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Attualità lunedì 22 marzo 2021 ore 16:51

Recovery Plan, le opportunità per l'Elba

Marco Mantovani, presidente Fondazione Isola d'Elba Onlus

Autonomia idrica dell'Elba, depurazione delle acque reflue e lotta alla plastica sono i tre temi chiave che la Fondazione Elba sottolinea



PORTOFERRAIO — "Il Recovery Plan – Next Generation EU è un gigantesco piano di finanziamenti europei col quale si vuole rilanciare ed ammodernare i paesi europei messi in crisi economica e sociale dalla pandemia, a seguito del quale consegneremo ai nostri figli un’Europa moderna, digitalizzata, competitiva e ricca di possibilità lavorative per i giovani. Tutte le regioni ed i comuni italiani potranno accedervi presentando progetti di investimento dettagliati e compatibili con i vari assi di sviluppo ammessi dal Piano". 

La Fondazione Isola d'Elba onlus, presieduta dall'imprenditore Marco Mantovani, torna a spiegare quali benefici l'isola potrebbe ricevere dai futuri finanziamenti.

"Per l’Elba, terza isola italiana, è una grande opportunità che deve essere utilizzata nel più proficuo dei modi. - prosegue la nota della Fondazione Elba - L’Amministrazione di Portoferraio come capofila ha predisposto un elenco dei progetti per tutti i 7 comuni, purtroppo con molti limiti dovuti al ristretto tempo per la presentazione, ma il sindaco Zini nella riunione dell’11 Marzo scorso ha aperto ad ulteriori suggerimenti. Approfittando della disponibilità vogliamo suggerire l’inserimento di altre importanti questioni assenti nel documento, quali l’autonomia idrica, la depurazione degli scarichi a mare, l’isola “Plastic Free”. Tutti temi connessi alla rivoluzione verde e transizione ecologica, missione inclusa nel Piano".

"Per l’Autonomia idrica - prosegue la Fondazione Elba - Asa ha proposto il dissalatore, impianto tipicamente industriale, che per alcuni aspetti contrasta con le linee di indirizzo ambientali del Piano. All’Elba le perdite idriche della rete distributiva sono del 57%, per cui il 43% della costosa acqua dissalata andrebbe sprecata. Non sembra l’approccio migliore. L’apporto totale dei pozzi e sorgenti elbane in volume è pari attualmente a circa il 75% del volume complessivo erogato dalle reti comunali. Adottando i concetti dell’economia sostenibile riteniamo che l’autonomia idrica debba passare dalle buone pratiche, in ordine: piano pluriennale di revisione delle condotte fino a valori di perdite accettabili, ricerca e captazione delle ulteriori risorse idriche sotterranee disponibili, realizzazione di idonee opere di accumulo di acqua anche per bilanciamento invernale/estivo, attivazione di un piano di recupero acque piovane diffuso, e sostituzione/riparazione della tubazione di collegamento Elba-Piombino".

"I dati - spiega la Fondazione Elba - sono tratti da autorevoli studi: Report 2020 di “Isole Sostenibili” redatto da Centro Nazionale Ricerche CNR e Legambiente (p.59) ; Rapporto “Analisi disponibilità idriche attuali e future” commissionato da AATO 5 Toscana Costa allo studio AICOM LOTTI – Roma – vol.2 pg.41. La depurazione delle acque reflue dovrebbe essere inserita con un progetto di adeguamento degli impianti e degli scarichi a mare di tutta l’isola ai migliori standard mondiali (best practices). La lotta alla plastica dovrebbe essere fortemente implementata su tutti i territori comunali, con l’obiettivo di azzerare ogni utilizzo monouso nel territorio elbano".

"Le risorse energetiche rinnovabili e la mobilità elettrica - prosegue la Fondazione Elba - sono già citate nel documento ufficiale: sono progetti molto complessi per loro natura, quindi auspichiamo fortemente che ne vengano implementati gli studi e la successiva realizzazione pluriennale, senza restare solo ipotesi sulla carta. Sono tutti tasselli di un complesso e difficile mosaico che, se ben realizzato nel tempo, porterebbe l’isola verso un futuro più sostenibile e più appetibile per un turismo esigente verso i valori della natura. La Fondazione dà comunque la sua piena disponibilità per ogni forma di collaborazione fosse utile".


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