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Politica martedì 06 agosto 2024 ore 09:00

Aree sotto la torre, "occasione persa"

Il gruppo di minoranza "Per Marciana Marina" attacca l'amministrazione comunale di per non aver acquistato le aree



MARCIANA MARINA — "Come la nota pugile italiana, anche l’Amministrazione marinese ha gettato la spugna al primo ‘colpo’ ricevuto. Ma se la sportiva ha rinunciato al sogno olimpico per un immediato e insopportabile dolore, nel caso marinese le fitte sono state sentite in differita da tutta la cittadinanza, quando si è diffusa la notizia che la famiglia Brignetti aveva venduto le proprietà poste sotto la Torre degli Appiani".

Si apre così una nota del gruppo di minoranza consiliare "Per Marciana Marina".

"Ne abbiamo parlato in due interventi molto apprezzati ma ancora non abbiamo comunicato l’esito della seconda interrogazione. - prosegue la minoranza marinese - Oggi sulla nostra pagina facebook potete trovare in ordine le domande e le risposte del Sindaco, con i dati tecnici relativi alle stime dei fabbricati dell’area in questione".

"Senza ricercare soluzioni o provare a cambiare strategia, senza insistere o informare nessuno, né la minoranza consiliare né la cittadinanza della irripetibile occasione che si presentò sotto il loro naso, l’Amministrazione Allori non è riuscita ad acquisire nemmeno una porzione di quelle proprietà fondamentali promesse alla Comunità in tempi non sospetti. Quello spazio e quelle costruzioni, desiderate dai marinesi per generazioni, situate in un contesto unico e con infinite possibilità di valorizzazione storica, culturale e artistica. Si allega delle foto: un fabbricato da 40 metri quadri a ridosso della torre, un secondo fabbricato da 32 metri quadri interni esclusa la tettoia che costeggia lo stradello per gli scogli, divisi da un’ampia resede/corte da 467mq. Durante l’unica riunione in Comune alla presenza delle parti il 27 maggio del 2021, la famiglia Brignetti ritenne non congrue le valutazioni dell’Ente (max. 200.000 euro) e dell’agente intermediario incaricato da loro stessi (285.000 euro); i venditori spararono alto ed espressero l’intenzione di non voler vendere al Comune per motivi personali. Questa, s’intende, è la dichiarazione dell’intermediario allegata alla documentazione richiesta", aggiunge la minoranza.

"Poi, due anni più tardi, la doccia fredda: risuonò la notizia dell'affare concluso con un compratore ignoto a cifre sconosciute (si vocifera non oltre i 300.000 euro). Al nostro gruppo non è stata trasmessa nessuna dichiarazione del Sindaco né il verbale della riunione, ma solo una nota dell’intermediario che ripercorre cronologicamente gli eventi. Inoltre disapproviamo le trasmissioni ‘informali’ di informazioni e documenti di cui si apprende negli atti, poiché non sono adeguate agli intendimenti di una Pubblica Amministrazione e denotano superficialità e inefficacia nella gestione della trattativa, culminata in una singola riunione. Dopo questo incontro non è stato fatto alcun ulteriore sforzo per portare avanti le negoziazioni, se non delle 'trattative verbali' gestite dall’incolpevole agente. Sarebbe opportuna una chiacchierata con i venditori, ma ormai a quale scopo? Quello che è stato, è stato".

"Ci chiediamo se questa maggioranza sia amareggiata quanto noi, che vorremmo fare qualcosa. A dire il vero, il Sindaco non ha ravvisato 'un grave danno per l’interesse pubblico poiché i manufatti in questione sicuramente sarebbero stati funzionali al compendio della torre ma non indispensabili'. Essendo in totale disaccordo con la sua opinione, ricordiamo che questo 'compendio' è parte integrante della torre per motivazioni storiche, avendo ricoperto la funzione di ‘scuderia’ della guarnigione che presidiava la torre di avvistamento. Ne veniamo a conoscenza grazie ad alcuni rilevanti studi da parte di ricercatori dell’Università di Firenze. Ciò avrebbe potuto giustificare l’applicazione di vincoli, da parte dell’Ente con il beneplacito della Soprintendenza, per queste strutture di interesse e valore storico-culturale accomunabili alla torre. Tuttavia se il Comune avesse acquisito la proprietà per valorizzare la ‘scuderia’, avrebbe dovuto demolire o ridimensionare il fabbricato ‘dependance’ perché, oltre ad essere un pugno in un occhio dal punto di vista paesaggistico, stante a quanto riferito presenta delle difformità edilizie e irregolarità. Vi era tutto il tempo necessario per adottare delle misure dal momento in cui lo Stato ha consegnato il bene al Comune. Invece, è stata condotta una trattativa fiacca e senza determinazione lasciando sfuggire una proprietà strategica facendoci dubitare della capacità di gestire le cose basilari di Marciana Marina. Non ci resta che sollecitare l’Amministrazione a prendere contatti con la nuova proprietà, informandola dell’intenzione di Marciana Marina di ottenere almeno una parte della corte per creare il nuovo ingresso alle scale della torre. - continua la minoranza- Ma perché il Sindaco non ha organizzato ulteriori incontri per trovare un compromesso? Perché non ha considerato l'idea di coinvolgere la minoranza o la cittadinanza per ottenere il consenso per un'offerta economica più alta? Perché non ha coinvolto alcuni imprenditori interessati anche solo a una parte di quella proprietà al fine di una compartecipazione economica?" 

"La giustificazione che la famiglia Brignetti non volesse vendere al Comune per motivi personali e avesse già un acquirente privato disposto a pagare di più non esime l'Amministrazione dalla responsabilità di non aver fatto tutto il possibile per concludere positivamente la trattativa. Siamo convinti che fossero distratti dalla campagna elettorale imminente perdendo di vista la rilevanza di questa questione nevralgica. È tempo di riconoscere gli errori commessi e fare tutto il possibile per recuperare almeno parte di ciò che è stato perso. Ribadiamo la necessità di trasparenza e di una gestione oculata delle risorse comunali. Solo attraverso una visione a lungo termine possiamo sperare di costruire un futuro migliore per Marciana Marina e le sue prossime generazioni".


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