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Attualità venerdì 28 settembre 2018 ore 06:35

Il passaggio degli aironi all'Elba

Le foto sono di Antonello Marchese

Lo spettacolare fenomeno è stato immortalato nella rada di Portoferraio dal fotografo e guida ambientale Antonello Machese



PORTOFERRAIO — Le isole dell’Arcipelago con la loro posizione tra la penisola
italiana e il gruppo insulare sardo – corso, si trovano su una delle
rotte preferenziali dell’avifauna migratrice, nei suoi spostamenti sulla
direttrice Sud - Nord in primavera e viceversa, durante il rientro verso
il continente africano, nel periodo autunnale. Migliaia di viaggiatori
alati passano sulle nostre teste in occasione dei viaggi di andata e di
ritorno, fermandosi a volte a riposare e ristorarsi proprio su questi
“ponti” naturali che sono le nostre isole.
Molti sono i rapaci avvistati sui monti riesi in questi giorni di
passaggio e poi ancora su Pianosa, quasi una “portaerei” naturale che si
estende a sud-ovest dell’Elba in direzione della Corsica. Qualche giorno
fa ai bagnanti sulla spiaggia pianosina si presentava uno spettacolo
unico con quindici grossi rapaci, probabilmente poiane, che hanno
volteggiato alte sull’arenile spostandosi progressivamente verso ovest.
Gli ardeidae, per intendersi gli appartenenti alla famiglia degli
aironi e le garzette,
sono tra gli altri viaggiatori che frequentano
così i nostri lidi e altri fotografi hanno già documentato la presenza
di gruppi di aironi in questo settembre. 

"Nella primissima mattina di giovedì 20 settembre  - ci racconta Antonello Marchese, fotografo e guida ambientale - è ancora buio quando sento il caratteristico verso rauco dei grandi volatili: Portoferraio con la sua vasta rada e zona di aree umide limitrofe, poi trasformate in saline, deve essere stata una
loro tappa di viaggio da sempre. Decido così di mettere in programma
una visita alle laguna nella più tarda mattina: arrivato presso il
bacino termale di San Giovanni la presenza di ben cinque grandi aironi
cinerini (Ardea cinerea) conferma i versi ascoltati di primo mattino.
Dopo attimi di osservazione comprendo che in realtà i viaggiatori
sarebbero solo quattro mentre il quinto che non farebbe parte del gruppo
continua a puntare a testa bassa i forestieri senza dare loro tregua.
Nello stesso periodo l'anno scorso avevo documentato con le immagini un
simile comportamento di mobbing (dall'inglese to mob vale a dire
assalire, molestare)... Si tratterà dell' airone elbano, già ben noto e
ritratto il giorno prima, che difende probabilmente il proprio
territorio? Ad osservare il “balletto” dei cinque viene da sorridere e
da pensare … Continuo a ritrarre la scena con la macchina fotografica
osservando l'airone locale che non concede quartiere agli altri tenendo
testa a tutti. Gli altri forse sono stanchi e vogliono solo riposare per
riprendere il viaggio, magari ristorandosi un po' con i pesci che
abbondano nel basso fondale, non hanno certo voglia e forza di
intraprendere una rissa ... uno di loro apre il becco come per dire
qualcosa … Penso che in quel momento ci possa essere cibo almeno per
almeno altri 30 e più esemplari … ma la disfida prosegue. Forse è il
solito carattere più ruvido degli isolani … forse l'airone nostrale ha
viaggiato meno ed ha una visione più ristretta del mondo … niente da
fare … partono inseguimenti e spintoni. Penso anche che gli spazi delle
zone umide un tempo molto più vaste e tranquille oggi si sono ristrette
e questi animali, se vogliamo di dimensioni importanti rispetto ad altre
specie più piccole, sentono la pressione lottando per il loro territorio
e la sopravvivenza. Finisco di documentare la scena e me ne vado un po'
dispiaciuto dall'episodio pensando che purtroppo anche il mondo animale
non è affatto immune da simili comportamenti violenti . Qualche
giorno dopo va meglio: ho la fortuna di documentare un altro
passaggio di aironi, o forse meglio, un gruppo di 13-14 garzette

(Egretta garzetta)  mentre sono sulla nave delle 8 da Portoferraio lo
stormo passa sulla città diretto prima verso le Saline dove sembrano
rallentare e raggrupparsi per poi riprendere allungandosi, sfiorando Le
Grotte e seguendo le linee della costa verso la zona umida delle Prade :
la nave si allontana e non riesco a riprendere oltre, ma sono comunque
soddisfatto di aver ritratto seppur da lontano il volo di questi bianchi
e leggiadri animali".


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