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Attualità martedì 12 luglio 2016 ore 17:15

​Gabbiani, i piccioni del ventunesimo secolo

Negli ultimi 15 anni le coppie nidificanti sono arrivate a Livorno, Pisa, Pontedera e si sono spinte fino a Firenze. L'esperto: "Nessun allarmismo"



LIVORNO — Sono forti e si adattano con grande facilità. Negli ultimi quindici anni hanno preso il volo dalle isole verso le città costiere e poi sempre più all'interno tanto che una loro colonia è visibile anche all'Osmannoro.

La razza è il gabbiano reale che si appresta a diventare il piccione di questo secolo, ovvero un uccello che gira con tranquillità per le strade della città alla ricerca di cibo abbandonato dagli umani. 

A Livorno la popolazione di coppie nidificanti era di 49 nel 1998 mentre adesso, secondo i dati della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), sarebbero oltre 500: “L'ultimo censimento certo – ha spiegato Marco Dinetti, responsabile Ecologia Urbana Lipu che attualmente vive a Livorno – è del 2013 quando c'erano 382 coppie ma oggi suppongo che il muro delle 500 coppie sia stato superato”.

Il fenomeno è esteso anche a Pisa e Pontedera: “Mentre per adesso ne è risparmiata Grosseto. A Pisa la nidificazione è estesa su tutta la città per cui è ipotizzabile che ci siano almeno decine se non centinaia di coppie nidificanti. A Pontedera credo che stiano prendendo casa, ne ho osservati molti nella zona della Piaggio. Possono dormire anche in posti artificiali, purché rialzati, per esempio su una gru”.

Per quanto riguarda i rischi che questa espansione potrebbe avere Dinotti non vuole creare allarmismo: “Ci sono varie attività di carattere preventivo per limitare le formazioni di nidi in zone abitate dagli umani”. Dagli studi effettuati dalla Lipu il gabbiano non risulta portatore di malattie pericolose per l'uomo: “I fastidi che i gabbiani provocano agli uomini sono dettati dai richiami che questi uccelli fanno, specialmente nel periodo di cova e ancor di più quando i figli sono nati ma ancora non volano. In quei momenti alcuni possono anche aggredire persone che si avvicinano troppo. E' successo per esempio a degli antennisti che si recavano sul tetto dove c'era un nido”.

Il periodo di nidificazione è da novembre a febbraio mentre verso la fine di giugno anche gli ultimi piccoli spiccano il volo facendo diminuire gli schiamazzi notturni: “I giovani gabbiani - ha detto Dinetti - partono per lunghi viaggi in nord Europa. Esperienze che durano 3-4 anni, prima di ritornare, di solito, nella colonia in cui sono nati. Tornano quando sono pronti ad accoppiarsi. I gabbiani sono tendenzialmente monogami e hanno una vita media di 10-15 anni”.

La crescita demografica dei gabbiani potrebbe aumentare ancora a causa della maggior disponibilità di cibo che trovano nei centri urbani: “Sono onnivori - ha chiarito - mangiano di tutto, animali vivi e morti, piccioni, merli, gazze, rondoni, pipistrelli, storni, upupe, anche i gatti piccoli vengono predati e poi topi, ratti, lucertole”. La loro adattabilità è un punto di forza per la sopravvivenza del gabbiano reale che fino a venti anni fa viveva esclusivamente sulle isole come l'Elba, Gorgona, Pianosa o Giglio e che si nutriva principalmente di pesci: “Pescano molto meno rispetto a prima, forse a causa dei cambiamenti climatici. Oggi i pesci vivono più in profondità mentre i gabbiani sono pescatori di superficie. Per i gabbiani non è un problema volare per 50-60 chilometri nell'entroterra per procurarsi il cibo”.

I temi su cui Lipu si impegna per non creare disagi ai cittadini e ai gabbiani stessi sono due: “Il primo è l'edilizia - ha raccontato Dinetti - per questo teniamo degli incontri con gli architetti in cui diamo suggerimenti per come impedire ai gabbiani di nidificare in nuove o vecchie costruzioni. Il secondo tema è lo smaltimento dei rifiuti in discarica. Sarebbe importante che i rifiuti venissero protetti in qualche modo dall'assalto possibile dei gabbiani. Sono uccelli che hanno nel becco molta forza, a differenza dei piccioni”. In alcuni luoghi, tra cui Pontedera, è stata segnalata la presenza di gabbiani morti o ansimanti: “Può dipendere da due casi, un'intossicazione involontaria mangiando qualcosa che non dovevano o, purtroppo, dallo spargimento di veleni. Abbiamo già rilevato altri casi in cui persone hanno cosparso veleno per colpire gli uccelli”.

L'ipotesi dei gabbiani che soppiantano in un prossimo futuro i piccioni nelle città è esclusa da Dinetti: “Adesso non si può proprio dire, in più non abbiamo dati che confermano questa tesi. Potrebbero essere altri fattori climatici o comportamenti dell'uomo a provocare cambiamenti nella presenza dei piccioni. Certo, il problema gabbiani esiste, proprio pochi giorni fa un amministratore mi diceva che adesso è più preoccupato per i gabbiani che per i piccioni”.

Abituatevi quindi a vedere questi grandi volatili nelle città, lunghi quasi 60 centimetri e con un'apertura alare che può raggiungere anche i 140 centimetri, ma non vi aspettate di familiarizzare con loro, sono piuttosto schivi: “A differenza di gazze e cornacchie – ha concluso Dinetti – non mi risultano casi di addestramento”.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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