Lavoro venerdì 10 ottobre 2025 ore 06:00
"Tutela ambientale a rischio dopo i trasferimenti"

La denuncia della Cgil: "Sul territorio della provincia adesso rimangono solo una decina di operai, di cui nove operativi all’Elba"
PROVINCIA DI LIVORNO — A partire dallo scorso 15 Settembre 4 operai agricoli forestali che operavano sul territorio della provincia livornese hanno ricevuto l’ordine di servizio di lavorare nella frazione di Valpiana, nel comune di Massa Marittima in provincia di Grosseto.
"È inaccettabile, in questo modo si sferra un duro colpo alla tutela del patrimonio forestale livornese. - hanno commentato dalla segretario generale Flai-Cgil Livorno - Sul territorio della provincia adesso rimangono solo una decina di operai, di cui nove operativi all’Elba. Anche un’operaia che si occupava della zona di Venturina ha ricevuto qualche mese fa l’ordine di prestare servizio a Valpiana".
Come spiegato dal sindacato, tutto sarebbe riconducibile a una decisione dell’Unione dei Comuni delle colline metallifere di Massa Marittima, ente che a partire dal 2016 si occupa della tutela del rischio idraulico e forestale delle province di Livorno e Grosseto.
"La squadra forestale di Livorno nasce nel 1991 per la vitale opera di prevenzione e gestione degli incendi, manutenzione dei sentieri e della viabilità forestale. - hanno ricordato - Anni di lavoro, spesso svolto con mezzi inadeguati e un intenso sforzo fisico, hanno lasciato un segno indelebile sulla salute degli operai: a 4 di questi è stata infatti riconosciuta una idoneità parziale alle mansioni originarie. È proprio a questi operai che è stato chiesto di andare a lavorare a Valpiana. Tutto ciò appare come una sorta di trasferimento punitivo: questo pendolarismo massacrante non trova infatti giustificazione logica o economica. Segnaliamo inoltre che negli ultimi anni non c’è stato alcun turnover e che i mezzi di lavoro che venivano usati per la provincia livornese sono stati riassegnati ad altri territori, lasciando l'area livornese completamente sguarnita".
L'appello dunque al Comune di Livorno e agli altri enti territoriali perché si facciano parte attiva: "è urgente - hanno ribadito - un piano di assunzioni e progettazioni che possa coinvolgere il personale parzialmente idoneo, assegnando loro mansioni adeguate che non richiedano il pendolarismo inutile imposto dall'Unione dei Comuni delle colline metallifere di Massa Marittima. È inaccettabile che un servizio essenziale per la sicurezza e la tutela ambientale venga smantellato in questo modo, soprattutto per una provincia come quella di Livorno caratterizzata da evidenti fragilità dal punto di vista idrogeologico. È ora di riportare gli operai e i loro mezzi dove sono necessari: a casa loro, nelle loro colline".
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