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Attualità lunedì 15 aprile 2024 ore 06:30

Nuovo appello per salvare la Torre del Giove

La Torre del Giove
Foto di: Foto: Isa Tonso e Marianne Ackermann

Ieri si è svolta la camminata con quattro associazioni per sensibilizzare sul bene di interesse storico nel territorio riese



RIO — Domenica 14 Aprile, un bel numero di persone si è ritrovato alle ore 10, sotto un sole precocemente estivo, in Piazza del Popolo, a Rio nell'Elba, per dar vita alla passeggiata "Salviamo il Giove", promossa dal comitato locale Terra di Rio cultura e ambiente, Legambiente, Italia Nostra e Cai, con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza elbana e le istituzioni preposte alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio architettonico presente sul territorio.

Foto di Italia Nostra Arcipelago Toscano

In particolare, come spiega Italia NostraArcipelagoToscano "l'intento è stato quello di porre all'attenzione di Soprintendenza, Comune di Rio, Parco Nazionale Arcipelago Toscano - ossia gli enti chiamati ad intervenire - lo stato di gravissimo degrado in cui versa ormai questo manufatto, un tempo splendido esempio di architettura militare bastionata tardomedievale tra i più significativi in Italia. Voluto da Jacopo Appiani III Appiano, signore del Principato di Piombino e terre limitrofe, tra cui l'Elba, terminato nel 1459, era costituito da una poderosa torre a tre piani con terrazza merlata scoperta, dove avverniva l'accensione dei fuochi di segnalazione, e da mura circondate da un fossato secco dotato di ponte levatoio". 

"L'ingresso a sud era sormontato da un bellissimo stemma appianeo, poi caduto nel fossato e trafugato intorno al 1967. - spiegano - La funzione del "castello" come veniva chiamato dagli abitanti della terra di Rio, era triplice: controllo dei traffici marittimi nel Canale di Piombino e avvistamento del temuto naviglio turco barbaresco in avvicinamento, rifugio per i terrorizzati abitanti di Rio e Grassera durante le incursioni, controllo delle preziose miniere di ferro sottostanti. La visuale dalla sommità del Torrione doveva essere fantastica, inglobando tutto l'orizzonte marino punteggiato dagli isolotti di Palmaiola e Cerboli fino a Populonia, l'Argentario e il Giglio; e specularmente la fortezza è sempre stata, da quasi sei secoli, il referente visivo e affettivo di chi viveva - e vive - nel versante orientale".

"Ai camminatori, che hanno percorso quasi 2.5 chilometri  dal cuore del paese di Rio alla base del Monte Giove e hanno poi affrontato la salita verso le rovine, per fortuna ombreggiata dalla macchia mediterranea, quello che è apparso allo sguardo è stato, pur nella sua imponenza e senso di mistero, l'unico muro rimasto e orientato a meridione, di tutta la costruzione: lo infiltra e forse lo tiene ancora in piedi un robusto albero d'edera, la cui eliminazione potrebbe comprometterne la precaria stabilità. - aggiungono da Italia Nostra - L'impressione di tutti - ed eravamo alla fine un centinaio - è stata la consapevolezza che, in mancanza di interventi, entro un breve lasso di tempo, anche lui crollerà miseramente". 

"La richiesta accorata a chi può e deve, è dunque quella di intervenire immediatamente per mettere in sicurezza almeno quest'ultimo muro, ultima sentinella rimasta di un passato glorioso e drammatico. - concludono da Italia Nostra -L’iniziativa si associa ad un programma intensivo di sensibilizzazione che le suddette associazioni si stanno impegnando a portare avanti di concerto anche su altri manufatti del versante orientale che necessitano di uguale attenzione".

Soddisfazione anche per Lega Arcipelago Toscano. "E’ stata molto partecipata la passeggiata “Salviamo il Giove” organizzata da Legambiente e Terre di Rio in collaborazione con Italia Nostra e CAI del 14 aprile. - fanno sapere da Legambiente-Sfidando un caldo già estivo, il folto gruppo di trekkers e curiosi – presenti anche l’assessore di Rio Mattia Guerrini e la vicesindaca di Marciana e componente del direttivo del Parco Nazionale Susanna Berti - si è inoltrato nel centro storico di Rio Elba per poi raggiungere il cimitero fortezza di Rio e percorrere la strada della Parata, con una sosta alle rovine della chiesa romanica di San Quirico ormai ricoperte dalla vegetazione".

"Il cammino è continuato fino al bivio per la Torre del Giove e ha percorso la breve salita finalmente all’ombre. Giunti alle ancora imponenti rovine, i camminatori lenti hanno potuto ammirare la bellezza di un luogo misterioso che rischia di cedere sotto il peso del tempo e dell’abbandono e all’ambra di quella storia e del lecceto che la circonda e la nasconde, i trekkers si sono rifocillati e hanno parlato di passato e futuro e del Giove come fulcro centrale per raccontare la bellezza di luoghi dove è iniziata la più antica storia dell’avventura umana all’Isola d’Elba, un percorso che dalla preistoria va alle miniere e ai giorni nostri, un “braccio” culturale e naturale unico della Grande Traversata Elbana della quale si parlerà anche al terzo worshop sulla GTE Organizzato da Legambiente e Parco Nazionale il 18 aprile alle ore 10,00 al B&B Capo Pero.
Dopo lo spuntino e il confronto, c’è stata una specie di liberi tutti per il ritorno. un gruppo ha scelto di ritornare a Rio Elba lungo la Parata, un altro da Santa Caterina e un altro ancora dall’Aia di Cacio, un ritorno “anarchico” che ha però nuovamente dimostrato la grande potenzialità dellle terre di Rio per lo svciluppo del nuovo turismo lento e outdoor che può essere uno dei principali tasselli dello sviluppo e della rinascita del riese..La passeggiata si è conclusa con l’impegno a definire ne prossimi giorni un documento congiunto di Legambiente, Terre di Rio, Italia Nostra e CAI per salvare il Giove e valorizzare e far conoscere tutta l’enorme storia e bellezza alle quali fa ancora la guardia", concludono da Legambiente.


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