Politica lunedì 20 agosto 2018 ore 18:20
Sanità, "ecco come è andata in questi due anni"
Il testo integrale del documento che il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari ha consegnato ai colleghi a conclusione del suo mandato di presidenza
PORTOFERRAIO — Un documento consegnato questa mattina alla Conferenza dei Sindaci dell’Isola d’Elba per la Sanità da parte del sindaco di Portoferraio Mario Ferrari per riassumere l'operato della conferenza stessa degli ultimi due anni. Il sindaco Ferrari lo ha riassunto oggi in conferenza, ma lo ha consegnato in copia integrale ai suoi colleghi sindaci e rappresentanti dei comuni dell'isola.
"Quando ho assunto l’incarico di Presidente della conferenza dei Sindaci per la sanità - scrive Ferrari - ho incaricato due tecnici, il dr. Luciano Rossi consigliere delegato alla sanità del comune di Portoferraio e il dr. Gianluigi Palombi assessore alla sanità per il comune di Campo, di redigere un piano sanitario che potesse rappresentare il punto di partenza per un nuovo crono programma da concordare con l’azienda sanitaria Nord Ovest. Fui allora messo al corrente dai due tecnici delle notevoli difficoltà da superare, sia per le ristrettezze economiche, ma soprattutto per la grande difficoltà a reperire operatori specialistici, divenuti merce rara, da dedicare unicamente al nostro territorio; concordai quindi con loro l’elaborazione di un piano che prevedesse conseguentemente l’utilizzo di specialisti provenienti dall’azienda.
Ricordo preliminarmente che l’Ospedale di Portoferraio non è in rete, e quando si parla impropriamente di rete si deve intendere la condivisione di risorse aziendali, di tutta l’Area Vasta.
In tutta Italia, in primis nelle regioni dove la Sanità è fiore all’occhiello, come la Lombardia e il Veneto, già da molti anni vi è condivisione di risorse interaziendali, e parliamo di aziende territorialmente molto ampie con utenze di centinaia di migliaia di cittadini. Anche all’Elba comunque da molti anni vi è condivisione di alcuni servizi, basti pensare ai servizi ambulatoriali di Otorino, Oculistica, Urologia per i quali gli specialisti provengono dal continente.
La condivisione delle risorse è quindi un’assoluta necessità, proprio per evitare le quotidiane trasferte dei pazienti elbani in continente, per accedere a servizi sanitari altrimenti non presenti sul territorio.
Ed in questa direzione si è mosso il nuovo progetto sanitario che ha visto la luce dopo circa 4 mesi di lavoro. La sua fattibilità è stata misurata anche attraverso ripetuti incontri con i vertici aziendali che sono scesi a compromessi su molti punti ritenuti inizialmente difficilmente realizzabili. Ho chiesto a quel punto un crono programma all’azienda da portare all’osservazione della conferenza dei sindaci, crono programma che trovate anch’esso allegato a questo documento e dal quale emergono chiaramente le migliorie apportate al nostro servizio sanitario che, se realizzate, avrebbero sicuramente potenziato la sanità locale e limitato i viaggi in continente degli elbani.
Devo purtroppo dire con rammarico che è stato veramente deprimente evidenziare come, ancora una volta, il tema sensibile e fondamentale della Sanità, sia diventato uno strumento di scontro politico tra opposte fazioni o addirittura sia stato utilizzato come resa di conti all’interno della mia maggioranza.
Infatti il 9 aprile 2018 ho ricevuto un documento a firma Barbetti – Bulgaresi nel quale si diceva che il piano doveva essere “rivisitato e completato in alcune parti, preferibilmente in collaborazione con TUTTI i Sindaci dell’Elba, i loro consulenti, la Direzione dell’ASL Nord Ovest e in particolare con gli operatori del settore che sono maggiormente coinvolti nelle problematiche ospedaliere insulari”; il documento poi proseguiva con un lungo elenco di servizi che dovevano essere presenti sul nostro territorio, servizi tutti che che già erano inseriti anche nel programma sanitario elaborato; si sollecitava anche l’istituzione di una UOS di Ortopedia - peccato però che questa fosse già presente nel nostro ospedale da 3 anni - e la presenza di un responsabile sia per la Pediatria, sia per l’Ostetricia per non rimanere scoperti in caso di maltempo e consentire una continuità territoriale; peccato però che anche in questo caso vi siano da tempo due medici presenti H24 che non lasciano il servizio se non dopo l’arrivo del sostituto senza quindi rischiare l’interruzione del servizio stesso.
Quello però che mi ha meravigliato maggiormente è stata la richiesta di una UOC (unità operativa complessa) di Chirurgia generale.
