Deep, un viaggio nell’arte di Roberto Braida
di Riccardo Ferrucci - sabato 05 marzo 2022 ore 07:30
Lucca - All’interno degli splendidi locali della chiesa di San Cristoforo di Lucca troviamo le opere dell’artista Roberto Braida. La mostra dal titolo Deep è una bellissima esposizione che, nel mese di marzo, celebra l’artista ligure che vuole esaltare i suoi cinquant’anni di pittura. La mostra sarà corredata da un catalogo edito Editoriale Giorgio Mondadori, con al suo interno un intervento critico del Prof. Alessandro Romanini. La mostra è organizzata da Casa d’Arte San Lorenzo, in collaborazione con il C.R.A. (Centro Raccolta Arte) e il supporto di FuoriLuogo, può vantare il patrocino del Comune di Lucca.
La mostra Deep di Roberto Braida è un viaggio affascinante nei misteri della vita, un tentativo artistico-filosofico di arrivare a comprendere i segreti della natura e del cosmo. Le opere di Braida nascono sotto il segno della complessità, possiedono la padronanza stilistica capace di evocare, con naturalezza, attraverso colori e strati di materia, sentimenti ed emozioni sempre nuovi, poiché il paesaggio raffigurato è un paesaggio dell’anima, un percorso di svelamento della nostra interiorità e storia.
Proprio a questo proposito afferma Roberto Braida: “Non mi interessa un luogo geografico esatto della memoria, quello che mi affascina è un luogo del viaggio che mi permette di andare mentalmente lontano. È interessante cercare una dimensione lontana, enigmatica, segreta, priva di presenze umane, è una pittura del silenzio. L’unico fragore è quello ottenuto attraverso l’uso dei miei colori.” È una pittura che procede oltre l’infinito, che da un colore e una luce riesce a penetrare dove l’ombra s’addensa, dove il mistero si svela a nuove verità e illuminazioni. Talvolta la sua ricerca poetica lo conduce a liberare un paesaggio nascosto, un’armonia segreta, che soltanto l’artista è in grado di vedere e elaborare per noi. Nei suoi dipinti i riflessi diventano musica e la sapienza compositiva permette di gettare una luce nell’ombra e illuminare il nostro presente. È ormai un’arte che vive di emozioni ed esplosioni continue, che cerca, nei riflessi del mare e nel cielo, il modo per raccontare la nostra storia.
Il tema del paesaggio apparentemente domina la scena, ma, attraverso la sua costruzione, si evidenzia un messaggio più sotterraneo e indecifrabile, echi e rumori di fondo che descrivono i sentimenti di paura e gioia, che raccontano una stagione in fragile equilibrio che cerca l’armonia, ma che si apre anche a paure improvvise. È una modernità non gridata, ma raggiunta attraverso una costruzione classica e misurata quella a cui tende Braida, il quale comprende che, la nostra labirintica realtà, può essere descritta solo attraverso un’elaborazione complessa ricca di velature, sottili variazioni cromatiche, accensioni luminose.
Come confessa l’artista: “Sono convinto che la pittura di paesaggio non conosce crisi, ma necessita di una rivisitazione costante. Ritengo che nella mia pittura non c’è la riproduzione del vero, ma c’è l’interpretazione del vero. La mia pittura propone apparentemente luoghi, ma non reali, costruiti su misura per l’uomo, luoghi silenziosi e con una forte suggestione di colori.”
La dimensione interiore pervade lo stile di Braida che nei notturni, nei toni in rosso, azzurro e giallo compone una sinfonia per immagini che trova pochi riscontri nella pittura contemporanea. Un viaggio in bilico tra terra e cielo, sospeso nel silenzio, che evoca segrete armonie. Per il pittore ligure il mare e il cielo sono strumenti essenziali di una raffigurazione poetica del reale, un trascendere per trovare una dimensione onirica ed ancestrale.
Ci troviamo di fronte ad un paesaggio quasi lunare, collocati in un luogo fuori dal tempo e dalla storia, con nuvole che potrebbero essere montagne ed il mare che può diventare terra. Tutto si confonde e trasfigura in nome della poesia e fantasia. Un sentimento poetico anima la pittura di Braida che usa sapientemente tecnica compositiva, colori e inserti materici per dare vita ad una creazione originale che parte dalla realtà e la dimentica, in un fragile sogno ad occhi aperti. È proprio la dimensione silenziosa e misteriosa dei dipinti a creare un coinvolgimento totale dello spettatore che entra nella scena e si perde, attraversa il labirinto della vita contemporanea cercando di ritrovare una visione, una sua luce, un modo per uscire dal caos.
Scrive Henry Miller “La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.” Ritengo che l’ultimo periodo pittorico del nostro artista sia sotto il segno di un nuovo modo di vedere le cose, immaginare futuri e mondi possibili, abbandonare la strada certa per incamminarsi nei difficili sentieri del sogno e della poesia. Il nostro sguardo non si stanca di interrogare dipinti che nascondono sempre nuove emozioni e avventure. L’arte diventa il tentativo di rompere il muro del silenzio e trovare una comunicazione non scontata, capace di interrogarsi sulle ragioni del dolore, la solitudine e l’isolamento dell’uomo di oggi, di dare un significato alla vita, alle utopie, ai sogni che si infrangono tra le onde del mare e si riflettono nel cielo.
Riccardo Ferrucci