territorio impoverito di personale perché tuttodirottato alle vaccinazioni". 

"Pur di non assumere si ricorre sempre più agli interinali e soprattutto alle attività aggiuntive, con costi maggiori. - prosegue Redini- Ma sono maggiori anche i rischi: che attenzione può avere un operatore dopo 10 ore di lavoro? E il giorno dopo quando torna nel suo reparto, come sarà il suo stato mentale e fisico? Onore a tutti gli operatori che si sacrificano, ma disonore a chi ha architettato tutto questo. Forse qualche direttore a fine anno prenderà un bel premio per aver obbedito al diktat di contenere le assunzioni, con piani stravaganti di riorganizzazione per far quadrare il cerchio, ma ci ritroveremo con operatori stanchi, demotivati, con indici di infortuni in salita e con una quarta ondata che è già entrata dalla porta e saremo ancora una volta impreparati".

"Come Cisl-Fp Livorno - conclude Redini - o nelle prossime settimane arriverà un segnale forte di discontinuità o sarà stato di agitazione, fino anche allo sciopero se necessario".


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