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Attualità lunedì 23 settembre 2019 ore 08:14

Batterio New Delhi,"Nessun allarmismo"

Ospedale di Portoferraio

Sono 3 i casi accertati anche nell'ospedale di Portoferraio. Per evitare il contagio del batterio resistente agli antibiotici è fondamentale l'igiene



PORTOFERRAIO — Il batterio New Delhi è stato accertato anche nell'ospedale di Portoferraio in tre pazienti che presentavano già numerose patologie e per questo risultano più vulnerabili. Come spiegano dall'ospedale elbano, il batterio Ndm (acronimo di New Delhi metallo beta-lattamasi), che ha la caratteristica di essere resistente a molti tipi di antibiotici, si diffonde più facilmente nei pazienti già debilitati mentre nelle persone sane non si sviluppa ma rimane latente. 

Ciò che è fondamentale per limitare al massimo il contagio è una buona igiene, in particolare lavandosi bene le mani, come sottolineano dall'ospedale elbano, dato che il batterio si può trasmettere per contatto con le feci perché si annida soprattutto nel tratto finale dell'intestino. 

Nell'ospedale di Portoferraio, come negli altri ospedali delle aziende sanitarie toscane sono state attivate tutte le misure di prevenzione per evitare la trasmissione del batterio.

"Tutte le aziende della Regione - come si legge in una nota della Regione Toscana dei giorni scorsi - si sono attivate subito per affrontare adeguatamente il fenomeno dell'imprevisto aumento di positività al batterio Ndm (acronimo di New Delhi metallo beta-lattamasi), rilevato tra fine del 2018 e inizio del 2019. Grazie all'impegno del personale sanitario, il numero di pazienti portatori dall'inizio della diffusione fino ad oggi è costantemente monitorato, i pazienti portatori sono prontamente individuati e vengono messe in atto regolarmente le dovute precauzioni igieniche per non permettere la diffusione del batterio".

"In questi mesi la Regione Toscana - si legge ancora nella nota - è stata in costante contatto con il Ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità e il tema è stato oggetto di confronto all'interno del Tavolo regionale relativo al Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR), a partire da marzo 2019. E' stata poi costituita una Unità di crisi regionale, tuttora attiva, della quale fanno parte professionisti esperti in materia di infezioni correlate all'assistenza nelle diverse discipline coinvolte. Prodotto di questo costante lavoro è stato il decreto regionale del 26 luglio, con il quale sono state formalizzate le indicazioni operative già fornite a tutte le strutture sanitarie toscane. Con il decreto si fissano le modalità per effettuare lo screening in ingresso al momento del ricovero e per individuare le tipologie di strutture-degenze da tenere sotto controllo. Vengono inoltre individuati indirizzi omogenei a livello regionale per la gestione, sotto il profilo igienico sanitario, dei pazienti colonizzati/infetti, comprese le istruzioni da fornire alla dimissione, i protocolli terapeutici per la gestione clinica dei casi e e le indicazioni per la pulizia ambientale".

E' stato inoltre creato un database regionale retrospettivo e prospettico per i casi Ndm avvalendosi della collaborazione dell'Ars, l'Agenzia regionale di sanità che ogni mercoledì pubblica un aggiornamento settimanale sui casi registrati in Toscana.

Per quanto riguarda invece il tasso di mortalità nei pazienti infettati dal batterio, da parte della Regione Toscana la cautela, come  fanno sapere dagli uffici dell'assessorato, "è dovuta alle condizioni generali di questi pazienti: non è detto che la causa della morte sia stata necessariamente il batterio New Delhi, le cause possono essere altre, oppure il batterio può essere una concausa. Il dato netto di causa-effetto sarà disponibile solo dopo una attenta analisi e valutazione".

La Regione si è comunque impegnata a dare "costante comunicazione dei dati attraverso un monitoraggio continuo dei numero di portatori del batterio, degli infetti e dei decessi, presidio per presidio, in tempo reale, allo scopo anche di contribuire ad una corretta informazione tesa in particolare a rassicurare e ad adottare le misure di prevenzione, ovvero ridurre l'utilizzo non corretto di antibiotici".

Il fatto che il batterio sia stato rilevato in Toscana, come si apprende, è connesso al fatto che he negli ospedali toscani si sia deciso di fare uno screening di controllo a tutte le persone ricoverate in entrata ed in uscita. 

Il batterio infatti tende a colpire pazienti debilitati e con difese immunitarie più basse, pazienti che appunto si trovano ricoverati, mentre nei pazienti sani il batterio non provoca infezioni (leggi qui i dati ufficiali aggiornati al 18 Settembre 2019).


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