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Spettacoli mercoledì 17 luglio 2019 ore 11:00

Capraia Musica Festival, il concerto inaugurale

Maria Grazia Amoruso

Sabato 20 Luglio si apre il Festival internazionale. Protagonisti Maria Grazia Amoruso all'organo e gli Archi del Teatro Carlo Felice di Napoli



ISOLA DI CAPRAIA — Sabato 20 Luglio alle ore 21,30 sull'isola di Capraia si terrà il concerto inaugurale del Capraia Musica Festival. Il primo concerto sarà eseguito dalla pianista e organista Maria Grazia Amoruso, organo a canne di legno portativo di Giorgio Questa, insieme all'ensemble di Archi del Teatro Carlo Felice di Genova.

Programma

- Georg Friedrich Händel

Concerto in fa maggiore op. IV n. 4 per organo e orchestra

Concerto in si bemolle maggiore op. IV n. 6 per organo e orchestra

- Franz Joseph Haydn

Concerto per l’organo in do maggiore n. 1 per organo e orchestra.


Maria Grazia Amoruso è pianista e organista. Il suo repertorio spazia da Frescobaldi e Bach a Dallapiccola e Castiglioni. Si è distinta in concorsi nazionali e internazionali, tra cui il Concorso Schubert e il Concorso di Ginevra. È stata invitata al Festival Internazionale Europa Musica, al Festival Internazionale Ticino Musica, al Teatro Medina di Madrid, alle International Holland Music Sessions e al Bergen Festival. Ha collaborato con l’Associazione Filarmonica Giovanile di Genova, con l’Orchestra da Camera Alma Mahler e con l’Università degli Studi di Siena. Maria Grazia Amoruso ha iniziato il suo percorso artistico al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, dove si è diplomata in pianoforte con il massimo dei voti. Successivamente si è perfezionata con Lazar Berman, Jan Marisse Huizing, alla scuola di Tatiana Nikolajeva con Oxana Yablonskaja e Alexander Malter e alla scuola di Heinrich Neuhaus con Lev Naumov e Karl Leister.

L’incontro con il Maestro Giorgio Questa, con il quale ha studiato intensamente organo, analisi e interpretazione musicale, in particolare i manoscritti della musica italiana del ’500 e del ’600, è stato determinante per la sua evoluzione artistica. Alla scomparsa del Maestro, nel 2010, Maria Grazia Amoruso ha restaurato l’organo ligneo portativo lasciatole in eredità, con l’obiettivo di perpetuare la tradizione artistica. 

Nel 2006 Maria Grazia ha ideato il Festival Internazionale di Musica Isola di Capraia (http://www.capraiamusicafestival.it/), di cui è direttore artistico. L’organo è stato il protagonista dell’edizione 2015 del Festival di Capraia Isola e tornerà ad esserlo anche in questa edizione del 2019. Sempre con questo organo, nel febbraio 2015 Maria Grazia Amoruso ha suonato i concerti di Haydn per organo e orchestra al teatro Carlo Felice di Genova, mentre nel maggio 2018, in occasione dei Rolli Days, ha tenuto quattro concerti a Genova per la Giovine Orchestra Genovese. Maria Grazia Amoruso ha inciso per le case discografiche Devega, Philharmonia e Zecchini numerosi CD con pianoforte con musiche di Beethoven, Chopin, Brahms, Schubert, Schumann, Fauré, Debussy e due CD con l’organo di Giorgio Questa.

L’organo costruito da Giorgio Questa è uno strumento singolare: un unicum a livello mondiale, poiché oltre a vantare un timbro che non si può riscontrare in altri organi, si monta e si smonta in poche ore ed è facilmente trasportabile. In questo senso, ricorda un po’ l’antico organo “portativo” di ambito medievale e rinascimentale, anche se, nonostante le dimensioni apparentemente piccole, la sua struttura fonica è quella di un comune organo italiano del Cinquecento. Lo strumento è tutto in legno e completamente meccanico. 

Giorgio Questa lo costruì da solo, pezzo per pezzo, seguendo gli stessi metodi artigianali degli antichi maestri organari. Comprende esattamente 491 canne di pino e di castagno. La tastiera, cui è unita la pedaliera, vanta quattro ottave. I suoi registri (Principale di pino, Ottava, Quinta Decima, Decima Nona, Vigesima Seconda, Fiffaro/Cornetta, Flauto di notte in VIII, Flauto di bosco in XII, Vigesima sesta, Vigesima nona) sono quelli tipici dell’arte organaria italiana del periodo classico. Due piccoli accessori, “passero” e “passera”, imitano il verso degli uccelli, secondo antiche tradizioni organare. Un pedaletto a carrucole rende possibile la combinazione libera dei registri. Infine, a livello di curiosità, la coda di scoiattolo, uno scherzo che veniva fatto agli organisti troppo curiosi del tempo, ricorda l’antica “coda di volpe” che balzava sull’organista che aveva la malaugurata idea di tirare la leva con scritto “noli me tangere” (ossia “non mi toccare”).

Il concerto sarà preceduto dalla presentazione da parte di uno storico dell’arte del complesso architettonico della Chiesa di Sant’Antonio, che apre i battenti appositamente per i concerti del Festival.

Gli Archi del Teatro Carlo Felice di Genova è un ensemble che si esibisce autonomamente al di fuori della compagine orchestrale, tenendo concerti in Italia e in diversi altri Paesi. Inoltre, la sua peculiarità risiede nel fatto che essendo un ensemble aperto, riesce ad avere in repertorio pagine cameristiche, così come orchestrali.


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L'organo "portativo" a canne di legno di Giorgio Questa - Intervista al Prof. Flavio Dassenno
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