Attualità giovedì 02 marzo 2017 ore 11:43
Appello alle parrocchie per l'accoglienza migranti

Leonello Ridi, responsabile della Caritas Diocesana, si rivolge alle parrocchie sul territorio per trovare le strutture adatte all'accoglienza
PORTOFERRAIO — Potrebbero essere le parrocchie il fronte aperto per l'accoglienza migranti all'Elba. A suggerirlo è Leonello Ridi, responsabile della Caritas Diocesana per Massa Marittima, Piombino e Elba che ci risponde sulla disponibilità della diocesi a collaborare con la Prefettura dopo il secco no dei sindaci.
Dopo aver registrato la disponibilità delle maggiori associazioni di volontariato a gestire gli eventuali spazi e farsi carico della gestione di piccoli numeri di migranti e richiedenti asilo, attività che sarà oggetto del bando della Prefettura di prossima pubblicazione, si è reso necessario interrogare sul merito la diocesi per completare il ventaglio degli enti che, in altre parti d'Italia e della Toscana, hanno risposto all'appello dello Stato.
Anche nel caso della Caritas si conferma sia la disponibilità che il limite della mancanza di spazi attrezzati: "Purtroppo non abbiamo immobili disponibili da destinare alla richiesta della Prefettura - spiega Ridi - ma come facciamo altrove nel territorio di competenza della diocesi, possiamo fornire supporto logistico o beni di prima necessità che siamo riusciti a raccogliere".
"A Follonica e a Piombino - continua - si è mossa la Prefettura contattando le associazioni, a Suvereto l'associazione Articolo 2 gestisce una villa che era abbandonata ed è stata attrezzata allo scopo come so che un privato ha messo a disposizione una casa che era in disuso. Sull'Elba invece non abbiamo ancora degli spazi adeguati".
In realtà una struttura di competenza diocesana ci sarebbe a Portoferraio, in pieno centro storico e nei pressi del Comune: "Sì, abbiamo una casa di accoglienza che al momento è destinata alle famiglie dei detenuti del carcere di Porto Azzurro che la usano quando vengono a trovare i parenti".
"In realtà diversi immobili che si pensa fanno capo alla diocesi sono invece nella disponibilità diretta delle parrocchie - continua Ridi che lancia quindi un appello - si tratta di piccoli immobili che potrebbero ospitare poche persone e forse rappresenterebbe anche un modo più semplice di gestire il problema. Se i parroci esprimessero la propria volontà di accogliere qualche migrante noi forniremmo tutto l'aiuto possibile".
Ed effettivamente non sono pochi gli spazi che i parroci elbani hanno a disposizione: a Portoferraio ci sono 2 piccoli appartamenti che ospitano in tutto 6 persone attualmente in comodato all'associazione Dialogo, uno spazio è disponibile anche a Porto Azzurro e uno a Capoliveri. Stessa situazione in praticamente tutti i comuni.
"Quello che posso consigliare perchè è già stato fatto altrove - conclude il responsabile della Caritas - è rivolgermi alle realtà locali affinchè creino una rete solidale per gestire i profughi e i richiedenti asilo. Poche unità sul territorio e una condivisione della gestione nelle altre province hanno permesso un modello di integrazione di successo".
Luca Lunedì
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