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Attualità martedì 11 maggio 2021 ore 07:11

La sosta all'Elba dei rosati viaggiatori

Fenicottero rosa in sosta all'Elba
Foto di: Antonello Marchese

La presenza dei fenicotteri rosa all'Elba nel racconto di Antonello Marchese e Giorgio Paesani e l'importanza delle zone umide dell'isola



PORTOFERRAIO — Nei giorni scorsi i fenicotteri rosa sono tornati all'isola d'Elba. Un gruppo è stato avvistato nella zona umida di San Giovanni a Portoferraio, mentre uno solitario è rimasto per due giorni sulla spiaggia di Procchio, nel Comune di Marciana (vedi articolo correlato sotto).

Sulla sosta dei fenicotteri all'Elba pubblichiamo le riflessioni di Antonello Marchese, guida Parco e fotografo di natura e di Giorgio Paesani, ornitologo.

Fenicotteri alle Saline di San Giovanni

"La sosta dei rosati viaggiatori

Note a freddo sulla presenza dei fenicotteri a San Giovanni e a Procchio
di Antonello Marchese* e Giorgio Paesani**


E' il pomeriggio di un primo Maggio nuvoloso di scirocco e pioggia leggera, sono sul Volterraio guidando una delle visite organizzate dal Parco Nazionale alla storica rocca che questa volta non presenta il suo solito panorama, ma è totalmente avvolta dalle nebbie, quando mi chiama l'amico Giulio “Vieni alle Saline che nel bacino termale sono appena atterrati sette fenicotteri …”. Terminata l'escursione mi dirigo alla “piccola Camargue” elbana, che negli ultimi tempi ha regalato grandi sorprese ai naturalisti e agli appassionati di fotografia di natura. E' quasi sera, data anche la luce plumbea delle nubi di scirocco.

I fenicotteri sono ancora lì al centro della laguna, prima in un momento di riposo, con la testa dal lungo collo piegata sul dorso e poi in fase di alimentazione, setacciando con il becco il basso fondale. Chissà da dove vengono e quanto hanno viaggiato, penso osservandoli tranquilli in questa che per loro, animali tipicamente frequentatori delle lagune e delle saline, è un'area di sosta e ristoro ideale. Scatto qualche immagine con una piccola fotocamera compatta che mi ero portato in escursione, giusto per documentare l'evento. Un tempo più rari - il naturalista Giacomo Damiani nel 1923 li descriveva come accidentali all'Elba – oggi i rosati trampolieri sono divenuti più comuni, assai frequenti nelle aree umide salmastre di Sardegna, Corsica e del vicino continente. 

Non è la prima volta che capitano a San Giovanni, soprattutto in primavera e in autunno in occasione degli spostamenti migratori. Qui li ho già ritratti altre volte e qualche hanno fa un giovane esemplare giuntovi a fine estate vi ha pure svernato divenendo il beniamino della salina, prima di prendere il volo in primavera, probabilmente insieme ad altri esemplari della sua specie capitati qui anch'essi durante i loro spostamenti. La mattina del 2 Maggio mi reco presso il bacino termale, sperando di ritrarre gli esemplari con una luce migliore ma i fenicotteri sono già partiti riprendendo la loro rotta. Nel pomeriggio ricevo un messaggio da Andrea che mi dice che ormai da un giorno un bel fenicottero rosato se ne sta sulla spiaggia di Procchio. 

Incuriosito vado a vedere e insieme al fenicottero trovo anche Lucrezia, autrice del video che poi ha fatto il giro del web, che lo vigila (vedi articolo correlato sotto). L'animale è lì tranquillo, forse anche troppo, tanto da far preoccupare per il suo stato di salute … Forse stanco, staccatosi dal suo gruppo o disperso nelle basse nuvole dello scirocco ha perso i compagni di viaggio che invece hanno raggiunto la salina. Non resta che aspettare e vedere se riesce a recuperare le energie per ripartire. E così il tre mattina ho buone notizie da Procchio, il fenicottero non c'è più, probabilmente ripartito verso qualche laguna continentale. 

Antonello Marchese
* Guida ambientale e turistica. Guida ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Fotografo di Natura. Promotore dell’azione Elba Foto Natura, nell’ambito dei progetti della Carta Europea per il Turismo Sostenibile


Il fenicottero, più “vagabondo” che migratore.


Per il Fenicottero (Phoenicopterus roseus) non è affatto inconsueto fermarsi in luoghi “insoliti” e apparentemente poco ospitali. Praticamente durante tutto l’arco dell’anno ma soprattutto nel corso degli spostamenti post riproduttivi e pre-riproduttivi vengono “saggiate” aree prima mai visitate, oppure sono utilizzate, come area di sosta, zone frequentate regolarmente solo come tali. A volte piccole lagune temporanee o di origine antropica. Nei miei taccuini più antichi ritrovo un fenicottero sul lungomare di Antignano al tramonto. Non era ancora epoca di cellulari altrimenti si sarebbe scatenata la fiera del selfie. 

