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Attualità giovedì 02 settembre 2021 ore 18:00

Rete di 500 metri rimossa dal mare del Giglio

Una parte della rete nei fondali marini dell'Isola del Giglio

L'operazione è stata condotta dalla Divisione subacque di Marevivo onlus in collaborazione con Capitaneria di porto e con il patrocinio del Comune



ISOLA DEL GIGLIO — La Divisione subacquea di Marevivo onlus con il sostegno di Banor, si è immersa nelle acque dell’Isola del Giglio e ha rimosso una rete fantasma lunga oltre 500 metri che stava soffocando l'ambiente marino.

L’operazione è stata realizzata dai sub di Marevivo con il supporto della Guardia Costiera-Corpo delle Capitanerie di Porto di Porto Santo Stefano e Isola del Giglio, coadiuvati dai biologi marini di Marevivo che hanno assistito alle operazioni e fatto un’attività di analisi dello stato della rete che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo.

L’iniziativa ha visto il patrocinio del Comune dell’Isola del Giglio e la partecipazione del Sindaco Sergio Ortelli e dell’Assessore Walter Rossi, dell’associazione Underwater Pro Tour isola del Giglio, International Diving – Giglio, Waterproof Dive&Service.

Come si legge in una nota di Marevivo "Se a terra le nostre spiagge soffrono a causa della presenza di rifiuti, la situazione è ancora peggiore nelle profondità marine: secondo un rapporto realizzato da FAO e Unep (2009), ogni anno in tutto il mondo vengono abbandonate o perse dalle 640.000 alle 800.000 tonnellate di attrezzi da pesca (reti, cordame, trappole, galleggianti, piombi, calze per mitilicoltura)".

"Nel nostro Mediterraneo - proseguono da Marevivo - recenti ricerche condotte in diverse località indicano che gli attrezzi da pesca possono rappresentare la maggior parte dei rifiuti marini registrati, con cifre che raggiungono anche l’89%. I danni arrecati all’ambiente marino non si limitano all’inquinamento: una volta abbandonate, le attrezzature da pesca diventano vere e proprie trappole che occupano i fondali o che, trascinate dalle correnti, continuano a imprigionare e a pescare mettendo in pericolo la fauna e la flora marina, con il risultato che ogni anno circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o per l’ingestione dei relativi frammenti".

Per questo motivo dal 2003 la Divisione Subacquea di Marevivo conduce ogni anno operazioni di recupero di reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane, prelevando dal mare in questi anni oltre 9.000 metri di reti abbandonate.


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