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Sport giovedì 23 dicembre 2021 ore 13:49

Neculai si racconta alla vigilia del derby di Natale

Ion Neculai (Foto Stefano Delfrate)

Nostra intervista al giovane rugbysta elbano che sarà domani in campo nel derby italiano di URC tra Zebre Rugby di Parma e Benetton Rugby Treviso.



PORTOFERRAIO — Il rugby e’ un gioco primario: portare una palla nel cuore del territorio nemico. Ma e’ fondato su un principio assurdo, e meravigliosamente perverso: la palla la puoi passare solo all’indietro. Ne viene fuori un movimento paradossale, un continuo fare e disfare, con quella palla che vola continuamente all’indietro ma come una mosca chiusa in un treno in corsa: a furia di volare all’indietro arriva comunque alla stazione finale: un assurdo spettacolare.”(Alessandro Baricco).

In questo assurdo spettacolare i giocatori isolani hanno sempre avuto un ruolo da protagonisti. Campioni nati in isole lontane, collocate nell’altro emisfero. Vengono dalla Nuova Zelanda, dalle Fiji, da Samoa.

Adesso anche l’italia ha il suo giocatore isolano. Non viene però dalla Nuova Zelanda e non è nato alle Fiji. Viene dall’Isola d’Elba.

Ion Neculai aveva due anni quando la sua famiglia ha lasciato Chisinau, la città moldava sulle sponde del fiume Bic per arrivare all’Isola d’Elba.

Oggi Ion milita nelle Zebre Rugby di Parma, una delle due franchigie italiane che partecipano all’ United Rugby Championship.

Ion gioca nel ruolo di pilone. E’ nato nel 2001, è alto 189 centimetri e pesa oltre 130 chili. E’ un pilone destro che ha ancora tanto da imparare ma che già è in grado di dare del filo da torcere a chiunque.

Gambe potenti, dinamismo, efficace nei tempi d’ingaggio in prima linea. Caratteristiche che nel suo ruolo non sono facili da trovare in ragazzi così giovani.

Lo abbiamo incontrato prima del Derby di Natale, la partita di United Rugby Championship che le Zebre giocheranno contro l’altra franchigia italiana del Benetton Treviso, in programma domani alle 14 (diretta tv sul Canale 20 Mediaset del digitale terrestre)

Il rugby fin da giovanissimo ti ha tenuto lontano dall’Elba, che rapporto hai mantenuto con l’isola? Cosa ti piace fare quando torni?

Per me l’Elba è casa nel vero senso della parola. Anche questo Natale avrò solo un giorno libero ma cercherò di tornare. Quando sono a casa mi piace andare a pescare con il mio migliore amico. Ho cominciato con mio padre che mi portava da piccolo. Pesco con la canna dalla costa. Vado in giro con gli amici, facciamo grigliate, una vita semplice. il luogo che amo di più è il Castello del Volterraio.

Come hai iniziato a giocare a rugby?

Ho provato tanti sport. Un giorno ero in quarta elementare, forse ancora in terza. Due miei amici giocavano a rugby e mi hanno invitato a provare. Al primo allenamento mi sono divertito come un matto. Mi hanno dato una palla, messo su un prato e mi hanno detto di fare quello che volevo. Cosa ci può essere di meglio per un bambino? Sporcarsi, correre, senza timore di essere sgridato. Da allora sul campo da rugby mi sono sempre sentito a mio agio. E sono nate tante amicizie.

Dall’Elba sei infine arrivato a Parma, nella prestigiosa franchigia delle Zebre Rugby. Da quando sei alle Zebre, in cosa sei migliorato?

Anzitutto ho fatto grandi progressi dal punto di vista atletico e sull’approccio al placcaggio. In generale ho fatto progressi su tutto il lavoro in difesa.

Come pilone ti conosciamo potente di gambe, efficace con l’ovale in mano durante l’avanzamento. Insomma, grande attitudine all’attacco, tre mete con l’Under 20 in cinque partite.

Si ma quest’anno sono molto attento a migliorarmi soprattutto dal punto di vista difensivo. In attacco ho cercato di mantenere le mie attitudini.

Per un atleta che gioca in una squadra di grande livello, quanto conta la testa?

Tantissimo. Senza la testa non vai da nessuna parte, sia durante le partite che fuori dal campo. Io per esempio devo stare molto attento all’alimentazione, la testa è fondamentale anche in questo.

La pandemia come sta condizionando questa parte della tua carriera?

Durante il primo lockdown è stata dura. Ero all’Elba chiuso in un appartamento. Non potevo correre, non potevo fare pesi. Pur seguendo il mio regime alimentare ho preso chili di troppo.

Sei nel giro delle varie squadre Nazionali oramai da tempo. Prima l’Under 17, poi l’ Under 18 e l’ Under 20. Finalmente questo autunno la Nazionale A, dopo la Nazionale Maggiore è l’altra nostra squadra Azzurra insieme alla Nazionale Emergenti.

In Nazionale A ho ritrovato ragazzi che conosco fin dai tempi delle nazionali giovanili e quindi mi sono trovato bene con il gruppo. Pensavo però che sul campo avremmo avuto qualche difficoltà a giocare insieme, soprattutto in mischia. Invece sono contento, siamo stati subito in sintonia. Adesso devo lavorare tanto per migliorare e restare nel giro degli Azzurri.

Sia la Nazionale Emergenti che la Nazionale Under 20 qualche giorno fa hanno vinto con la Romania e con i coetanei irlandesi. E’ un buon momento.

