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Attualità martedì 12 luglio 2022 ore 17:30

Comune unico dell'Elba, a rischio il referendum

L'appello arriva da Stefano Martinenghi, portavoce del Comitato promotore: "Non si trovano consiglieri per autenticare le firme"



ISOLA D'ELBA — "Rischia di svanire nel nulla il sogno della maggioranza degli Elbani di far amministrare l'Elba da un solo Comune più autonomo, autorevole e ricco di risorse: il Comune dell'Isola d'Elba. La ragione? Quasi tutti i consiglieri comunali di ogni orientamento politico dei sette Comuni non vogliono autenticare le firme dei cittadini per lo svolgimento del referendum confermativo la proposta di legge popolare per l'istituzione del Comune dell'Isola d'Elba". 

A dichiararlo è Stefano Martinenghi, portavoce del Comitato promotore del referendum per il Comune unico dell'isola d'Elba.

"Qualche malizioso pensa perchè decreterebbe la fine della carriera politica della larga maggioranza di essi, ma noi siamo ancora fiduciosi. - prosegue Martinenghi  - Mi appello dunque ancora una volta ai sindaci e consiglieri comunali elbani affinchè adempiano al loro dovere istituzionale. Finora l'autentica è stata negata con i più svariati pretesti. Quando ho incontrato i responsabili dei partiti di sinistra e destra, tutti a parole si sono dichiarati favorevoli all'iniziativa e disponibili a far autenticare le firme dai loro consiglieri comunali, come prevede la legge e loro dovere. Altri componenti del comitato hanno contattato i sindaci con i quali avevano rapporti personali ricevendo la stessa disponibilità". 

"Ma quando dalle parole si è passati ai fatti la realtà è stata ben diversa: chi si è reso irreperibile; - spiega  Martinenghi - chi ha rinviato a dopo le elezioni per opportunità politica; chi era disponibile ad autenticare le firme, ma di nascosto (con il rischio di contestazioni successive); chi si diceva disponibile, ma non trovava mai il tempo per presenziare ai banchetti delle firme. Un importante sindaco prima si è detto disponibile ad autenticarle personalmente, poi ha detto che non aveva tempo di andare ai banchetti per farlo e quando gli ho prospettato la possibilità di autenticare con una sola firma nello spazio previsto (autentica collettiva) ogni modulo che raccoglie 25 firme, prima ha assentito, ma poi ha detto che il segretario comunale lo aveva sconsigliato. Certo, se un segretario comunale poco informato sconsiglia il sindaco, come dargli torto? E come dargli torto quando lo stesso sindaco asserisce di avere dato libertà di autentica ai suoi consiglieri, ma non è colpa sua se questi si sono rifiutati tutti?"

"E come interpretare il fatto che alla email trasmessa dal comitato ai consiglieri comunali di tutti i Comuni con l'invito a mettersi a disposizione dei cittadini nessuno ha risposto? - dichiara Martinenghi  - A questo punto non rimane che appellarsi a quei "poteri forti" elbani dichiaratisi favorevoli al Comune dell'Isola d'Elba, affinchè contribuiscano all'unità dell'Elba come i loro illustri predecessori contribuirono all'unità d'Italia. Basterebbe che operassero la loro "moral suasion" nei confronti di qualche consigliere comunale in ogni comune per farli essere presenti ai banchetti per la raccolta delle firme e il problema sarebbe risolto". 

"Il tempo non manca perchè il termine per depositare in Regione le circa 6.000 firme autenticate richieste per l'istituzione del referendum voluto dai cittadini scade il 22 settembre prossimo. - aggiunge Martinenghi  - Dopo che il giudice Tar per la seconda volta non ha ritenuto inammissibile il nostro ricorso contro la Regione Toscana che aveva negato la proroga per emergenza Covid. A conferma che la nostra proposta di legge renderà davvero l'Elba più ricca e autonoma e per questo è temuta a Firenze e non solo". 

"E per finire, come ho già avuto modo di dire a coloro che considerano la mia presenza d'ostacolo al progetto, non avrò difficoltà a farmi da parte se richiesto. Perchè sono un imprenditore, non un politico", conclude Martinenghi.


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