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Attualità mercoledì 22 ottobre 2025 ore 09:40
Tartarughe marine, il punto sulla stagione

conclusa la stagione delle nidificazioni all’Elba, continua l’avventura ambientale e scientifica. Il grazie ai volontari coinvolti
ISOLA D'ELBA — Con lo scavo dei nidi a Lacona si è conclusa la lunghissima stagione di nidificazione delle tartarughe marina Caretta caretta all’Isola d’Elba.
Come spiega in una nota Legambiente Arcipelago Toscano, purtroppo dai due nidi laconesi è (forse) nata solo una piccola tartarughina: nel primo nido sono state trovate 84 uova non schiuse, 2 yolkless (strane mini uova), 1 guscio aperto; nel secondo nido le uova non schiuse erano 82, le yolkless 2.
Come hanno spiegato Cecilia Mancusi dell’Arpat e Marco Zuffi del museo di Calci dell’Università di Pisa, si tratta comunque di dati scientifici molto preziosi che verranno analizzati nei prossimi mesi e consentiranno di saperne di più sui nuovi comportamenti riproduttivi di questi rettili marini nel mondo della crisi climatica e in un mare sempre più caldo che sembra spingerle sempre più a nord nel Mediterraneo.
"Ancora una volta sono state preziose le collaborazioni del Comune di Capoliveri e del suo sindaco Walter Montagna, dello staff dello stabilimento balneare Lacona beach club che ha ospitato con entusiasmo il primo nido e del Residence Giardino di sabbia che ha favorito le attività di volontari ed esperti con la massima gentilezza e disponibilità. - spiegano da Legambiente - E proprio le volontarie e i volontari sono stati gli indispensabili protagonisti di una stagione di sorveglianza lunghissima e defatigante".
Al tartaperitivo di chiusura che si è tenuto il 19 ottobre all’Aula VerdeBlu di Mola, Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano e referente locale del LIFE internazionale TurtleNest, ha presentato le cifre davvero impressionanti di un impegno quotidiano (e gratuito) durato 3 mesi e mezzo: "Più di 40 volontari impegnati a monitorare le spiagge all’alba, per circa 400 ore; una settantina a sorvegliare i nidi, per un totale di circa 1.150 ore. Un’attività di volontariato, svolta da elbani e turisti, soci di Legambiente e non, che ha pochi riscontri in ambito nazionale".
Ma, come hanno detto sia la Mancusi che Zuffi, "questa stagione riproduttiva così anomala, con molti nidi che, anche sulla costa toscana, sembrano aver subito le conseguenze di deposizioni tardive, episodi di forte maltempo e di raffrescamento, mette nuovamente in dubbio quel che pensavamo di sapere sulle tartarughe marine e i dati raccolti dai sensori nei nidi e dai volontari sulla spiaggia serviranno a capire meglio le nuove abitudini nidificatorie di queste “pioniere” che cercano nuove spiagge nel Mediterraneo nord-occidentale e, attraverso la realizzazione di nuovi algoritmi, anche a rendere più facile la vita ai volontari che le proteggono".
"Ringraziamo davvero tutte e tutti – aggiunge Isa Tonso – e diamo appuntamento alla prossima estate per continuare insieme questa affascinante avventura ambientale e scientifica".
A livello nazionale, il confronto con gli anni precedenti mostra chiaramente il trend in crescita: nel 2023 erano stati censiti 443 nidi, saliti a 601 nel 2024 e ora a oltre 700 nel 2025, con un incremento complessivo di oltre il 60% in due anni. La distribuzione geografica delle deposizioni, sempre più ampia, conferma come la Caretta caretta stia consolidando la propria presenza lungo tutte le coste italiane, dal Sud al Centro fino al Nord Tirreno e alla Liguria. Allargando lo sguardo oltre l’Italia, il monitoraggio condotto dal progetto LIFE Turtlenest ha individuato 33 nidi sulle coste spagnole e 14 su quelle francesi che vanno ad aumentare il numero dei nidi registrati nel nostro Paese nel 2025.
I risultati del 2025 confermano che la Caretta caretta sta trovando nel nostro Paese e nel Mediterraneo occidentale un ambiente sempre più favorevole per la riproduzione, grazie alla collaborazione tra scienza, istituzioni, enti locali e cittadini. La crescita costante del numero di nidi è la prova che la protezione attiva delle spiagge, la ricerca scientifica e la sensibilizzazione della cittadinanza rappresentano strumenti concreti ed efficaci per la salvaguardia di una delle specie più affascinanti e preziose del nostro mare.
Stefano Di Marco, Project Manager di LIFE TurtleNest e coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente, conclude: "I numeri 2025 confermano una tendenza chiara: Caretta caretta sta ampliando gli areali di nidificazione anche per effetto dell’aumento delle temperature e grazie al lavoro corale di monitoraggio di associazioni, università e istituti di ricerca. Ora la priorità è dare tutela legale stabile alle nuove spiagge “calde” della riproduzione - Chiediamo alle Regioni e agli enti competenti di prevedere l'allargamento dei Siti Natura 2000 esistenti per ricomprendere le aree di nidificazione non ancora incluse e di istituirne di nuovi dove mancano. Solo così potremo trasformare l’exploit di questi anni in resilienza a lungo termine".
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