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Attualità sabato 26 agosto 2017 ore 16:10

Elban pride, stop alle risse, avanti con il fare

Gabriele Canè

Ospitiamo la lettera di Gabriele Canè editorialista e già direttore de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, da anni frequentatore dell'isola



PORTOFERRAIO — Gentile direttore, 

ho letto con grande interesse la tua nota sul presente e il futuro dell'isola d'Elba. E condivido in pieno la tua analisi. L'Elba resta un paradiso, ovvio, ma anche un personaggio in cerca d'autore. Forse perché ne ha troppi, e alcuni più con la caratura dei coristi che dei tenori. Per essere chiari e riprendere la tua riflessione: bisognerà (bisognerebbe) che prima o poi si decida che vocazione dare allo Scoglio. Non una scelta univoca, ovvio, perché l'offerta turistica può e deve essere articolata. Ma un binario ci deve pur essere. 

Certo, sarebbe meglio, anzi vitale, che invece di otto macchinisti (sindaci) ce ne fosse uno solo. Per trentamila persone, lo spicchio di un quartiere di Roma, uno è necessario e più che sufficiente, sempre garantendo identità e diversità territoriali. Certo, è bene che vi sia un solo organismo che promuove l'isola, ma quando poi si cala questa offerta in otto realtà diverse, beh, è facile intuire come parte del risultato possa essere vanificato. Certo, sappiamo tutti quanto possa incidere il costo dei traghetti, ma se poi i servizi che troviamo scesi dalla nave sono all'altezza, sappiamo che non è questo il solo problema. Il problema a mio avviso, in questo momento storico in cui le vicende internazionali scoraggiano gli spostamenti e privilegiano le mete di casa nostra, è quello della qualità, il parametro su cui si gioca ogni sfida della nostra economia. 

Qualità significa servizi, appunto, infrastrutture, professionalità del personale, strutture turistiche con standard moderni, adeguati alle richieste dell'utente 4.0, in cui le stelle devono essere al merito e non alla memoria. Qualità significa, anche grazie al clima, una stagione che dura tutto l'anno. Sai, direttore, dove si trovava a Natale di quest'anno la più grande pista del ghiaccio in Europa? Non in Svezia, ma a Milano Marittima! Mentre l'Elba non riusciva, non sapeva sfruttare la straordinaria opportunità offerta dall'anniversario Napoleonico, roba su cui si potevano costruire grattacieli di eventi e di attrattive di lungo respiro. 

Qualità, idee, creatività, squadra. Stop alle risse, inutili e a volte addirittura volgari e dunque controproducenti. Avanti con il fare. Non c'è bisogno di partire dalla Silicon Valley per conquistare i mercati: ce l'hanno fatta dallo Scoglio anche Locman e Acqua dell'Elba. Loro sono l'esempio, la dimostrazione che l'isola può e deve farcela. Basta che decida, con la testa e non con la pancia, dove e con chi andare.

Gabriele Canè


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