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Politica giovedì 11 maggio 2017 ore 09:00

I deficit strutturali dell'Elba

Ospitiamo una lettera di Sergio Bicecci che elenca in maniera puntuale i mali endemici dell'Elba sotto il profilo strutturale e strategico



PORTOFERRAIO — "Viene da domandarsi perché la lunga storia post bellica della nostra isola sia stata caratterizzata da tante inefficienze. Perché i mali irrisolti che oggi lamentiamo, pur avendo origini datate, non hanno mai trovato esito positivo e definitivo. 

Così com’è lecito domandarsi perché non ci sia mai stata una sana presa di coscienza capace di affrontare collegialmente tanti temi territoriali irrisolti. Oggi di nodi da sciogliere ne abbiamo sin troppi e non è tempo di miracoli. Se potessimo chiedere ai tanti che, da attori, avrebbero potuto incidere sui risultati, avremmo una serie interminabile di motivazioni giustificative. 

Il sentire comune degli elbani, invece, tirate le somme, trovano spiegazioni certe nella nostra incapacità di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte, nella presenza di tanti improvvisati minimalisti nelle stanze dei bottoni, spesso legati al carro del più forte, partito o persona non elbano e sedente altrove. 

Perciò nessuna responsabilità diretta, ma colpevole consenso. Il sentire comune è che noi elbani, esenterei quelli di adozione, abbiamo storicamente rinunciato alla dignità del nostro territorio. Ce la siamo venduta, la dignità, anzi l’abbiamo regalata.

Le tante positive testimonianze sulla bellezza della nostra isola, che rimane unica nel contesto delle piccole-medie isole italiane per la natura incontaminata, i suoi panorami, e soprattutto la sua storia, trovano, al contrario, tanti disservizi infrastrutturali per i quali neppure c’è stata la volontà, figuriamoci la forza, di tentare di impugnarne il percorso. 

Si da l’immagine di tante cose iniziate e non completate, comunque imperfette, una sensazione, agli occhi dei più, poco edificante e di manovalanza. Vogliamo fare degli esempi? Nel 1968 accompagnai una persona all’aeroporto di Marina di Campo. L’aereo in servizio per Pisa mi pare fosse un piccolo velivolo a quattro posti, se ben ricordo monoelica. 

Erano gli inizi e penso che tanto dobbiamo, ancor oggi, all’indimenticabile passione del comandante Bartolini. Oggi dopo trascorsi 50 anni la situazione è ben diversa, ma non risolta. Permane ancora, ben radicata in molti elbani, l’indifferenza verso una infrastruttura tanto importante e ciecamente trascurata proprio quando tutto poteva essere più facile, come ho detto per mancanza di una visione lungimirante. 

Il confronto con altri siti simili ci da ampiamente perdenti. Eppure, ancora oggi, un intendimento locale forte, solidale, amministrativo e politico non lo vediamo. Come ho detto l’aeroporto è solo un datato esempio, vogliamo ricordare l’annoso problema dei collegamenti marittimi? Dei costi? Degli orari? Delle mancate coincidenze con i treni se non partendo ore prima. Quanti decenni dovranno ancora passare prima di vedere risolti i nostri deficit infrastrutturali? 

E ancora: è grazie allo sviluppo turistico dell’Elba che nacque l’Autorità Portuale Piombino, ma il nostro sviluppo portuale non ha coinciso con quello della sede dell’ente. Anni fa scrissi quello che stava accadendo. Piombino ha oggi un porto capace di far approdare navi di ultima generazione, di lunghezza e pescaggio notevoli, capaci di trasportare migliaia e migliaia di passeggeri che là scesi, ci invieranno all’Elba con aliscafi per i soliti tour, noi terremo le navi in rada.

Non si dimentichi i collegamenti terrestri, tramite bus inadeguati, vecchi e inquinanti e su strade discutibili, poi ancora la fornitura idrica dalla Val di Cornia. Finalmente proprio in questi giorni qualcuno ha ricordato il progetto Meneghin, se mai servisse ripensarci. Chiudo ricordando la sanità sulla quale, anni addietro, ho scritto abbastanza quando prevedevo che niente e nessuno avrebbe potuto cambiare il programma regionale. Tanto scrivevo quando altri autorevoli invece tacevano

A tal proposito aggiungo che ancora non abbiamo toccato il fondo. Fortunatamente godiamo ancora della professionalità ed esperienza dei nostri vecchi medici e paramedici, che districandosi fra difficoltà e protocolli fanno del loro meglio. Chi sperava nei servizi in rete rimarrà deluso, perché oltre alla mancanza di un relativo progetto e a professionisti disponibili, carenti ovunque, sarebbero gli utenti stessi a renderlo vano. Nessuno si sentirebbe mai di farsi curare od operare da specialisti pronti a ripartire con la prima nave.

Termino qui, ricordando senza commento ulteriori progetti di svilimento tali da ridurre l’isola a livelli di esasperata sudditanza: il Tribunale, i Vigili del Fuoco, la Polizia Stradale. Non so elargire terapie, ma di una cosa sono sicuro, si rende necessaria una nuova cultura gestionale. 

L’unione fa la forza, quella forza che deve essere un sodalizio, che veda l’Elba unita in difesa dei propri interessi logistici, culturali e strutturali e dell’unica industria reddituale che è il turismo, un sodalizio che mai e stato fortissimamente ricercato, piuttosto che essere sempre orgogliosamente attenti al particolare, assimilandoci spesso ai Comuni di medievale memoria". 


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