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Attualità giovedì 22 agosto 2013 ore 07:25
Mafie e abusivismo edilizio su costa e isole toscane. Lo denuncia Legambiente
ISOLA D'ELBA - Le lobby del cemento sarebbero molto attratte dalla Toscana. Almeno questo è quanto riferisce il rapporto Ecomafia di Legambiente sul ciclo del cemento, che vedrebbe la nostra regione al sesto posto dopo Campania, Puglia, Calabria, e Lazio. Le coste e le bellezze naturali sarebbero la ragione di tanto interesse da parte delle mafie nei confronti della terra dei Medici che avrebbe portato a speculazioni edilizie di ogni tipo. 474 le infrazioni nel settore edilizio riscontrate, 622 le persone denunciate e arrestate, oltre a 90 i sequestri e le zone maggiormente colpite sarebbero anche quelle paradossalmente più sottoposste a rigide norme ambientali: la Versilia, l'Argentario e dulcis in fundo le isole dell'Arcipelago toscano. L’allarme è stato lanciato da Legambiente che ha presentato i dati relativi al 2012 a Festambiente. In nove anni - ha spiegato l'associazione del Cigno Verde - sarebbero state costruite la bellezza di 283mila case illegali, con un fatturato complessivo di circa 19 miliardi e mezzo, con una crescita dal 9 per cento del 2006 fino al 16,9 per cento stimato per quest’anno. A spiegare la costante crescita dell’abusivismo ci sarebbe la crescita dei prezzi di mercato delle costruzioni. Un immobiole secondo i dati raccolti dall'associazione ambientalista avrebbe costi ridotti di un terzo contro quelli ordinari di una costruzione con le "carte in regola". Un aspetto non trascurabile. Ma c'è dell'altro. Secondo Legambiente le tecniche usate dalle mafie sarebbero le più disparate userebbero la forza dell’intimidazione e della minaccia, prediligerebbero il riciclaggio per incrementare i profitti e presentandosi come finanziatrici. Un sistema d'azione definito della "delocalizzazione”, che in Toscana è diventata una triste realtà. E un indicatore di tutto ciò lo fornirebbero i dati sulle operazioni “sospette” indicate nella Relazione della Banca d’Italia risalenti al 2012: in Toscana sarebbero poco meno di 4mila quattrocento le operazioni che meritano un’indagine approfondita, con un +35% rispetto all’anno precedente. “Sono dati, da non sottovalutare – ha sottolineato il coordinatore nazionale di Festambiente Angelo Gentili– ma la Toscana ha gli anticorpi necessari per respingere gli interessi della criminalità. E’ necessario lavorare bene, presto ed insieme. Occorre combattere il fenomeno con l’informazione e rendere più trasparenti possibili le procedure, con un’attenta verifica delle ditte e facendo attenzione ai subappalti”.
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