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Attualità sabato 16 ottobre 2021 ore 08:09

Dissalatore, Italia Nostra replica ad Ait

Rendering del progetto dissalatore

L'associazione sottolinea ancora i suoi timori sull'impatto ambientale dell'opera e chiede nuovi chiarimenti ad Autorità Idrica Toscana



CAPOLIVERI — Continua la discussione sull'impatto del dissalatore di Mola fra Italia Nostra Arcipelago Toscano e Autorità Idrica Toscana (Ait). Infatti, dopo la risposta di Ait, Leonardo Preziosi, presidente di Italia Nostra, scrive nuovamente all'ente, rimarcando le sue perplessità in merito.

"Nel ringraziare l’Autorità Idrica Toscana (AIT) per la sollecita risposta al mio articolo della scorsa settimana sul Progetto dell’impianto di dissalazione dell’Isola d’Elba, non posso esimermi da evidenziare alcune precisazioni utili sia agli addetti ai lavori sia a coloro che leggono queste righe dalle quali possono apprendere maggiori informazioni sul tema in oggetto. - scrive il presidente di Italia Nostra Arcipelago toscano -  A maggior ragione è doveroso che ciascuno, abbandonando il tentativo di un approccio di parte, cerchi la massima obiettività nell’esporre determinati dati e fatti. Questo, almeno per quanto mi riguarda, è ciò che cerco di fare, segnalando con correttezza e trasparenza alcune inesattezze".

"Nell’articolo succitato conseguente al nostro AIT, al punto 1, sostiene che tutte le risposte alle mie domande “sono già presenti, non soltanto negli atti amministrativi che hanno portato il progetto del dissalatore di Mola ad essere individuato come "opera strategica della Regione Toscana" e a ricevere finanziamenti regionali e ministeriali a totale copertura dell'opera (fondamentale per la messa in sicurezza idrica dell'Isola d'Elba)”, prosegue Preziosi.

"Non si capisce in quali altri documenti sono presenti… e comunque, in ogni modo, Italia Nostra , quando interviene ufficialmente, invia le proprie considerazioni via Pec e sarebbe cosa gradita riceverne risposta. - sottolinea il presidente dell'associazione - Di seguito riporto gli estratti fondamentali delle due lettere di Osservazioni al Progetto, inviate alla posta certificata della Regione Toscana e per conoscenza al protocollo dell’Arpat Pec del 29 luglio 2020. L’area oggetto di intervento non ricade all’interno del perimetro del Parco Nazionale Arcipelago Toscano ma ricade nella cosiddetta “area vasta”, limitrofa ad un’area individuata come Zona di Protezione Speciale (ZPS) identificata con il Cod. Nat. 2000 IT5160102 “Elba Orientale”. Questa Associazione, considerate le evidenze scientifiche sulla salamoia scaricata nel mare, ritiene che non si possa escludere la presenza di effetti negativi significativi sull’ambiente; sottolinea pertanto che per la loro precisa individuazione e valutazione, eventuali misure di mitigazione ad essi relative richiedono necessariamente l’elaborazione di uno studio di impatto ambientale e lo svolgimento di una procedura di valutazione. In particolare, in riferimento al prolungamento della condotta di scarico del concentrato salino, questa Associazione ritiene vi sia la necessità di approfondire con ulteriori studi la questione relativa alle correnti marine del Golfo Stella al fine di valutare se tale scarico sia sufficientemente lontano da garantire effetti non negativi sulle coste dell’isola (area del Monte Calamita - ZPS IT5160102 “Elba Orientale”). Bisogna infatti anche considerare che il prolungamento proposto convoglierebbe gli scarichi proprio al centro del vortice delle correnti marine, come ben evidenziato nello ”Studio di diffusione della salinità” del Ing. Nicola Croce del 29/05/2017 allegato A 15 al progetto definitivo. Riteniamo incoerente proporre misure di mitigazione quando non si conoscono i danni all’ambiente, essendo stata esclusa una Valutazione di Impatto Ambientale. Consideriamo inoltre del tutto arbitrario che tra le misure di mitigazione proposte siano elencati interventi di piantumazione di Posidonia oceanica; è assolutamente poco significativo che per questi ultimi si indichino risultati in termini di successo , quando i dati disponibili su scala mondiale restano alquanto contrastanti. AOOGRT / AD Prot. 0287083 Data 20/08/2020 ore 12:41 Classifica P.090.Tutto ciò desta forte perplessità sull’opera e, per tale ragione, si chiede di approfondire ed ampliare gli studi sull’area a mare con le possibili ripercussioni sull’ambiente marino e sulle coste circostanti. Risulta sicuramente necessario tale approfondimento più che nella fase di costruzione, limitata nel tempo, in quella di funzionamento dell’opera a pieno regime indipendentemente dal fatto che le “sostanze restituite in mare” si configurino o meno come inquinanti. Infatti nell’analisi degli effetti non sembra sufficiente escludere eventuali impatti sull’ambiente solo in funzione della catalogazione delle sostanze come inquinanti o meno. Per quanto sopra esposto si ribadisce che questa Associazione ritiene che non possa essere esclusa la presenza di effetti negativi significativi sull’ambiente".

"Il 29 gennaio 2021 - aggiunge Preziosi- abbiamo inoltrato una seconda Pec con le seguenti osservazioni: 

- Opportuno e indispensabile preservare integralmente il ciclo vitale della posidonia. (specie protetta). Le attività previste produrranno la perdita irreversibile di habitat adeguato per un ampio tratto di fondale.