Mi ha meravigliato perché la sua trasformazione in UOS (unità operativa semplice) è una realtà che ho ereditato, quale presidente della Conferenza dei sindaci, dalla pregressa presidenza, quella del sindaco Bulgaresi, una realtà che era già stata esposta dalla dr.ssa De Lauretis e dal dr. Maccari in due precedenti incontri già nel 2017 alla presenza del rappresentante di Porto Azzurro Banfi, del sindaco Barbetti e del vicesindaco Marini.
Quando in un incontro tra me, i due delegati, il dr. Maccari e la dr.ssa De Lauretis abbiamo sollevato il problema, ci fu risposto che la questione era già stata esaminata e l’azienda aveva già deliberato questa trasformazione in UOS al momento del pensionamento dell’attuale primario, che sarebbe stata realizzata in sua sostituzione una UOC di anestesia e rianimazione, e che la questione era da considerarsi chiusa perché già affrontata in Conferenza dei Sindaci. A questo punto abbiamo chiesto, ed ottenuto come risulta dal piano sanitario allegato, rassicurazioni sul mantenimento del polo chirurgico elbano seppure con diversa modalità organizzativa. A riprova di quanto detto ho trascritto nel documento lo stralcio dei verbali relativi, verbali che integralmente trovate allegati al presente documento.
Conferenza dei sindaci del 6 maggio 2016:
La Presidente Bulgaresi in relazione ai primariati riferisce la volontà dell’Azienda di una verifica sull’opportunità di mantenere il primariato in Chirurgia oppure spostarlo sull’Emergenza – Urgenza. Occorre una analisi precisa del problema in quanto alla Conferenza in presenza del Direttore Generale prevista per il 18 maggio sarà chiesto palesemente il parere della Conferenza Zonale dei Sindaci.
Il vicesindaco di Porto Azzurro, Banfi, domanda cosa cambierebbe dal punto di vista pratico.
Risponde il Dr. Graziano precisando che è un sistema più complesso che vede l’attivazione di protocolli di intervento in altre zone già attivi, ma che all’Elba si fanno non entro i tempi previsti. Quindi un maggior controllo e rispetto dei tempi con un coinvolgimento importante dei medici del continente.
Il vicesindaco di Portoferraio, Marini, domanda quale garanzia di continuazione dell’attività chirurgica si avrà con la soppressione del primariato.
Il Dr. Graziano risponde che l’attività chirurgica verrà garantita dal personale aziendale che dovrà, certamente, garantire una continuità nel servizio.
Il Dr. Donigaglia precisa che il primariato di emergenza-urgenza consiste in un percorso multidisciplinare che coinvolge tutte le strutture ospedaliere: quindi è un percorso innovativo che assicura una maggior garanzia di gestione del paziente critico.
Marini consiglia ai presenti che è bene valutare l’attività del reparto di chirurgia e verificare serenamente la quantità e la qualità dell’offerta attuale prima di prendere una decisione. Prima di decidere è bene essere certi del valore aggiunto che si andrà a sostanziare nel Presidio con la nuova organizzazione e le modalità di organizzazione dell’attività chirurgica in urgenza e, se verrà assicurata anche una attività di chirurgia programmata. Occorrono certezze da parte dell’Azienda.
Il Sindaco Barbetti riferisce che la soluzione migliore sarebbe la rotazione dei medici chirurghi sulla zona distretto Elba, così da garantire oltre alla qualità delle prestazioni anche il minor disagio possibile per il paziente ed i propri familiari.
L'argomento fu affrontato di nuovo nella conferenza dei sindaci del 18 maggio 2016:
La Presidente Bulgaresi introduce, quindi, l’argomento relativo ai primariati del Presidio Ospedaliero. Ricorda ai presenti che il Dr. Maccari, nella scorsa Conferenza Zonale, aveva posto ai Sindaci la necessità di una valutazione tra il mantenimento del primariato a Chirurgia e, di contro, la sua sostituzione con un primariato in Emergenza-Urgenza.
Marini a tal proposito… vede il primariato in emergenza-urgenza come la soluzione migliore per il nostro ospedale, ma solo se con questo si va ad incidere oltre che sull’organizzazione anche sulle professionalità; in pratica al nuovo primariato dovrebbero corrispondere elementi aggiuntivi rispetto agli attuali.
