Attualità venerdì 09 settembre 2016 ore 09:31
Ecco come brucia il fosforo bianco

E' stato fatto brillare il residuo bellico trovato al largo dell'Elba, il video mostra come brucia una minuscola porzione del pericoloso materiale
CAMPO NELL'ELBA — Sott'acqua, il ritrovamento di ordigni bellici inesplosi è purtroppo relativamente comune: fortunatamente, quasi sempre si tratta di classiche bombe d'aereo facilmente riconoscibili, e altrettanto fortunatamente, gli artificieri sono in grado di intervenire in sicurezza per rimuoverli e renderli inoffensivi.
Ma che un banale "sasso" possa nascondere insidie potenzialmente devastanti non è certamente a conoscenza di tutti. Nemmeno a persone esperte dell'ambiente subacqueo.
La bomba al fosforo bianco trovata nei giorni scorsi al largo delle sponde elbane è stata fatta brillare ieri pomeriggio da una squadra di artificieri provenienti dalla base di Mantova. Il pericoloso materiale era stato tenuto sotto stretta sorveglianza nei locali dell'acquario dell'Elba.
E proprio lo staff dell'acquario commenta: "L'aspetto è quello di una pietra chiara, con apparenti incrostazioni, come da foto. Niente di diverso da naturalissime rocce ricoperte da alghe o altri organismi marini. Immersa nell'acqua è assolutamente innocua: ma, pochi secondi dopo l'esposizione all'aria, la pietra inizia a fumare.
Quella che può anche essere una normale reazione dovuta a particolari batteri o a sostanze chimiche naturali, è in realtà solo la prima avvisaglia di un gravissimo pericolo: l'inizio di una potenzialmente devastante autocombustione. Nel video, un microscopico frammento è stato appositamente lasciato asciugare all'aria per accertarsi di quale materia si trattasse.
Fiamme e fumo, difficilissime da estinguere, fortemente tossiche e terribilmente pericolose. Non per niente si tratta di una sostanza ad uso esclusivamente bellico, peraltro vietata in molti Paesi. Memorizzate quindi forma e aspetto: se mai vi capitasse di trovarne una: segnatevi la posizione, non toccatela e avvertite le autorità competenti".
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