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Cultura mercoledì 26 aprile 2017 ore 08:40

Quando arrivavano i genovesi per caricare il vino

Beppe Tanelli ripercorre la vita di Giovanni Descalzo e il suo sbarco a Pomonte, una storia di altri tempi sullo sfondo dell'Elba che non c'è più



MARCIANA — Una sera di tarda estate dei primi anni venti del secolo passato, un laudo (la tipica barca genovese di piccolo cabotaggio) ancorò davanti al Calello di Pomonte. 

Un giovane approfittando di una corsa del padrone alla casa del sensale si sperse tra i vigneti che si spingono sino alla riva, per tentare qualche acino e gironzolò presso i casolari sparsi ascoltando senza esser conosciuto. 

Quel giovane si chiamava Giovanni Descalzo, aveva una ventina di anni. Era nato a Sestri Levante nel 1902, in una famiglia poverissima. A due anni aveva perso il padre lasciandolo con la madre e tre sorelle piccole. Doveva lavorare duramente, nelle barche dei pescatori e dei vinaioli, in giro per mare, e nei poderi dell'entroterra a zappare i campi dei contadini. 

Solo a sedici anni era riuscito a prendere il diploma di sesta, le elementari del tempo. Poteva leggere l'italiano con fatica ed con ancora maggiore fatica scriverlo. E quello faceva nei rari momenti di riposo. Poi lo lasciò anche la madre, divenne il capofamiglia, lavorò in un ufficio postale come garzone, in una tipografia, nel cinematografo del suo paese come operatore, in una cartoleria.

Poi nel 1925, divenne operaio nella grande fabbrica di tubi di acciaio della sua città natale. Anni duri, durante i quali, al lume di candela strappando il tempo al sonno, uno studente di lettere gli assegnava e gli correggeva qualche tema, alla non facile conquista dell'italiano scritto. 

Ben lieve fatica per Giovanni, il quale scrive nel suo diario: "Lo studio era allora l'unico svago e l'unica cosa che mi salvava dall'abbrutimento". Poi con le sue stesse mani di tipografo, nel 1927 stampò il suo primo libro, Uligine: un libro di versi in cui racconta il mondo contadino vissuto da ragazzo, e nel 1933, pubblica le prime prose, Sottocoperta, un diario dei suoi viaggi per mare.

Seguono tante opere di prosa e di poesia, fino a quel 1950, un anno prima della sua improvvisa scomparsa, quando con il suo ultimo romanzo, Tutti i giorni, contese fino all'ultimo ballottaggio, il Premio Bargutta a Indro Montanelli.

L'incredibile sfida fra il grande giornalista e lo scrittore operaio, come è stato scritto, quando il 19 settembre del 2002, illustri critici e storici della letteratura si sono ritrovati a Sestri Levante in occasione del centenario della nascita di Giovanni Descalzo. 

La scuola media della sua città, quella che non aveva potuto frequentare, porta il suo nome. A Pomonte, i somarelli che trasportavano al Calello gli otri pieni di vino per imbarcarli nei laudi genovesi e le tenue luci ad olio o a carburo, che all'imbrunire illuminavano il paese, sono durati fino alla fine degli anni cinquanta. 

Poi è arrivata la strada e sono arrivati i primi villeggianti . Sono arrivate persone che a Pomonte hanno trovato il loro buen retiro. Sono state affittate camere e aperti piccoli ristoranti ed alberghi a conduzione familiare.

I vigneti opulenti che ricoprivano di verde tutta l'estesa vallata sono gradualmente scesi al piano. Le cave di granito sono state chiuse, e una comunità di agricoltori e cavatori si è trasformata in una comunità di imprenditori di un familiare ostello diffuso, aperto al turismo sostenibile, che oggi con la patente dell'Europa, abbraccia tutte le comunità dell'Arcipelago attorno al loro Parco Nazionale. 

Al Passatoio di Pomonte nel settembre del 1998 si aprì il primo cantiere de La Grande Traversata Elbana, divenuta un classico nell'escursionismo internazionale. Il fulcro di una rete di sentieri per viaggiatori leggeri che in centinaia di chilometri unisce le isole del Grande Mare Toscano, da Gorgona a Giannutri. 

Tante cose sono cambiate, il turismo ha portato benessere e riscatto sociale. Pomonte, Chiessi, San Andrea, Patresi, solo per citare i luoghi ricordati da Giovanni Descalzo, sono diventate mete di un accogliente soggiorno di qualità, sereno e rilassante. 

Con le meravigliose trasparenze del loro mare, le lunghe passeggiate lungo gli antichi sentieri, attraverso i balzi delle vigne e i vecchi magazzini, fino in cima al Capanne, sulle tracce della antica Pedemonte , delle chiesette romaniche con i loro tesori, e dei mitici Ilvates. 

Camminate immerse nei colori e nei profumi del rosmarino, dell'elicriso, della lavanda, delle ginestre e del cisto, mentre nel cielo volano le rondini e i gabbiani, e dietro un lentisco sbuca un cinghiale, e in alto, nella liscia, segnata da un ciuffo di corbezzoli, un austero muflone segue il tuo cammino. 

Poi alla sera i magici tramonti dal Calello, quando il sole, nel suo migrare, scompare da dietro i monti della Corsica fino al mare di Capraia, tinge di rosa il Capanne, e i colori del melograno invadono il cielo e giungono fino a noi in una lunga e abbacinante scia marina venata d'oro. 

A meridione Montecristo e Pianosa: una lieve ombra azzurra che emerge dal mare, sotto l'ultima luce. Questa è Pomonte. Un grande dono che la natura ed i vecchi ci hanno regalato e che i giovani ci hanno dato in custodia.


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