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Cultura sabato 21 giugno 2025 ore 09:00

Premio Appiani, vince Fulvio Bertuccelli

La premiazione riguarda la traduzione dal turco del romanzo Zamir. Il Premio Appiani aprirà Elba Book Festival



RIO — Fulvio Bertuccelli vince la decima edizione del Premio Lorenzo Claris Appiani con la traduzione di Zamir, il romanzo di Hakan Günday edito da Marcos y Marcos. Il nome del vincitore è stato annunciato al Salone del Libro di Torino nell’ambito dell’Autoreinvisibile, il ciclo di incontri sulla traduzione editoriale, curato da Ilide Carmignani.

La cerimonia di premiazione, a cui parteciperanno il traduttore e i membri della giuria, avverrà durante la prima giornata di Elba Book Festival, martedì 15 Luglio nella piazza di Rio nell'Elba alle 18,30.


Il premio Lorenzo Claris Appiani, nato dieci anni fa per celebrare la memoria del giovane avvocato ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano e il legame con la sua terra d’origine, ha l’obiettivo di dare luce alle figure spesso invisibili di traduttori e traduttrici, attori insostituibili e necessari nel delicato processo di mediazione culturale; inoltre si propone di dare risalto al valore culturale e sociale non solo del mestiere del traduttore, ma anche della letteratura e dell’editoria indipendente. Per la decima edizione del premio, la famiglia Appiani, in accordo con le componenti della giuria, ha scelto di indagare la letteratura turca tradotta in italiano. Si tratta di una produzione narrativa ancora poco nota in Italia, che sottopone alla nostra attenzione temi universali e contemporanei da una angolatura nuova.

Il premio Lorenzo Claris Appiani, riservato agli editori indipendenti e alle loro pubblicazioni, è promosso dalla famiglia Appiani, dall’Associazione Culturale Elba Book Festival e dall’Università per Stranieri di Siena (UNISTRASI), che garantisce anche il supporto scientifico, e si svolge con il patrocinio del Comune di Rio.

La decima edizione del Premio di traduzione letteraria Lorenzo Claris Appiani ha visto protagonista la letteratura turca tradotta in italiano. Negli ultimi vent’anni, le traduzioni dal turco sono aumentate in maniera costante e hanno riscosso un sempre maggiore apprezzamento da parte del pubblico. 

Le opere pervenute spaziano dai classici di fine Ottocento e inizio Novecento ai romanzi apparsi in Turchia negli ultimi anni. Occorre inoltre sottolineare che i romanzi candidati sono stati tradotti da persone tra i trenta e i quarant’anni di età, segno che a un nuovo interesse verso la letteratura turca corrisponde una nuova generazione di traduttrici e traduttori.


La giuria presieduta da Giulia Marcucci (Università per Stranieri di Siena) e composta da Hilal Aydın La Spisa (Università per Stranieri di Siena), Ilide Carmignani (traduttrice) e Nicola Verderame (traduttore) attribuisce il premio a Fulvio Bertuccelli per la traduzione di Zamir di Hakan Günday, pubblicato da Marcos y Marcos.


Il protagonista del romanzo è nato in un campo profughi, ha il viso sfigurato da una bomba e da anni è il volto pubblico di una ONG corrotta. Lavora per prevenire i conflitti in varie regioni del mondo, anche se ciò comporta mentire, cooperare con dittatori o condannare a morte.

Oltre a essere un’opera che interroga in maniera radicale la coscienza del mondo contemporaneo, affrontando le contraddizioni del nostro tempo e i dilemmi morali della società attuale, Zamir è un romanzo giocato sulle ambiguità più che sui contrasti netti tra bene e male, e così anche la figura del protagonista non è facilmente incasellabile. Il ritmo serrato, i piani temporali sovrapposti e il passaggio dalla prima alla terza persona hanno dunque richiesto al traduttore una scrittura particolarmente creativa e accurata.


"Fulvio Bertuccelli - si legge in una nota - è riuscito con eleganza e precisione a tradurre un testo turco volutamente caratterizzato da squilibri e differenze di registro e tono, con grande sensibilità per lo stile oscuro e provocatorio di Günday; con consapevolezza ha saputo restituire al lettore italiano le sfumature retoriche, i dialoghi intensi, i cambi di prospettiva e le immagini potenti del testo di partenza, senza mai trascurare la resa accurata degli elementi che formano il contesto socioculturale dell’opera. Merito di Bertuccelli è di essersi distinto per una resa efficace e brillante di un testo complesso che alterna riflessioni etiche, passi allucinati e squarci surreali. Per questi motivi, la giuria all’unanimità ha deciso di conferirgli il Premio per la traduzione letteraria Lorenzo Claris Appiani".

“L’Università per Stranieri di Siena collabora con Il Premio Lorenzo Claris Appiani dalla sua nascita e siamo onorati di aver percorso questi dieci anni vicino ai signori Appiani, a Roberta Bergamaschi e agli altri organizzatori dell’Elba Book Festival – afferma la professoressa Giulia Marcucci -. Celebrare ogni anno la traduzione letteraria, nel ricordo di Lorenzo, ci offre infatti l’opportunità unica di tenere insieme l’aspetto scientifico del nostro lavoro con quello profondamente umano, legato alla memoria e soprattutto alla sete di giustizia. Non dobbiamo e non vogliamo dimenticare le parole di Brodskij, che diceva che la traduzione è la madre di ogni civiltà. Dal 2016 a oggi abbiamo premiato traduttrici e traduttori dall’arabo, russo, cinese, portoghese, giapponese, Yiddish, francese, spagnolo, tedesco e turco, mettendo a disposizione le nostre competenze linguistiche e culturali per ciascuna di queste aree. Negli ultimi tre anni abbiamo inoltre creato ulteriori ponti tra il Premio e il nostro Ateneo: il premiato viene ospitato in autunno a Siena a tenere un seminario nel Centro Studi sulla Traduzione; abbiamo ideato una Scuola di traduzione letteraria intitolata a Lorenzo, che si svolge a Rio Marina in autunno, l’ultima settimana di settembre o la prima di ottobre – quest’anno sarà dedicata al tedesco, mentre nella prima edizione i laboratori di traduzione erano dedicati al francese. L’idea di questa Scuola è di condividere la pratica della traduzione con esperti, generalmente un traduttore premiato e un docente universitario specialista di traduzione, in un posto così accogliente, incantevole e al contempo “isolato” come “Le sughere del Montefico”.

Inoltre, da quest’anno abbiamo coinvolto nei lavori del Premio e del Festival i nostri dottorandi e le nostre dottorande del Dottorato in Studi di Traduzione; spero dunque che anche il loro entusiasmo possa dare un importante contributo alla nostra collaborazione.”

Fulvio Bertuccelli nasce a Messina il 21 maggio 1984. È borsista Marie Curie alla Sapienza di Roma. Esperto di storia politica e culturale della Turchia contemporanea, ha insegnato Lingua Turca e Storia dei Paesi Islamici negli atenei di Firenze e Bologna. Parallelamente, ha svolto attività di traduzione letteraria dal turco all'italiano di autori quali Yunus Emre, Sabahattin Ali, Adalet Ağaoğlu, Elif Shafak e Hakan Günday.La sua prima traduzione è stata il romanzo Ankara di Yakup Kadri Karaosmanoğlu, poi A con Zeta di Hakan Günday (Marcos y Marcos). Nel tempo libero cerca di coniugare l’impegno sociale con la passione per la lettura e per la musica.


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