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Attualità sabato 09 agosto 2025 ore 10:47

Ungulati abbattuti, carne in beneficenza

La Regione ha stanziato 80 mila euro per due stagioni venatorie come rimborso per i centri che lavoreranno le carcasse



TOSCANA — La Regione Toscana rimborsa con 80 milaeuro, metà per la stagione venatoria 2025/206 e l’altra metà per quella 2026/2027, i centri di lavorazione della selvaggina coinvolti nel trattamento della carcasse di ungulati abbattuti nell’ambito dei piani di controllo e destinati alla beneficenza. Per lo più si tratta di cinghiali. 

L’iniziativa si ripete da anni e vede la distribuzione di queste carni, attraverso la collaborazione del Banco alimentare della Toscana, a fasce di popolazione in difficoltà e socialmente più vulnerabili.

Tutti i capi naturalmente, prima della distribuzione e prima che arrivino a casa, saranno ispezionati dai veterinari delle Asl, chiamati a condurre un’azione diretta di prevenzione e rilevamento precoce di eventuali malattie che possono colpire la fauna selvatica, a partire dalla pesta suina africana presente in alcuni focolai in Italia. 

I controlli sono a tutela della salute delle persone, ma consentono anche un monitoraggio della diffusione del virus nelle colonie di animali.


“Si tratta – spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – di un vero e proprio monitoraggio della salute della selvaggina e una garanzia per la sicurezza alimentare. Rispondiamo così a obiettivi sociali e a finalità di carattere igienico sanitario grazie ad un grande lavoro di squadra tra i professionisti delle Asl, gli ambiti territoriali di caccia e il Banco Alimentare”.


“Sono contenta che prosegua un progetto che ha preso avvio quando, nella precedente legislatura, mi occupavo di sanità e welfare. - commenta la vice presidente ed assessora alla caccia, Stefania Saccardi - E’ tanta - ricorda - la carne proveniente da ungulati selvatici abbattuti nell’ambito di piani di controllo della Regione, così abbiamo ritenuto necessario incentivare la beneficenza: un modo per rispondere ai bisogni delle fasce di popolazione più vulnerabili e in condizione di svantaggio o marginalità”.

Di fatto la Toscana, attraverso più misure e politiche, ha trasformato il problema degli ungulati da criticità in risorsa: i capi abbattuti in prelievo venatorio e in controllo faunistico sono infatti diventati un’opportunità per la creazione della filiera maggiormente sviluppata in italia. Nel 2024 oltre 15mila capi sono entrati a farvi parte: una parte di essa con finalità di beneficenza alimentare.


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