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giovedì 07 novembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Due o tre cose su Agnese Landini Renzi

di Franco Bonciani - venerdì 21 ottobre 2016 ore 06:00

Agnese Landini entra a scuola
Foto di: www.tiscalinotizie.it

Sulla visita di Matteo Renzi a Barack Obama per l’ultima cena ufficiale del primo presidente di colore degli Stati Uniti abbiamo visto belle immagini e letto articoli e commenti con la solita, pare inevitabile, dose di perfidie. Perfidie riguardanti soprattutto i personaggi della delegazione che ha accompagnato il premier, da Benigni a Bebe Vio ad Agnese Landini, la first lady.

Non ho conoscenza diretta, nemmeno sfiorata, di Benigni e Bebe Vio. Ma i miei figli hanno frequentato le stesse scuole di Pontassieve che hanno frequentato i figli di Agnese. Quindi su di lei qualcosa mi capita di sapere e di vedere di persona e mi piace parlarne un po’.

È giovane, non più una ragazzina, madre di tre figli, sposata con uno che poi è anche diventato presidente del consiglio. Lei invece voleva diventare insegnante di lettere (non velina o presidente di Confindustria o… first lady), una professoressa insomma, e si è fatta il suo bel tirocinio, anni di precariato, un percorso non breve né facilitato per partecipare come tanti altri ai concorsi e trovare una cattedra. L'ultima è arrivata per chiamata diretta, come la legge prevede e come è capitato a tanti altri docenti. Qualcuno è arrivato a pensare che la Buona Scuola sia una legge “ad personam” per sistemare la moglie del premier. Come se l'insegnante di lettere fosse un mestiere remuneratissimo, facilissimo, che regala enormi soddisfazioni e poche responsabilità. Una legge ad personam per  1.500 euro al mese (meno, se si è part time)? Ma dai...

L’Agnese insegnante è una brava, stimata da alunni e colleghi. Qualcuno l’avrebbe preferita come una delle tante mantenute? Frequentando Pontassieve mi è capitato di trovarla all’uscita della scuola ad aspettare un figlio, seduta al volante della vecchia Sharan familiare. Oppure di incrociarla in coda, in attesa del suo turno, per un incontro con gli insegnanti dei figli, magari alla consegna delle pagelle. Mi è capitato anche di parlare di lei con quelli che sorvegliano la sua abitazione, amici carabinieri, che confermano l’educazione e l’affabilità che non le mancano nemmeno se la si incontra a fare la spesa al mercato, con due sacchetti per mano.

La privacy è un sogno e non mi risulta che Agnese muoia dalla voglia di recitare il ruolo della first lady alla Carlà. E invece lei si prende (e deve farlo) due giorni di ferie per accompagnare il marito ad un banale incontro col presidente degli Stati Uniti e... apriti cielo!

Sindacati scatenati, integerrimi dell’ultim’ora, tutti a vedere se era più opportuno prendere le ferie o l'aspettativa (qualcuno si sarebbe dato malato?), se lasciare da solo il marito oppure no, una gara fra campioni del politically correct da tastiera ed esperti in relazioni internazionali e bon ton. Sparare ad alzo zero non solo sui politici ma anche sulle loro famiglie e dintorni è diventato un nuovo sport nazionale che deve la sua fortuna anche ai social, dove insulti e insinuazioni vengono scritti da chiunque abbia libero accesso a una connessione internet senza che la connessione vera, quella col cervello, funzioni. 

Spero che prima o poi chi pensa di essere intoccabile, nascosto fra le mura di casa o dietro il touchscreen di uno smartphone, paghi il fio delle sue prodezze.

E' lecito, a volte doveroso, attaccare un personaggio pubblico, un politico, per le scelte che fa. Ma lasciamo fuori la dimensione privata, la famiglia, gli affetti, specialmente se, come nel caso di Agnese Landini, non meritano questo tipo di attenzioni.

Franco Bonciani

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