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Lavoro sabato 01 maggio 2021 ore 11:30

"Lavoro, la speranza per i detenuti"

L'ingresso del carcere di Porto Azzurro

Il lavoro per i detenuti nel carcere elbano nella testimonianza del direttore D'Anselmo in una diretta del giornale SenzaFiltro



PORTO AZZURRO — Il nuovo reportage del giornale SenzaFiltro è dedicato alle carceri italiane sfidando i lettori ma soprattutto le istituzioni e le aziende con la domanda provocatoria "Le carceri possono essere viste come una nuova frontiera di investimento per le aziende?"

Il reportage si è occupato di scandagliare i progetti rivoluzionari del Ministero della Giustizia, parlando coi detenuti, e incontrando provveditori e direttori da nord a sud per chiedere quali "idea di lavoro vedano in prospettiva le persone che vivono il carcere, da dentro, ogni giorno". 

Stefania Zolotti e Lara Mariani

Ieri si è svolta una diretta organizzata da SenzaFiltro, condotta da Stefania Zolotti e Lara Mariani, che ha visto come ospiti, Gabriella Stramaccioni, garante per i diritti delle persone private della libertà personale, Carmelo Cantone, provveditore del Dipartimento Dell'amministrazione Penitenziaria per Regione Lazio, Regione Abruzzo e Regione Molise, Vincenzo Lo Cascio, caposezione dell’ufficio centrale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per il lavoro dei detenuti, Edoardo Bianchi, vicepresidente dell’ Ance con delega ai lavori pubblici, Francesco D’Anselmo, direttore del carcere di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba, Flavia Filippi, giornalista e caporedattore TgLa7 e Frediano Finucci, responsabile Economia-Esteri del tg di La7.

Nell'introdurre l'incontro online la direttrice di SenzaFiltro Stefania Zolotti ha ricordato che nelle carceri italiane  sono detenute 53.509 persone, di cui 18mila lavoratori, di questi circa 16mila lavorano dentro il carcere, mentre sono solo una piccola parte le persone che lavorano fuori ed hanno contatti quindi con l'esterno.

Gabriella Stramaccioni ha posto in evidenza che c'è un potenziale enorme per il lavoro anche all'interno delle carcere e che si potrebbe fare molto coinvolgendo le aziende.

Frediano Finucci e Francesco D'Anselmo

Fra gli ospiti Francesco D'Anselmo, direttore dalla casa di reclusione "P. De Santis" di Porto Azzurro che ha sottolineato come la speranza per i detenuti all'interno del carcere sia strettamente legata alla possibilità del lavoro.

Il direttore del carcere di Porto Azzurro ha spiegato che il suo ruolo "non è quello di non essere un burocrate ma di rieducare e far risocializzare anche attraverso il lavoro, perché il lavoro costituisce la speranza del detenuto per diventare un buon cittadino".

D'Anselmo ha inoltre aggiunto che che "il compito del direttore del carcere è quello di aiutare i detenuti a tirare fuori i loro talenti per poter dare loro una seconda possibilità", come previsto dalla legge.

Il direttore del carcere elbano ha poi fatto l'esempio della bellissima falegnameria che si trova all'interno del carcere di Porto Azzurro che, al suo arrivo sull'isola, era chiusa pur avendo macchinari importanti del valore di circa 40mila euro non utilizzati. D'Anselmo è quindi riuscito a riattivarla e a costruire un percorso di formazione e lavoro per i detenuti all'interno del carcere.

D'Anselmo, in controtendenza a quanto avviene a livello nazionale ha inoltre detto che ha difficoltà ad esaudire tutte le richieste di lavoro che arrivano dall'esterno perché le richieste sono molte, "sono arrivato a far lavorare 100 detenuti all'esterno, uno dei più grandi numeri in Toscana", ha spiegato il direttore.

Le richieste arrivano dai Comuni, da aziende agricole ma anche da ristoratori e alberghi.

"Ora che i detenuti sono quasi tutti vaccinati - ha detto D'Anselmo - è possibile proseguire con le attività lavorative esterne". All'interno del carcere elbano, ha aggiunto il direttore c'è anche l'istituto agrario per cercare di formare i detenuti anche alle possibilità che offre il territorio.

D'Anselmo, rispondendo alle domande, sui pregiudizi verso i detenuti come lavoratori ha spiegato che non vede problemi e che anzi ha ricevuto molti complimenti per le persone che sono andate a lavorare all'esterno, "bisogna anche scegliere bene i detenuti che vanno a lavorare fuori, quelli che decidiamo di fare uscire sono molto affidabili e per fare questo c'è un gruppo di lavoro che valute le persone", ha concluso.

Proprio al lavoro all'interno del carcere di Porto Azzurro è dedicato uno degli articoli del reportage del giornale, curato dal giornalista Frediano Finucci.


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