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Politica martedì 23 marzo 2021 ore 08:00

La ringhiera della discordia

Le ringhiere installate sui muretti

Andrea Gelsi, capogruppo di Capoliveri Bene Comune ed ex sindaco spiega che la pratica era stata bloccata in precedenza in attesa di verifiche



CAPOLIVERI — E' polemica sulla installazione di una ringhiera lungo via Silvio Pellico da parte di un privato sul suolo pubblico e che impedisce ai cittadini di appoggiarsi sui muretti.

A sollevare la questione, spiegando i vari passaggi, è Andrea Gelsi, capogruppo di minoranza di Capoliveri Bene Comune ed ex sindaco di Capoliveri.

Gelsi spiega che tra il 2017 ed il 2018 un privato avviò una pratica per installare una ringhiera di protezione della sua proprietà. 

"Premetto, - spiega Gelsi - che la sua abitazione non è ubicata in campagna, dove la scelta indica voglia di riservatezza, ma è ubicata in pieno centro storico di Capoliveri, borgo notoriamente e per fortuna frequentato da molti turisti, ma non particolarmente indicato per chi cerca la solitudine nei mesi estivi. La pratica, fatto il suo iter negli uffici tecnici comunali, venne approvata (con troppa superficialità?) dalla competente Commissione Paesaggistica di allora. Alla luce della norma che separa le funzioni di indirizzo politico dalle funzioni di gestione amministrativa, io personalmente come altri amministratori (e in quel momento dico tutti) non conoscevamo e non eravamo tenuti a conoscere come giusto che sia, tutte le pratiche presentate all'Ufficio Tecnico, compresa questa". 

"Nel 2019 non contenti, per il principio che al brutto non c’è mai fine, - prosegue Gelsi - viene presentata dal privato una variante al progetto ancora più brutta, ma, in compenso, più vantaggiosa per il privato stesso".

Gelsi spiega che, essendo venuto poi a conoscenza del progetto per via indiretta, dopo aver visionato la pratica viene informato dall'Ufficio tecnico "che il muretto risulterebbe di proprietà del privato che ha presentato la pratica edilizia". 

"Per logica - spiega Gelsi - non potevo credere a quanto mi veniva detto dato che il nostro paese è circondato da muretti centenari proprio lungo le vie principali (Via Circonvallazione, Via 25 Luglio, Via Calamita, Via Mellini, Via Cavallotti, ecc. ecc.). Avanzate le mie perplessità il tecnico mi informa anche che, per un errore durante una permuta tra il comune e il privato, forse è stato commesso un errore". 

Quindi Gelsi spiega che la pratica fu  bloccata in autotutela e fu dato incarico ad un geometra esterno di verificare  e di aver fatto presente che  "nel caso in cui fosse accertato l'errore, sarebbe stato necessario predisporre immediatamente le pratiche per effettuare un eventuale esproprio di 50 centimetri in profondità e relativi al muretto in questione".

Gelsi spiega inoltre che a causa della sentenza del Consiglio di Stato dal 27 Luglio scorso ha cessato di essere il sindaco di Capoliveri.

"Ecco, - aggiunge Gelsi - da quel momento io esco di scena (seguito sentenza del Consiglio di Stato n.d.r.) ma consapevole del fatto che tutte le direttive politiche impartite fino a quel momento, proprio a tutela di una via del nostro paese, sarebbero diventate vane e sostituite con altre direttive dalla nuova compagine politica". 

"Oggi - prosegue Gelsi - voglio prendere per buono che dall'incarico dato dagli uffici comunali per stabilire la proprietà, possa essere emerso che effettivamente ci sia stato un errore al momento della permuta, ma voglio però capire il motivo per cui dalla nuova amministrazione non siano state attuate, se necessarie, le pratiche per l’esproprio della proprietà relativa al muretto, proprio come io, invece, avrei voluto fare". 

"Sono anche sicuro che quando fu fatta la permuta - aggiunge Gelsi - il comune non avrebbe mai voluto cedere la proprietà del muretto ma solo l’area sottostante che si trova a ridosso del muretto in questione e questo è sicuramente scritto all’interno dell’atto di permuta. Se poi nell’accatastamento è stato fatto un successivo errore, tutti sappiamo che il catasto non è provante .Altro atto ancora più grave commesso da questa amministrazione è il fatto che, oltre a permettere l’autorizzazione di una nefandezza del genere in proprietà privata che, come ho già detto, poteva essere evitata, è stato il rilascio del nullaosta al privato per l’installazione della ringhiera anche sull'area pubblica come da delibera di Giunta Comunale n. 326 del 03/12/2020. Quindi, si tratta di un nullaosta rilasciato, con scienza e coscienza, solo qualche mese fa".

"Pertanto non riesco proprio a capire il motivo per cui l'amministrazione Montagna, potendo e avendo le facoltà per intervenire, dato che era a conoscenza del problema, abbia deciso di tutelare un interesse privato a discapito di quello pubblico. - conclude Gelsi - Quanto sopra detto è documentabile e riscontrabile presso gli uffici comunali".


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