Il Direttore Generale, Dr.ssa De Lauretis, puntualizza che per quanto riguarda la chirurgia all’Elba è impossibile mantenere una struttura di qualità in zona; i piccoli numeri squalificano la struttura, oltre a mettere a rischio il suo mantenimento. E’ indispensabile, al fine di garantire qualità ed equità nelle cure, dotare l’Elba di una equipe in rete in grado di assicurare ai cittadini elbani la stessa qualità di cure dei cittadini del continente. Questo è un presupposto indispensabile da tenere conto pensando ad un progetto di riorganizzazione del Presidio Ospedaliero.
Come se tutto questo non bastasse vi allego anche stralci di altre conferenze dei sindaci nelle quali i comitati e il rappresentante del PD sollecitano la realizzazione dell’utilizzo delle risorse aziendali; per esempio il 26 ottobre 2016:
il comitato Elba Salute per voce del suo rappresentante Semeraro dichiarò di ritenere: “indispensabile la presenza degli specialisti del continente sull’Elba per curare ed operare pazienti elbani”.
Mentre il rappresentante del PD: “puntualizzando che nessuno può essere obbligato a venire all’Elba e per questo chiede ai sindacati di operare al fine della costruzione di una rete aziendale di qualità”.
Quindi, ripeto, questa trasformazione non è stata programmata dalla mia presidenza, ma ereditata con delibera già pubblicata da parte dell’azienda
Debbo segnalare a questo punto un altro episodio increscioso, purtroppo stavolta all’interno della mia maggioranza: al grido di “vogliono chiudere l’ospedale”, alcuni consiglieri istigati e opportunamente mal informati chiesero una revisione del programma sanitario mettendo esplicitamente il sottoscritto sotto accusa di voler depotenziare il nostro servizio sanitario con la chiusura non solo della chirurgia, ma addirittura anche della medicina che in realtà era già stata dotata di un primario incaricato, e già era previsto il concorso a breve scadenza di tempo. La lettera con i nomi dei firmatari fu data poi anche alla stampa, in forma erroneamente creduta anonima. Le scuse ripetute di taluni di loro e la consapevolezza di essere stati strumentalizzati non sminuiscono la gravità e l’assurdità dell’episodio.
Voglio concludere questo mio intervento con due ulteriori considerazioni:
alcune richieste presentate nel piano Bulgaresi Barbetti, richieste che già nella conferenza dei sindaci del maggio u.s. furono dichiarate tecnicamente irrealizzabili da Palombi e Rossi, e cioè quelle relative alla reperibilità h24 della cardiologia che necessiterebbe di 6-8 cardiologi, e della reperibilità h12 dell’endoscopia, sono state rifiutate dall’azienda con le stesse motivazioni.
L’altra ed ultima considerazione è che ormai si moltiplicano le segnalazioni che danno per certa la carenza di specialisti nei prossimi 15 anni, e forse anche di più se i governi che si succederanno non troveranno rimedi alla situazione. L’allarme è lanciato dal Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e della Federazione Medici di Medicina Generale sulla futura drammatica carenza di medici nel decennio 2017/2026, dove, a fronte del 70% di pensionamenti previsti dei medici oggi in servizio, non ci sarà ricambio per la mancato accesso alle Scuole di Specializzazioni e ai Corsi di Formazione Specifica in Medicina Generale. Se, a livello di medicina generale, questa emorragia di medici rischierà di lasciare senza medico di famiglia entro 5-8 anni, ben 14 milioni di cittadini italiani, la mancanza dei medici ospedalieri rischierà di far chiudere moltissimi servizi, se non interi ospedali, cosa che in alcune parti del paese sta già avvenendo. Ed è altrettanto chiaro che gli ospedali maggiormente a rischio non saranno quelli delle grandi città, che rappresentano la prima scelta professionale dei medici, ma quelli periferici e delle zone disagiate. Di fronte a questa realtà, che ha tinte veramente fosche, un amministratore serio non può far altro che prenderne atto e cercare di elaborare un progetto di politica sanitaria che sia il più possibile realizzabile, avendo come fine ultimo, la tutela del cittadino che rappresenta. E’ palese che l’Elba non potrà mai avere una propria totale indipendenza di medici. Ed i problemi, quelli veri e complessi, vanno risolti con i mezzi che si hanno a disposizione. In tema di Sanità pubblica, si dovrebbero accantonare ideologie politiche, i protagonismi personali e battaglie politiche più o meno intestine. E’ senz’altro giusto, anzi auspicabile, uno spirito critico che possa portare un contributo ad una discussione così complessa. Ma si deve avere sempre ben chiara la cognizione e la dimensione del problema che si affronta, altrimenti - conclude il documento di Mario Ferrari - diventa strumentalizzazione demagogica che va nella direzione completamente opposta a quella del buongoverno e della tutela della propria Comunità".
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