Ma tutt’oggi in un’area di cantiere dentro il porto di Livorno (interdetta all’acceso per molti motivi) sostano a volta centinaia di trampolieri rosa durante i loro continui spostamenti. Badate bene, non ho mai usato il termine “migrazione”, finora. Gli ornitologi si sono per molto tempo chiesti quali fossero effettivamente i movimenti che portavano questa “gente rossa” (“Gentarrùbia” come li chiamano in Sardegna) a comparire improvvisamente in Sardegna per poi fondarci una popolazione stabile, o a frequentare regolarmente, ma specialmente in inverno, la Laguna di Orbetello o altre paludi costiere toscane. Le motivazioni potevano essere facilmente ipotizzabili. 

I fenicotteri si nutrono di invertebrati che “filtrano” col loro becco a scarpa iper specializzato (è dotato di pettini-filtro), e in particolare di un gamberetto, l’Artemia salina, legato ad acque calde, salmastre e poco profonde. Ambienti quindi molto “selettivi” e altrettanto mutevoli. Basta una normale variazione della salinità o una improvvisa freddata e un posto prima ricco di cibo va immediatamente abbandonato. Questo di per sé spiega la mobilità di questi stupendi animali.

Ma quali fossero gli effettivi spostamenti lo si è potuto capire grazie ad una massiccia campagna internazionale di inanellamento mediante anelli colorati numerati leggibili a distanza. Grazie all’enorme diffusione del Birdwatching in questi ultimi trent’anni sono arrivate valanghe di dati e la scoperta è stata solo in parte sorprendente. I fenicotteri si spostano da una palude all’altra dell’intero bacino del Mediterraneo, “saltellando” dal Delta del Po’ alla Toscana o alla Sardegna, e viceversa, dal sud della Francia all’Italia, dalla Spagna alla Francia e al nord-Africa da qui alla Turchia e dalla Turchia all’Italia. Insomma; una “rete” di posti idonei che il popolo rosa conosce e visita regolarmente. 

E durante il loro eterno vagabondare, grandi o piccoli gruppi sostano anche in aree per loro ovviamente secondarie, come Saline. Oppure scoprono nuovi posti idonei, o utili “teste di ponte” per il superamento degli Appennini come gli stagni della Piana Fiorentina. E magari può capitare che singoli soggetti, stanchi o magari non in perfetta salute, si fermino in luoghi assolutamente “sbagliati” come la spiaggia di Procchio. In questi casi è importante lasciare che l’animale si riprenda e riparta quando si sente in forze, senza arrecargli disturbo. 

Esattamente, mi piace sottolinearlo, come è successo a Procchio. I fenicotteri sono piuttosto confidenti e si lasciano volentieri fotografare o filmare a debita distanza regalandoci la loro bellezza un po’ dandy anni ’80 per poi ripartire verso una delle tante maglie nella rete del loro Mediterraneo senza confini. Le nostre piccole aree umide quali San Giovanni, Le Prade, Mola e anche la Foce presso la piana campese, sembrano assolvere ancora l'importante funzione di luogo di sosta e ristoro per i migratori acquatici in occasione dei loro ampi viaggi. 

Per definire semplicemente l'importanza della laguna antistante a Portoferraio, già storica salina e poi ambiente valorizzato dalla creazione delle Terme di San Giovanni e dal bel parco che circonda il bacino, bisogna ricordare che solamente degli ultimi anni personalmente vi sono stati documentati con immagini fotografiche, anche se relative a presenze temporanee, interessanti specie dal punto di vista naturalistico e conservazionistico quali il cavaliere d'Italia, l'airone bianco maggiore, il fenicottero, l'airone rosso, l'airone guardabuoi, l'airone cenerino, la garzetta, il piro piro piccolo, il piro piro boschereccio, il piro piro culbianco, il corriere piccolo, il corriere grosso, la pantana, la sgarza dal ciuffetto, la nitticora, il martin pescatore, il cormorano, la sterna beccapesci, la gallinella d'acqua, la beccaccia di mare, il combattente, il beccaccino, il piovanello pancianera, l'alzavola, il fischione, il chiurlo piccolo e la pettegola. Altri ornitologi e naturalisti vi avrebbero pure documentato le fortunate picchiate predatorie del prezioso falco pescatore che sembra adesso sempre più diffuso nell'Arcipelago.

Giorgio Paesani"


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