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Attualità giovedì 02 agosto 2018 ore 17:30

Parco Arcipelago, presentato il nuovo direttore

Il direttore PNAT Maurizio Burlando

Maurizio Burlando ha preso servizio negli uffici dell'Enfola: "Oggi realizzo un mio sogno, questo parco ha grandi potenzialità ancora non espresse"



PORTOFERRAIO — C'era il pubblico delle grandi occasioni, nella sala del Consiglio dell'Ente Parco all'Enfola, per la presentazione del nuovo direttore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Maurizio Burlando, che da due giorni ha preso servizio negli uffici dell'Enfola.

Il presidente Giampiero Sammuri, dopo i saluti di circostanza, ha ricordato le modalità con le quali viene nominato il direttore del Parco, con una procedura ad evidenza pubblica attingendo ad una terna di nominativi che fanno parte di un albo di persone definite "idonee" a ricoprire questo ruolo.

"Sono state ben 67 le domande - ha ricordato Sammuri - provenienti da un albo con oltre 700 profili idonei,  aggiornato proprio quest'anno dal Ministero dell'Ambiente. Una volta selezionata dal Parco la terna, la nomina compete al Ministro dell'Ambiente. Bisogna dire che Burlando ha grande competenza ed esperienza specifica nel settore, ma anche gli altri due candidati lo erano".

Per la cronaca, gli altri due candidai oltre a Maurizio Burlando erano  Ciro Amato, segretario comunale ed esperto di aree protette, ed  Enrico Giunta, attuale direttore del Parco Regionale della Maremma".

"Conosco Burlando da molti anni  - ha detto ancora Sammuri - e so dei suoi riconoscimenti ottenuti anche a livello internazionale. Credo che per il Parco sia un ottimo investimento.  Da ieri abbiamo cominciato a lavorare e le premesse sono decisamente ottime"

"Posso solo esprimere il mio entusiasmo - ha detto presentandosi Maurizio Burlando -  vengo a lavorare in un parco molto importante, sia per il territorio che rappresenta  che per quello che ha fatto in questi anni. Ci sono ottime potenzialità rispetto a quello che è già stato fatto. Dovremo costruire operazioni di squadra, all'interno del personale del Parco ma soprattutto con tutti gli attori del territorio:  amministrazioni pubbliche, forze dell'ordine, operatori turistici, portatori di interesse in generale legati al territorio. Uno degli obiettivi è quello di poter internazionalizzare le eccellenze che abbiamo e che sono riconosciute in tutto il mondo. Cercheremo di fare anche innovazione, e per questo aspettiamo proposte dagli addetti ai lavori. Il Parco da solo fa poco se non riceve sollecitazioni dal territorio, ed in questo manifesto fin d'ora la massima apertura. Lavoriamo comunque all'interno di normative vincolanti, cercheremo di mantenere attenzione al territorio all'interno delle attività di tutela che la legge ci impone".

"Chiedo ovviamente pazienza - ha aggiunto il nuovo direttore -  devo ancora cominciare a costruire i contatti e per questo dò disponibilità totale. Per me questo è un punto di arrivo professionale, per quanto il PNAT è conosciuto a livello nazionale e per quelle potenzialità che ha di essere altrettanto conosciuto a livello internazionale. Da ragazzino speravo di fare questo lavoro, ho fatto geologia per questo, ed oggi realizzo un mio sogno".

"Conoscevo già l'Elba, prima da studente di geologia  e poi da turista. Certo, la convivenza di un Parco con una realtà turistica di questo livello è sicuramente complicata, ma molto è già stato fatto in questo senso e molto altro si potrà fare per cercare le forme migliore di convivenza col territorio e le proprie esigenze. Per riuscirci al meglio - ha concluso Maurizio Burlando -  dobbiamo far coincidere e condividere i rispettivi interessi, ed è quello che cercheremo di fare".

Ottime motivazioni, quindi, a cui si dovrà aggiungere anche una maggiore ricerca di  collaborazione  con i residenti e gli stessi turisti, in modo che ci si renda conto di essere all'interno del più grande parco marino d'Europa, con tutto quello che ne consegue a livello di attrattiva e di consapevolezza del territorio. Del resto, come disse un capo indiano Sioux ai colonizzatori americani, "la Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”.


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