La scelta di reintrodurre la Nazionale Emergenti è stata una ottima idea da parte della Federazione. Tanti ragazzi che giocano in Eccellenza hanno ed avranno la possibilità di maturare e di fare esperienza a livello internazionale. E’ una cosa buona per l’intero movimento.

Chi è il giocatore che ti ha ispirato fin da quando eri piccolo?

Fino a qualche anno fa avrei senz’altro risposto Martin Castrogiovanni. Un mito per i ragazzi che giocavano nel mio ruolo. Da quando Castrogiovanni si è ritirato ammiro molto l’irlandese Tadhg Furlong. Un pilone con uno stile di gioco molto dinamico. Uno che in mischia chiusa sa il fatto suo.

Ed il giocatore più forte che hai incontrato sul campo?

Jonathan Sexton. Ovviamente sapevo già che è un fenomeno ma sul campo ne ho avuto conferma. Quel giorno a Leinster mi ha impressionato molto anche Rhys Ruddock. Fisico assurdo e grande atleta. Contro di noi ha fatto davvero una grande partita.

La tua partita del cuore, quella che ricordi più volentieri.

E’ quella che mi ha introdotto definitivamente nel mondo dei grandi e che non dimenticherò mai. Era il primo anno nella Nazionale Under 20. Giocammo con la Francia in casa loro. In tribuna c’erano ottomila spettatori. Atmosfera bellissima. La partita fu dura, molto intensa. La porterò sempre nel cuore.

Ti piacerebbe giocare all’estero?

Certo, a chi non piacerebbe giocare in Francia nel Top 14 o in Inghilterra? Adesso però nel mio presente e nel mio futuro ci sono le Zebre ed io devo concentrarmi solo sulle Zebre.

Qual è il momento migliore per fare un’esperienza all’estero?

Quando credi molto in te stesso e nei tuoi mezzi, quando sei maturo e pronto di testa. Andare a giocare all’estero è sempre un rischio. Occorre farlo quando sai di poterti conquistare un posto in squadra e poter giocare.

Quando l’atleta Ion si volta indietro chi deve ringraziare?

Tante persone. Sicuramente tutti gli allenatori ed i preparatori che ho avuto. A cominciare dall’Elba Rugby e poi a Prato, ai centri di formazione di Prato e Remedello. Infine a Parma. Sono in tanti ma ringrazio tutti, ognuno mi ha dato molto.

E la persona Ion Invece chi ringrazia? Chi ti ha sempre supportato nelle tue scelte sportive, ti ha motivato, ti è stato accanto?

Preferisco non rispondere, non vorrei involontariamente escludere qualcuno.

Torniamo a questa stagione ed ai campi dell’United Rugby Championship. Cosa manca alle Zebre per vincere?

Bella domanda. Ce lo stiamo chiedendo. Fondamentalmente le capacità ce le abbiamo. Anche nell’ultima partita in Challenge Cup abbiamo messo in difficoltà Tolone, una delle migliori squadre europee. Credo che nelle ultime partite ci sia mancata la confidenza.

Sarà il derby di Natale con Benetton Treviso l’occasione giusta? Come si vive la vigilia di un derby?

Speriamo. Tutti i ragazzi sono motivatissimi e questa settimana si stanno allenando con la massima concentrazione. La partita indubbiamente è molto sentita. Io finora non ho affrontato alcun derby, sarà una bella sensazione. Ora che ci penso in realtà invece alcuni derby li ho giocati, quelli tra Elba Rugby e Piombino.

E come finiva?

E me lo chiedi? Con l’Elba Rugby vittoriosa!

Parma, 24 dicembre 2021. Le formazioni del derby di Natale. Ion Neculai partirà dalla panchina.

Zebre Rugby: 15. Jacopo Trulla,14. Pierre Bruno,13. Giulio Bisegni, 12. Tommaso Boni,11. Asaeli Tuivuaka,10. Carlo Canna, 9. Guglielmo Palazzani, 8. Giovanni Licata,7. Maxime Mbandà,6. Liam Mitchell,5. Andrea Zambonin, 4. David Sisi, 3. Eduardo Bello, 2. Oliviero Fabiani,1. Danilo Fischetti

A disposizione:16. Giampietro Ribaldi,17. Andrea Lovotti,18. Ion Neculai, 19. Leonard Krumov, 20. Iacopo Bianchi, 21. Marcello Violi, 22. Timothy Paul O’Malley, 23. Junior Laloifi.

Allenatore: Michael Bradley

Benetton Rugby: 15. Edoardo Padovani, 14. Luca Sperandio, 13. Ignacio Brex, 12. Tommaso Menoncello, 11. Monty Ioane, 10. Rhyno Smith, 9. Callum Braley, 8. Toa Halafihi, 7. Michele Lamaro (Cap), 6. Giovanni Pettinelli, 5. Federico Ruzza, 4. Niccolò Cannone, 3. Ivan Nemer, 2. Gianmarco Lucchesi, 1. Thomas Gallo

A disposizione: 16. Hame Faiva, 17. Cherif Traoré, 18. Tiziano Pasquali, 19. Carl Wegner, 20. Sebastian Negri, 21. Alessandro Garbisi, 22. Leonardo Marin, 23. Joaquin Riera.

Allenatore: Marco Bortolami

Arbitro: Andrea Piardi (Federazione Italiana Rugby)

Assistenti: Federico Vedovelli (Federazione Italiana Rugby) e Dario Merli (Federazione Italiana Rugby)

TMO: Stefano Roscini (Federazione Italiana Rugby)

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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