Le continue nuove prove enologiche per fare vini
di Nadio Stronchi - giovedì 04 settembre 2025 ore 08:00

Sono già decenni che la tecnica per fare vini ha raggiunto un'apice enologico, comunque positivo, con caratteristiche da pianificazione, talvolta esasperata dalla competizione che è propria dell'umano creativo e ambizioso per fare meglio e guadagnare sempre di più. Gli esperimennti si sono evoluti special modo nelle grandi aziende, nelle quali ci sono risorse economiche e enologi dei più bravi, ottenendo dei vini sempre più "perfetti" e con caratteristiche che incontrano i gusti dei consumatori più facoltosi, ma anche curiosi di misurarsi con nuove qualità.
Nella ricerca della diversificazione esasperata ci sono produttori di piccole aziende, che optano, oltre ai vini "moderni", di ritornare a offrire vini che ci ricordano il passato recente con il metodo di vinificazione da non snaturare troppo le uve per offrire dei vini, che in molti definiscono "genuini", ma che assumono caratteristiche organolettiche molto marcate con metodi da "ricamo", cioè con attenzioni molto professionali.
Uno di questi vini l'ho degustato nella manifestazione dei "Calici sotto le Stelle" il 10 agosto in Suvereto del Val di Cornia. Me l'ha offerto una sommelier addetta a uno dei banchi di assaggio, alla mia richiesta di voler degustare un vino particolare, mi ha offerto un calice di un Vermentino dell'azienda vinicola Macchion dei Lupi del Comune di Suvereto, vinificato con il contatto delle buce per alcune ore.
Sono rimasto positivamente sorpreso e mi ha dato le seguenti sensazioni organolettiche. Colore: giallo intenso con riflessi verdognoli. Profumo: Intenso, ma armonico nei sentori di fruttato e floreale, leggera buccia di uva, (leggermente da vino passito). Gusto: armonico, sapido, ben strutturato, persistente e appagante.
Nadio Stronchi