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Attualità martedì 25 giugno 2024 ore 10:00

Uno studio su semi e piante native delle isole

È iniziata Seedblitz per studiare le piante che possono contrastare i danni dei cambiamenti climatici. Progetto coordinato dal prof Carta di Unipi



ISOLA D'ELBA — Una settimana di monitoraggio e raccolta semi con i ricercatori dell’Università di Pisa accompagnati dalla supervisione del professor Angelino Carta (Università di Pisa) e con il patrocinio di Leonardo Preziosi (Sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra).

E’ partita dall’Isola d’Elba la prima edizione di “Seedblitz”, la campagna di raccolta semi di piante native e studio della propagazione per identificare quelle più adatte al restauro di ecosistemi mediterranei tradizionali in uno scenario di cambiamento climatico. Il gruppo di questa prima edizione è composto da 9 ricercatori che sono stati condotti da Angelino Carta, professore di botanica dell’Università di Pisa e responsabile del progetto, a raccogliere semi di piante erbacee caratteristiche del paesaggio tradizionale elbano.

“Abbiamo campionato decine di specie” – racconta Carta – “appartenenti a famiglie molto diverse tra loro; alcune producono semi grandi che germinano preferibilmente al buio a temperature fresche, altre semi piccolissimi che germinano solo quando esposti alla luce; si tratta decisamente di strategie di germinazione distinte volte ad ottimizzare la germinazione nelle stagioni e luoghi più favorevoli per la crescita delle giovani piante”.

“La raccolta di semi” – prosegue Carta – “è condotta seguendo scrupolosi protocolli internazionali e le prescrizioni degli organi competenti, in primo luogo il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per quanto attiene le raccolte compiute nell’area protetta”.

Nelle prossime settimane i ricercatori ricreeranno in laboratorio le condizioni naturali per comprendere quali combinazioni di temperatura, luce e tempi di esposizione sono necessari per garantire la germinazione e propagazione.

Le isole dell’Arcipelago Toscano, grazie alla elevata naturalità, paesaggio tradizionale e valori culturali, offrono una eccellente opportunità per studiare le relazioni tra capitale naturale e sociale, la cui conservazione dipende anche dalla conoscenza delle strategie di riproduzione da seme. La comprensione delle esigenze di propagazione e l’identificazione delle specie più adatte a contesti mediterranee, che tollerano le alte temperature e aridità durante le primissime fasi della germinazione, consentirà di supportarne l’uso di genotipi locali per la conservazione del paesaggio e per la pianificazione del verde extra-urbano, incluso le piazzole con vista panoramica dell’isola, divenute così importanti oggi grazie al progressivo sviluppo e successo che sta riscuotendo la GTE.

Questa iniziativa ha trovato piena sintonia con il lavoro che la sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra porta avanti da sempre per la tutela e salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali del territorio elbano. Non a caso nel mese di maggio, nell’ambito della campagna nazionale dedicata ai giardini, sono stati organizzati eventi mirati alla comunicazione e valorizzazione della conoscenza delle piante. Non ultima ma sicuramente tra le più importanti la proposta, inserita nelle Osservazioni al piano Strutturale del Comune di Portoferraio, di adottare un Regolamento del Verde che finalmente fornisca un modello di riferimento cui uniformarsi da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella relativa gestione. 

È proprio in tale ottica è stato riproposta alla Direzione GAT la disponibilità di impegnarsi con l’Università di Pisa per una progettazione anche del verde extra-urbano che, essendo un patrimonio comune di tutti gli elbani, ha ancor più necessità di un approccio sistemico. Un progetto dunque che, oltre ad individuare luoghi e piante che necessitano di un intervento organizzato, definisca anche dei principi. 

Sarebbe infatti un modo ideale per coinvolgere le popolazioni locali a rispettare i nostri luoghi più belli, ad imparare a conoscere quali piante erbacee native son più adatte al nostro territorio e a scoprire i benefici, soprattutto in ottica di sostenibilità, che queste piante possono garantire.

Un approccio di questo tipo che coinvolge cittadini, tecnici ed amministratori pubblici, ciascuno nell’ambito delle proprie conoscenze e competenze istituzionali e nel quadro dei riferimenti normativi e di indirizzo generale, intende contrastare i sempre più diffusi fenomeni di abbandono e sfruttamento ed essere un valido strumento di governo teso alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale del nostro territorio.


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