- Non risultano adeguatamente valutati gli effetti negativi sulla posidonia dovuti all’intorbidimento delle acque durante la lavorazione. Si tratta di conseguenze indirette causate dall’aumento di torbidità che si avrà a seguito della permanenza in sospensione marina di sedimenti durante le lavorazioni, e che produrranno una realistica estensione dei danni ambientali oltre le aree coinvolte dalle attività di escavazione. 

- La ripiantumazione della posidonia sarà difficoltosa e poco efficace. Le Linee guida Ispra 106/2014 dimostrano che l’eventuale successo sarebbe molto limitato; inoltre il fronte di piantumazione individuato è esposto ad intense e ricorrenti mareggiate da sud-est (la zona è particolarmente battuta dallo scirocco) che riducono la probabilità di attecchimento e sopravvivenza della posidonia. 

- Le conseguenze del depauperamento della flora marina potrebbero causare ulteriore erosione costiera ed eventuali, successivi ripascimenti potrebbero essere ulteriormente dannosi per le piantagioni di posidonia che vivono nelle acque antistanti la spiaggia. 

- Gli scarichi a distanza non ci risultano adeguatamente analizzati per l’impatto che produrranno in ambiente. 

- La relazione acustica è incompleta, desueta ed inadeguata, questa circostanza inserita in una zona antropizzata già esposta ad altri aspetti di inquinamento ambientale, potrebbe creare una situazione difficilmente sanabile ad opera eseguita. 

- Non possono essere esclusi gli effetti negativi sull’ambiente per la presenza, in area limitrofa, di una Zona di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli).

- L’esclusione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, impedisce di conoscere i reali danni che saranno prodotti all’ambiente. Preme sottolineare che, proprio in questi giorni è stato approvato in Senato, presso la 13esima Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali), il Disegno di legge 1571, che concluderà il suo iter di approvazione alla Camera a breve e che definisce i criteri generali per la disciplina degli impianti di desalinizzazione. Si cita testualmente l’Art.13 del decreto “Al fine di tutelare l’ambiente marino e costiero, tutti gli impianti di desalinizzazione impattanti sono sottoposti a preventiva valutazione di impatto ambientale, di cui alla parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.”".

"Per le osservazioni sopraindicate Italia Nostra Arcipelago Toscano - aggiunge il presidente Preziosi - conferma la propria posizione ritenendo che non si possano escludere effetti negativi significativi sull’ambiente e nel contempo chiede che il progetto venga sottoposto a valutazione di impatto ambientale. A fronte di queste dettagliate osservazioni l’unica nota ufficiale nella quale si faccia riferimento alla nostra associazione è contenuta in una lettera dell’ASA del 21 gennaio 2021 indirizzata all’architetto Claudia Chiodini (Direzione Ambiente ed Energia Settore VIA – VAS – Opere pubbliche di interesse strategico regionale Piazza Unità d’Italia, 150123 – Firenze c.a. ) dove, al punto 10, si riporta solo la seguente, marginale nostra osservazione, probabilmente estratta da qualche altra nostra comunicazione: “ITALIA Nostra: ritiene che non si possano escludere effetti negativi significativi sull’ambiente per la presenza in area limitrofa di una Zona di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli). Nostre considerazioni: vista la nota di precisazione del Parco, possiamo ritenere priva di fondamento tale osservazione”".

"Non abbiamo ricevuto altre comunicazioni e/o citazioni inerenti i nostri dubbi e ci corre dunque l’obbligo di evidenziare che non rinveniamo negli atti amministrativi o in altri documenti tutte le risposte a queste osservazioni. - sottolinea il presidente di Italia Nostra - Peraltro ci permettiamo solo evidenziare quanto sia non corretto sostenere che il progetto sia interamente finanziato quando anche nel recentissimo Question Time della Camera, in risposta all’interrogazione sull’argomento dell’Onorevole Ferri, è stato chiaramente detto da esponenti del Governo che il progetto non è ancora interamente coperto dal finanziamento. Esaminando poi il punto 2 dell’articolo AIT dove si dice “tra i vari stakeholders è stata consultata anche Italia Nostra le cui indicazioni sono state recepite nel progetto approvato del dissalatore, quindi Italia Nostra - Arcipelago toscano è stata parte attiva del processo di costruzione degli atti amministrativi che servono coma base della costruzione del progetto del dissalatore di Mola”, purtroppo dobbiamo dire di non essere convinti di essere stati parte attiva in quanto, come detto prima, le nostre osservazioni non ci sembra siano state recepite". 

"Visto che AIT ci considera tra gli “stakeholders” del progetto mi preme ricordare che gli stakeholders sono tutti quei soggetti portatori di un interesse specifico in un'impresa o in un progetto e dunque interessati al buon andamento dello stesso: nella fattispecie il nostro interesse specifico, nel rispetto dell’Art.1 dello Statuto, è di concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione e dunque fare di tutto affinchè veramente queste tutele siano garantite.  - conclude Preziosi - Commentando infine il punto 3 dell’intervento AIT ci farebbe piacere conoscere da quale studio scientifico o studio di fattibilità si possa evincere la considerazione che “ le navi-dissalatrici avrebbe costi dell'acqua enormi per i cittadini e per i turisti (rispetto al costo dell'acqua del dissalatore di Mola) e avrebbe un impatto ambientale e anti-ecologico per la presenza di navi e bettoline che farebbero la spola con le coste elbane"".


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