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Lavoro lunedì 16 giugno 2025 ore 08:57

"Lavoratori senza indennità da 2 anni"

Foto di repertorio

Il sindacato Fit- Cisl chiede di aprire un confronto con Esa e sottolinea che la situazione "Non è più accettabile".



PORTOFERRAIO — "A distanza di due anni, i dipendenti di Esa continuano ad attendere l’erogazione delle indennità di produttività. Le spettanze relative al 2023 non sono ancora state corrisposte, e anche quelle del 2024 restano in sospeso".

Lo scrive in una nota il sindacato Fit-Cisl che chiede un confronto con l'azienda.

"Il malumore tra i lavoratori è ormai palpabile: - prosegue il sindacato - nonostante i ripetuti solleciti inviati all’azienda da parte della FIT-CISL, la motivazione fornita dall’azienda è che “gli uffici addetti al conteggio hanno incontrato difficoltà operative”. Il risultato, però, è che nessuna erogazione è mai arrivata ai lavoratori"

“Siamo in netto ritardo. Abbiamo scritto più volte per chiedere l’erogazione del premio. Non si può più aspettare,” affermano dalla Fit-Cisl con crescente esasperazione.

"A peggiorare il clima di sfiducia contribuisce un’altra vicenda mai risolta: - prosegue la nota - il buono pasto sostitutivo per la mensa, "congelato" dal 25 novembre 2002 e rimasto ancorato a un valore simbolico di 5,29 euro".

“Un’anomalia che rasenta l’assurdo”, commentano alcuni lavoratori, sottolineando "come il costo della vita sia cresciuto esponenzialmente mentre le condizioni contrattuali restano immutate da oltre vent’anni".

Il malcontento non è nuovo. Già lo scorso anno i lavoratori erano ricorsi allo stato di agitazione, denunciando la chiusura al dialogo da parte aziendale e l’impossibilità di aprire un tavolo di confronto.

“Non chiediamo l’impossibile chiediamo solo che vengano riconosciuti i nostri diritti. Lavoriamo con responsabilità, ora tocca all’azienda fare la sua parte. Vogliamo i nostri diritti. Vista la situazione ormai non più sostenibile, la FIT-CISL si dichiara disponibile a un confronto urgente con gli enti proprietari di ESA, affinché si apra finalmente un percorso di dialogo e responsabilità che porti a una soluzione concreta e definitiva", concludono dalla Fit-Cisl.


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